Il mercato secondario di Magic funziona come i modelli che si studiano sui libri di economia; il suo comportamento è straordinariamente simile. Per chi non fosse pratico, ora parleremo di scarsità di risorse. Questa teoria ci suggerisce che quanto più un bene è raro, tanto più il suo prezzo si alzerà. Come un quadro di un artista famoso: le sue opere sono un numero limitato, quindi hanno un valore elevato.
Aggiungiamo ora al nostro modello la teoria dell’equilibrio di mercato, secondo il quale tanto più un bene è richiesto, tanto più i fornitori di quel bene potranno aumentare il prezzo. Il detestabile brand della mela ce lo ricorda tutti i giorni: se un oggetto è fortemente richiesto, posso aumentarne il prezzo finché i consumatori non si stuferanno di pagare quella cifra. Data prevista, duemilacredici.
Torniamo alle carte: il motivo per cui una carta costa tanto non dipende dal suo testo. Cioè, è irrilevante quel che c’è stampato sul fronte. Non sembra possibile – infatti ho forzato un po’ la definizione – ma adesso vedremo come il prezzo di alcune magie sia cambiato esclusivamente in funzione delle due teorie che abbiamo visto sopra.
Diciamo che io sia un giocatore nuovo, e siccome sono un vero zarro, giro con tremila euro di vestiti ma voglio spendere poco per le figurine. Il mio amico intelligente mi suggerisce di provare il formato Commander. Tanto per iniziare, è un formato for fun: talmente divertente che il 70% dei mazzi competitivi è a base blu. In più, una volta che hai preso la carta che ti piace, non devi cercarne l’intero playset: basta quella che hai trovato. Che è mezzo vero, perché per giocare servono 100 carte e non 60. Vado ora a citare uno dei content creator più famosi di Youtube: “nessun formato ha mai distorto il prezzo di una carta come il commander”. Perché?
Per le leggi di mercato. Se una carta è richiesta, e va di moda, il suo prezzo aumenterà. Quindi ogni volta che un nuovo giocatore crea un mazzo Commander, aumenta di un punto il prezzo globale delle carte che ha usato. Se combiniamo questo fenomeno all’esplosione di popolarità che Commander ha avuto, che cosa si ottiene? Il risultato è che se volete giocare e vincere a Magic con consistenza, non esiste un formato più economico di un altro. Perché se un formato “budget” diventa popolare, la richiesta di quelle carte aumenterà, e il loro prezzo salirà, tradendo lo scopo stesso del formato.
Risponde il mio amico intelligente: “è impossibile che il testo di una carta non sia rilevante, e che il prezzo arrivi solo dai movimenti del mercato. Liliana of the Veil costa tanto ed è pure forte”. È vero, è vero, naturalmente il prezzo non è completamente scollegato dal testo di una carta. Ma quanto conta? La metà? O ancora meno? Lontano è l’universo statistico in cui Steelstar non ha una mitragliata di esempi a supporto delle sue folli teorie.
Doubling Season – ristampata come rara mitica in Battlebond, sta a venti euro. Ci credete che Doubling Season, nel 2005, era una delle peggiori rare che potevate aprire? Prezzo mercato, ottanta centesimi. Da allora, a parte qualche Tier 7 da Modern, questo Incantesimo è giocato solo in Commander e in Casual. Una copia lì, due copie là, e in dieci anni costa trenta volte tanto. Doubling Season diventa così inarrivabile per i giocatori al quale è stato promesso che giocare Commander sarebbe stato economico. Venti euro, per un centesimo di mazzo. Phyrexian Altar? Sliver Legion? Proviamo a cambiare formato.
Goblin Lore – non venitemi a dire che è una carta forte, perché non sapevate nemmeno esistesse fino a un anno fa. È Non Comune, quindi sto giocando pulito: ottanta euro per un playset. Solo perché ad un certo punto, un pazzo ci ha fatto risultato in Modern. Nessuno sa cosa verrà bannato o introdotto in un formato fra uno o due anni. Io comprai quattro Sensei’s Divining Top a 12 euro l’una, per poi vedermele bannate due mesi dopo. Due mesi dopo ancora, i miei Jace, the Mind Sculptor hanno raddoppiato il loro valore. Il prezzo di una carta dipende enormemente dal panorama professionistico e dai ban che ne conseguono. Goblin Lore è un bene scarso (la maggior parte delle copie sono state gettate nel cestino a loro tempo), e molto richiesto: da venti centesimi a venti euro. È la stessa storia di Wasteland, o di Predict. Ma posso fare di meglio.
Oubliette – che è una sorta di Oblivion Ring. Oblivion Ring, così come i suoi derivati, costano circa cinque centesimi a copia. Però Oubliette è solo comune, possiamo giocarla in Pauper. Il formato povero dove non c’è mai il problema di scarsità delle risorse, visto che ogni magia o terra sono comuni. Mi aspetto quindi prezzi straordinariamente bassi, visto che le carte comuni si comprano per 10-15 centesimi. Il mazzo lo porto a casa per quindici euro, competitivo ed economico. Ma al modello di concorrenza perfetta non si sfugge. Oubliette costa venti euro. Siete fortunati perché Chainer’s Edict è stata ristampata pochi giorni fa: altrimenti, il prezzo di tendenza è di cinque euro a copia. Preordain, tre euro a copia: non la si gioca da nessuna parte. Bannata in Modern e oscurata da Brainstorm e Ponder negli altri formati di riferimento. Per Izzet Delver la manabase costa 50 euro, perché altrimenti non avete la risposta a Gurmag Angler. La community pesta i piedi strillando per l’ufficializzazione del formato competitivo, con eventi Pauper sanzionati WotC; grande idea, così Quirion Ranger va a dieci euro a copia. Perché ad un’alta richiesta, corrisponderà sempre un prezzo elevato.
Io penso che ognuno di noi dovrebbe capire che giocatore vuole essere: se vuole passare il venerdì sera con gli amici lanciando magie, o se vuole sedersi di fronte a Yuuya Watanabe ad un Grand Prix. Da quel momento, si acquista consapevolezza del budget necessario. In Magic come in qualsiasi altro hobby. Se siete appassionati di nuoto, potete comprare un costume, diventare bagnini o costruire una piscina: dipende quale parte del mondo del nuoto preferite, con le relative differenze in termini di budget. Giocate le carte che vi piacciono, trovate l’aspetto di Magic che vi appassiona e diverte di più e coltivate quello: non sarà gratis, ma nulla lo è mai. Se non altro saprete che qualunque sia la cifra che avete investito in questo gioco, non saranno mai soldi persi.
Grande articolo, al di là della scrittura fluida e della solidità e validità dell’esposizione; tocchi il tasto giusto -perlomeno per quanto mi riguarda, ma riguarda tutti -, prendere coscienza di come voler godere di questo gioco è il fulcro per viverselo al meglio.
Sei grande!
Ottimo articolo. Ma sopratutto siamo solo all’episodio I… Libidine!!!
Ottimo articolo e ottima capacità di scrittura, complimenti!
Sono rientrato nel Magic(o) mondo da qualche mese, dopo ben 17 anni di assenza e non mi sono ancora ripreso dai cambiamenti epocali che il gioco ha subìto. Non tutti negativi ovviamente (l’eliminazione del mana burn ad es.), ma a mio parere la speculazione che sta dietro ai valori delle carte è davvero un grande rischio per il gioco stesso.
Non dico che non vi fosse in passato (fine anni ’90), ma era di sicuro minore. Non credo che il rischio consiste nella sparizione di Magic, ma nella riduzione dei suoi giocatori ad un elite “vecchia” e danarosa.
Ad es. Trovo allucinante imho che un qualsiasi mazzo modern “da torneo” (che abbia visto io) costi più di 500€… E che non siano neppure le carte “antiche”, mai ristampate e mooolto forti (mox, lotus ecc.).
Per ragioni di costi e di gioco trovo interessante il pauper e sperando che la speculazione si riduca e non si estenda anche al formato dei povery…
Articolo spettacolare!