“Questa mano non la tengo perché so già come va a finire; la prima la perdo in screw la seconda in flood; questo mazzo perde solo contro aure che è un match-up inesistente ma sicuramente ne beccherò 2 e farò 0-2 drop.“
Quante volte sentiamo frasi del genere? E quante volte siamo stati noi stessi a pronunciarle?! Magic è un gioco di fortuna e logica; per quanto riguarda la prima parte non c’è molto da dire: se non si è in grado di accettare questa componente allora tanto vale cambiare gioco perché odiare la fortuna/sfortuna equivale a odiare Magic! Purtroppo si dà un peso alla “sfiga” troppo grande e spesso quest’ultima ci porta a ragionare in modo sbagliato e a perdere completamente la nostra capacità di giudizio.
Spesso sento storie del tipo: ”ho mulligato a 5, il mio avversario ha avuto sempre mani perfette e ha topdeckato sempre il turno prima di morire… avrei potuto fare una giocata migliore ma non sarebbe cambiato nulla con la sfortuna che ho avuto!”. Questo è un chiaro esempio in cui la sfiga ci impedisce di ragionare in maniera lucida e, inoltre, non ci permette di migliorare poiché in quel preciso momento il nostro cervello non è conscio del fatto che la nostra sconfitta è stata interamente dovuta a una brutta giocata; per questo il torneo successivo perderemo di nuovo per colpa di mosse sbagliate e attribuiremo la nostra sconfitta alla sfortuna.
Dire: ”probabilmente avrei perso lo stesso” non deve essere una scusa per non riflettere sui propri errori. Consiglio di non dare peso alla fortuna poiché è inutile arrabbiarsi per qualcosa che non dipende da noi e dopo ogni sconfitta sarebbe opportuno analizzare la partita a mente lucida e cercare di evidenziare tutti gli eventuali errori. Per quanto riguarda invece la seconda componente dell’adunanza (cit. Cialde tra i top players mondiali) ovvero la logica, è indispensabile cercare di comprenderla pienamente. Ogni nostra decisione influenza in piccola percentuale il corso dell’intera partita: il trucco sta nell’accumulare più punti percentuali per assicurarsi una maggiore probabilità di vittoria. Questo non significa soltanto prendere la decisione corretta quando ci sono in gioco moltissimi punti percentuali, ma anche quando la differenza tra le due strade che si possono intraprendere è minima.
Quando vedete i pro ai feature tables che fanno gesti strani con le mani non sono stupidi, stanno contando; spaccare o no una Verdant Catacombs quando si hanno altre 8 terre in campo può essere statisticamente errato, se ad esempio la probabilità di morire per via di quel punto vita è a lungo termine maggiore della diminuzione di probabilità di pescare l’ennesima terra il turno successivo. Individuare e sfruttare i 2/3% è la grande differenza tra i giocatori forti e i giocatori mediocri: in ogni partita c’è uno spiraglio di vittoria e anche quando quest’ultimo è minimo è necessario giocare unicamente per esso. Se la mia unica possibilità di vincere è “topdeccare” per 4 turni le carte perfette e che il mio avversario commetta un errore madornale, scelgo senza problemi di giocare in funzione di quest’ultima situazione anche se, nel caso in cui ciò non si verifichi, dovessi perdere immediatamente la partita.
Talvolta, per orgoglio o per codardia, si teme di perdere in maniere terribili e di sentirsi umiliati, ma quando l’alternativa a una sconfitta è una sconfitta brutale certa al 99% bisogna scegliere sempre e comunque la seconda opzione. Ma veniamo a una sfaccettatura del gioco che in pochi considerano: quanto la fiducia in sé stessi possa influenzare una partita. Una volta quando frequentavo la scuola media la mia professoressa d’italiano stava interrogando, e si era infuriata con me perché chiacchieravo e allora mi ha detto: “visto che parli tanto vuol dire che sai tutto, vieni qui interrogato, hai studiato???”, io ovviamente non sapevo nulla, ma in quel momento ho capito che cosa significava sfruttare le minime percentuali a proprio vantaggio e utilizzare la mia fiducia in me stesso come arma: mi sono alzato di scatto e le ho detto: ”sì”, e mi son avvicinato alla cattedra.
Ciò che è successo è stato incredibile: la professoressa ha deciso di non interrogarmi perché, visto che avevo studiato talmente bene da precipitarmi alla cattedra, avrebbe dovuto darmi un bel voto. Questo è un esempio un po’ estremo e difficilmente riuscirete a scampare i pericoli in questo modo, però rende l’idea. La sicurezza è fondamentale per vincere le partite: qualsiasi cosa che vi faccia sentire meglio deve essere fatta prima di un torneo; non intendo esortarvi alla scaramanzia ma se bere 2 caffè invece di uno al mattino vi fa sentire meglio, bevetene 2! Stesso discorso vale per i vestiti, le buste protettive, ecc… Per piacere, davvero, controllate 200 volte la decklist! Non ho mai sbagliato a listare in tutta la mia vita e sono sempre sereno quando mi siedo ai primi turni perché so di aver controllato più volte la mia lista e di non rischiare una partita persa per niente.
Giocare con l’ansia non aiuta a dare il meglio di sé. Bisogna essere sicuri di sé al punto da dare l’impressione al vostro avversario che voi stiate vincendo anche quando non lo state facendo per niente, per questo l’atteggiamento è così importante e per assumerne uno corretto è necessario sentirsi forti e convinti. Un amico una volta, dopo un secondo posto a un PTQ mi ha detto: quel giorno ho vinto molte partite che in un qualsiasi altro giorno avrei perso. Cosa significa? Che ha avuto fortuna? Assolutamente no! Significa che quel giorno era più determinato del solito, più disposto a mettersi in gioco e, di conseguenza, più incline a vincere. Una volta ho fatto top8 a un PTQ dopo aver fatto una giocata in svizzera sul 4 a 0 veramente terribile che ha dato la possibilità al mio avversario di disintegrarmi. Ma non ho perso quella partita! Non mi sono abbattuto, mi sono atteggiato come se quell’errore fosse voluto e ho rianalizzato la situazione da capo cercando di trovare la mia unica possibilità di vittoria e ho giocato per quella… ha funzionato.
Quel giorno mi sentivo particolarmente bene, ero sereno e disposto a fare di tutto pur di vincere, purtroppo anche se non ce ne rendiamo conto, ci sono dei giorni in cui siamo abbattuti e dobbiamo evitare che questo influisca sul gioco. Recentemente ho sentito la seguente frase durante un commento al Pro Tour: Rob Alexander è il giocatore più bravo a sbagliare, quando sbaglia sembra che tutto vada bene e dalla faccia sembra sempre che stia per vincere. Questo è l’atteggiamento giusto! Non importa se si commettono degli errori, siamo umani e tutti commettiamo errori; alla fine del torneo vincerà chi ha sbagliato di meno non chi non ha sbagliato affatto.
L’importante è perdere per i nostri errori, non perdere per colpa di noi stessi: dopo una cavolata è possibile vincere, ma non dopo che ci si è abbattuti e che non si ragiona più a mente lucida. Non abbiate paura di sbagliare perché è il migliore dei modi per migliorare, si impara di più uscendo dalle partite dicendo: “ho giocato malissimo e ho perso”, piuttosto che “ho avuto sfortuna e ho perso”, difatti molti giocatori forti ammettono i propri errori, come ad esempio Ganna e Oneto, entrambi parecchio spumeggianti.
Ciò che davvero non comprendo è la rassegnazione e la paura di giocare: coloro che mulligano mani vincenti nel 70% dei casi per paura di un banale mana screw per me dovrebbero cambiare atteggiamento poiché il timore a Magic non ha mai fatto vincere nessuno. Stesso discorso vale per coloro che hanno il terrore di un determinato match-up e quando lo incontrano gettano la spugna senza nemmeno provarci, perdendo così partite che avrebbero potuto vincere. Avere fiducia in sé stessi non è un’azione, è una condizione. Per raggiungerla è opportuno fare tutto il possibile pre, durante, e post partita. La scelta del mazzo è molto importante a questo proposito: vedo decine di giocatori che, dopo aver giocato un mazzo per 4 o 5 tornei, alla vigilia del sesto, lo abbandonano per prendere in mano una nuova build giapponese e potentissima, ma mai testata prima.
Per quanto questa possa essere forte non li porterà mai a vincere più partite di quante ne avrebbero vinte col loro precedente mazzo (a meno di casi eccezionali) poiché il testing e l’esperienza sono componenti fondamentali per vincere. E’ grazie a questo che Krastino ha vinto il PTQ Monza: gioca Scapeshift da sempre e probabilmente nessuno conosce il mazzo meglio di lui: non c’è situazione in cui si senta a disagio. Ci sono particolari condizioni psicofisiche che, se raggiunte, ci permettono di sentirci invincibili, il trucco sta nell’essere abili a raggiungerle in fretta.
Spero di esservi stato utile e di avervi aiutato a pensare in maniera più positiva.
Samuele
magic è un gioco di abilità e di fortuna, se hai la prima e non la seconda perdi spesso ma se hai la seconda e non la prima puoi anche vincere sempre.
Ciao articolo interessante, qulche giorno fa hofatto top 8 ad un torneo di san uguzzone e sino arrivato ottavo perdendo sia al turno di svizzera e al ultimo round vs gwvhatebea un brutto mact up, anche lutima abbiamo mulligatova 4 ma ha vinto lui il mazzobsi era spento. Ora nn so dire se e fortua ono .. Un ultima cosa giocando gr tron ci sono delle persone che dicono mazzo ignorante , giocate stupide e mi prendono in firo e mi fanno venire voglia di monterne uun altroteneto tron , leggendo qua ho capito che e piu impotnate tere il propio. Cge cosa dovreifare? Ciao ciao
Articolo bellissimo!!! Lo dovrebbero leggere in tanti!!!
[quote name=”Ravenard”]magic è un gioco di abilità e di fortuna, se hai la prima e non la seconda perdi spesso ma se hai la seconda e non la prima puoi anche vincere sempre.[/quote]
Che c******! Un giocatore scarso ma fortunato vince qualche partita, ma non farà di sicuro risultati importanti!
Articolo molto bello e pieno di verità! Aggiungerei un altro caso mentale molto frequente: quelli che vanno in tilt perchè pensano che l’avversario abbia troppa fortuna. Mi è successo spesso di incontrare giocatori che si incavolavano perchè magari in late game con un mazzo full aggro pescavo tante spell e non terre. Attribuivano tutto unicamente alla mia fortuna e spesso diventavano anche offensivi. Intanto, presi da questa furia, sbagliavano cose grossolane che gli avrebbero permesso di ribaltare la partita. Questo è un altro atteggiamento molto frequente secondo me che ti può costare un torneo. Per di più, diventa anche molto antisportivo ed offensivo nei confronti dell’avversario. La fortuna fa parte del gioco e se uno pesca bene può essere non solo merito della sua fortuna, ma anche del fatto che il mazzo è fatto bene! In particolare questo accade a giocatori che pensano di essere migliori del loro avversario per vari motivi. Frequentissimo è il caso dei giocatori di control contro i giocatori aggro. Quante volte si è sentita la frase “a giocare aggro sono capaci tutti, a sto punto vai a giocare a yugioh”? Come se ci fossero mazzi che richiedono abilità e mazzi che si giocano e costruiscono da soli e che anche un babbuino saprebbe giocare. Non siate presuntuosi e rispettate il vostro avversario! Avrete meno probabilità di andare in tilt nei momenti in cui vi troverete in difficoltà contro di lui…