progenitusArticolo a cura di Daniele “Goharoth” Salvadori

Come da ormai 3 anni a questa parte, con l’avvicinarsi del mese di Agosto si avvicina anche l’arrivo di un nuovo From the Vault – stavolta dedicato alle creature leggendarie di Magic. Se la scelta può sembrare particolare, in realtà è decisamente mirata, visto e considerato che la Wizards ha deciso di dare il proprio appoggio ufficiale all’EDH/Commander, creandone un prodotto apposito di espansione/presentazione per il grande pubblico uscito giusto qualche mese fa. In questo articolo, con il passare dei giorni presenterò le varie leggende che lo compongono, andandone a scavare la storia e l’utilità sul campo di battaglia (e ricordandovi che al momento non sappiamo la lista completa, ma solamente una parte). Buona lettura!

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PROGENITUS

progenitus

– Piano d’origine: Alara

Storia/presentazione: Denominata anche la “Anima del Mondo”, il Progenitus è un’entità divina, dalla natura non ben specificata, che, secondo gli elfi abitanti del frammento di Naya, sul piano di Alara, rappresenta la vita e il suo sostentamento. Nonostante questa visione apparentemente benefica, il Progenitus, che dorme sotto le foreste nella Valle degli Antichi, rappresenta un pericolo, e mai si deve destare dal suo sonno eterno.
 
All’alba dei tempi, infatti, il Progenitus aveva iniziato a disprezzare il creato, bramandone la distruzione grazie a cinque tempeste – Incendio Selvaggio, Terremoto, Tempesta di Vento, Inondazione e Vuoto (nb: tra parentesi, sono tutti nomi di carte di Magic esistenti) – in grado di consumarlo. Di fronte ad un potere così grande e temibile, gli elfi iniziarono a scappare in preda al terrore – tutti, fuorché uno: una giovane elfa, chiamata Cylia.
 
Cylia, armata soltanto di una fiala di veleno, di un pugnale ricavato da una spina e di un coraggio immenso, salì sopra la montagna dalla quale si ergeva il Progenitus, implorandolo di non privare il mondo della vita. L’entità, infastidita dalla sua impudenza, accecò la ragazza, e le diede le spalle per ammirare la cancellazione del creato.
 
Ma mentre il sangue degli occhi ormai privi di luce della giovane elfa colava dentro la fiala, questa immerse la spina nel veleno, e chiuse i suoi sensi alla distruzione. Scavò in profondità e, nella quiete, riuscì a udire ogni nota prodotta dalla canzone di morte della vita stessa, e a percepire ogni filo di interconnessione esistente tra le forme di vita che gli appartenevano. Navigando dentro quell’intricato labirinto, Cylia riuscì a trovare una connessione mistica con il Progenitus, e lanciò il suo pugnale avvelenato dritto nel suo cuore etereo.
 
Il colpo spezzò l’essenza divina del Progenitus, e causò la formazione del suo corpo terreno: un’idra a cinque teste. Prima, il Progenitus incarnava e controllava dentro di sè tutti e cinque i colori del mana ma ora, in quella forma, ognuna delle sue cinque teste ne rappresentava uno, e due di esse (nd Daniele: presumibilmente la nera e la blu), pur se indebolite, si ergevano contro il suo corpo stesso. Ferita, il Progenitus sprofondò sotto la terra devastata, dove avrebbe dormito per millenni, mentre la vita riprendeva il controllo del mondo attorno a esso.
 
A causa del sangue di Cylia imbevuto nel veleno del pugnale, lei, e tutte le sue future discendenti, denominate “Anima”, hanno un collegamento eterno con l’idra: il loro compito è quello di soddisfarne la volontà, in modo da tenerla calma e non causarne il risveglio. Per poter adempiere a questo compito, le Anima controllano le azioni e i movimenti dei mastodonti – immense creature che gli elfi credono essere manifestazioni della volontà dell’idra stessa, e che adorano come entità divine. Che queste azioni siano distruttive, come quando i mastodonti assaltano i villaggi elfici, o portatrici di vita, come quando le immense creature deviano il corso dei fiumi, tutto dev’essere interpretato e considerato per placare e soddisfare la volontà del Progenitus.
 
Nella storia di Alara incentrata sul relativo blocco, i cinque frammenti separati che compongono il piano – Naya, Bant, Grixis, Jund e Esper – si stanno lentamente ricongiugendo: nenche Mayael, l’attuale Anima, con il suo potente sguardo interiore, è a conoscenza di ciò che esiste oltre i confini di Naya, e nulla può fare per impedire che i castelli di Bant e le pozze di catrame di Jund si introducano nel verdeggiante paradiso del frammento. Nel caos che ne seguì, Mayael scatenò il suo esercito di elfi e mastodonti nel tentativo di proteggere i confini di Naya – confini che neanche esistavano più.
 
Ogni frammento era legato originariamente a tre colori di mana ma, con la fusione in atto, il mana si stava mischiando, e i nativi di ogni luogo venivano esposti a colori del mana e poteri magici che non avevano mai visto prima. Su Naya, il mana nero di Jund e il blu di Bant portarono insidie e distruzioni ma, soprattutto, ridettero forza alle corrispettive teste del Progenitus, facendolo risvegliare. Quando Mayael arrivò nella Valle degli Antichi, potè solamente assistere allo spettacolo dell’idra divina che si stagliava sull’orizzonte, forte e terrificante come un tempo. Terrificante? forse no. O, almeno, non per lei. Mentre tutti gli altri assistevano allo spettacolo in ginocchio, in un misto tra devozione e puro terrore, Mayael non aveva paura. Sapeva che il compito dell’Anima era ormai concluso: il Progenitus si ergeva su Naya proprio nel momento in cui il frammento aveva più bisogno di lui. Vedeva l’idra divina come i frammenti del piano stessi: incompleti e inconsapevoli delle proprie parti mancanti. Credeva che il Progenitus fosse l’essenza di Alara stessa: riunita, incontenibile e traboccante di rabbia. Era alimentato dal caos, ma era anche furiosamente difensivo nei confronti del mondo nascente – parte protettore animalesco e parte distruzione calcolata. Il mondo fatto carne. Con il suo corpo riunito, il Progenitus era intoccabile, ed era pronta a scatenare la sua furia su chiunque avesse tentato di fermarla.
 
Nei libri ufficiali di Alara, invece, il Progenitus è quasi un “filler”: appare a Mayael, la nuova Anima appena nominata, chiedendo di poter parlare con Cylia, ignara che ora morta ormai da millenni. Prima della fusione dei frammenti si riunisce in cinque teste, e avverte Mayael di costituire un esercito, per poter contrastare l’invasione dei draghi comandati da Sarkhan Vol.
 
– Discussione: Se vi state chiedendo come mai c’è così tanta differenza tra la storia di Alara “basata sulle carte” e i libri, dipende tutto dagli autori di quest’ultimi. A differenza di saghe immortali come quella della Cavalcavento, le cui storie andavano a braccetto (o quasi) con le carte – ne erano praticamente la traslazione cartacea – ultimamente si è assistito ad una divisione tra ciò che è scritto sulle carte e ciò che viene narrato nei libri, con tutte le conseguenza del caso. Diciamo che esistono delle linee guida da parte della Wizards, ma immagino siano piuttosto generiche se entità divine come il Progenitus hanno la stessa valenza di un Mogg Fanatic che si getta nel vuoto…
 
Ma accantoniamo questo discorso per passare al lato ludico: ci troviamo di fronte all’unica (almeno per il momento) creatura con “protezione da tutto”. Colori, creature, incantesimi – voi nominate qualcosa, lui ne è protetto, state solo attenti a non farlo entrare in contatto con un biccherone pieno d’acqua (purtroppo c’è un limite fisico a tutto)… Detto così può sembrare una carta invincibile, ma ci sono vari metodi per metterla a cuccia.
 
In primis, ricordatevi sempre che la protezione VALE solo quando è sul campo di battaglia. Se qualcuno vi gioca contro il Progenitus dalla mano, pagandone il costo in mana (buona fortuna a farlo in una partita normale… in Commander sono riuscito personalmente a giocare di mana, nello stesso turno, Sliver Queen e Sliver Legion, che hanno lo stesso costo del Progenitus combinato, ma arrivarci in 1 VS 1 non è semplice senza una buona dose acceleratori del mana), potrete counterizzarlo, giusto per fare un esempio. E, tra parentesi, mi piacerebbe proprio vedere la faccia di chi, dopo aver speso ben 10 mana per giocare il Progenitus, attingendo a tutte le proprie risorse disponibili, se lo vede counterizzato da un semplicissimo Daze – giocato magari gratis, riprendendo in mano un’Isola! X-D
 
Seconda cosa, ricordatevi che gli effetti di distruzione di massa e/o le rimozioni che non bersagliano possono ignorare completamente la protezione. Questa gli garantisce comunque immunità ai danni, per cui niente Earthquake con X=10 per ucciderlo, ma la Wrath of God funziona divinamente per uccidere le idra-divine, così come il buon vecchio Diabolic Edict.
 
In generale, facendo un piccolo schema esplicativo su cosa significhi essere “protetti da tutto”, potremo dire che:

  1. Il Progenitus NON può essere bloccato.
  2. Il Progenitus NON può essere incantato o equipaggiato.
  3. Il Progenitus NON può essere bersaglio di magie o abilità.
  4. Tutto il danno che viene inflitto al Progenitus è prevenuto.
  5. Il Progenitus PUO’ essere counterizzato, rimosso dal grimorio, scartato – in generale, PUO’ interagire con altre carte fintanto che non è in gioco.
  6. Il Progenitus PUO’ essere influenzato da effetti globali (come Wrath of God o Sudden Spoiling), o da magie o abilità che non bersagliano (come Chainer’s Edict o Clone).
  7. Il Progenitus PUO’ essere sacrificato (ad esempio con carte come Altar of Dementia).

Debolezze o meno, rimane comunque una carta molto potente e temuta, giocata spesso anche in Legacy in compagnia di Show and Tell o, ancora meglio, di Natural Order. Quest’ultima carta, in particolare, è stata la classica “sleeper” (ovvero carta in teoria valida, nella pratica di scarso valore, ma in attesa di un’occasione/combinazione per dimostrarlo), un po’ come Dark Depths, che dall’anonimato più assoluto è passata alla gloria, saltando tutte le tappe intermedie: ricordo di averne presa una in italiano a 50 centesimi durante il prerelease di Shards of Alara, solamente per motivi collezionistici (il ragazzo a cui la chiesi mi guardò come a dire “ma davvero?”). Mai mi sarei immaginato che di lì a poco avrebbe avuto un’impennata di valore di quasi il 6000%! O__O
 
Se non siete riusciti a metterci ancora le mani sopra, o volete appunto montare uno dei vari mazzi simil-Bant che la gioca in Legacy accoppiata al Natural Order, questo From The Vault è l’occasione giusta – che vi piaccia o meno la nuova artwork.

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KIKI-JIKI, MIRROR BREAKER

doran

– Piano d’origine: Kamigawa

Storia/presentazione: Meloku era irritata. Pur avendo già eseguito diversi interrogatori in vita sua, e pur non aspettandosi niente di diverso che furti e atti vandalici dagli abitanti della terra, il fatto che quell’akki fosse arrivato fin dentro le sue camere lo considerava un affronto personale.

Kiki-Jiki invece, sospeso con una corda sopra il nulla, guardava la soratami che l’aveva catturato, e dentro di sè pensava che forse sarebbe stato meglio non fermarsi a mangiare tutte quelle nespole mentre fuggiva, per quanto belle e invitanti queste fossero.
 
Meloku iniziò a girare intorno al prigioniero, invitandolo a parlare, a confessare come aveva fatto un essere del genere non solo ad arrivare fino ai palazzi dei Soratami – sospesi in aria tra le nuvole, a 2000 piedi di distanza dal suolo – ma a rubare e nascondere la sua preziosa perla. Sapeva tutto di quell’Akki: sapeva che era il quartogenito della sua famiglia, sapeva che si chiamava Kiki-Jiki, sapeva che era stato cacciato dopo aver usato sua sorella come “allenamento” per il lancio delle rocce nei campi di lava, e aver insegnato ai suoi ancor più stupidi fratelli a giocare a “provoca l’oni”, ma nessuno dei suoi specchi, che erano in grado di vedere tutto, gli permettevano di trovare il nascondiglio della perla trafugata, né di capire come aveva fatto quell’Akki a imparare a volare. Indispettita, tirò fuori un pugnale, minacciando Kiki-Jiki di farlo sfracellare al suolo se non avesse parlato.
 
E dire che per l’akki non era stato una brutta giornata. Aveva passato buona parte della mattinata a cercare di raggiungere una grotta che aveva visto da un lontano crinale il giorno precedente, ma non riusciva a capire come fare, nonostante le sue ossessive ricerche. Aveva fame, molta fame, e l’idea del pesce e delle rane che avrebbe trovato nella grotta gli dava la forza per continuare… o quasi. Il suo stomaco brontolava. Doveva mangiare qualcosa. Raggiunse uno spazio pianeggiante alla ricerca di qualsiasi cosa fosse commestibile, o semi tale, per poter placare la sua fame. Falciando via l’erba, sentì un rumore familiare: acqua! Appoggiò un orecchio a terra e capì che sotto di lui c’era un fiume sotterraneo. Felice come non mai, iniziò a scavare una buca abbastanza larga per la sua stazza, quando… il pavimento crollò, facendolo sprofondare in basso.
 
Sotto di lui c’era effettivamente un fiume. E pieno di pesci con le gambe. La corrente portò l’akki più in profondità, in uno spazio asciutto. Chiuso tra gelo e tenebre, si accorse di aver schiacciato uno dei pesci sotto la sua corazza. E si accorse che, per quanto finalmente avesse qualcosa da mettere sotto i denti, probabilmente l’unica via di fuga era quella da cui era caduto poco prima. Dopo aver esplorato il posto almeno cinque volte, dovette purtroppo dare credito a questa ipotesi: la grotta terminava in una voragine buia e profonda, apparentemente senza uscita.
 
Kiki-Jiki, seduto sul ciglio del burrone, si mise a giocare a “sono una roccia, ascoltami mentre mi lancio verso la morte”, lanciando le rocce che trovava attorno a sè, in attesa che il buio lo inghiottisse. Esaurì velocemente sia la voglia di giocare che gli oggetti da lanciare – oramai gli rimaneva soltanto la coda spinosa del pesce che aveva schiacciato. L’agguantò e aprì la bocca per mangiarla, quando un soffio di vento gliela fece volare via dalle mani, verso il vuoto della voragine. Il suo istinto lo trattenne dal tentare di riprenderla – in fondo era solo una coda di pesce! – ma una forza ben più forte prevalse: il suo stomaco. Doveva mangiarla a tutti i costi. L’akki si lanciò nel vuoto per recuperarla, e lì accade qualcosa di inaspettato: non solo la sua caduta fu brevissima – gli sembrò di essere atterrato sull’aria stessa – ma si ritrovò in quella che sembrava una caverna ancora più grande e meno circolare rispetto a quella da cui era venuto.
 
Guardandosi intorno, Kiki-Jiki notò che c’era qualcosa di strano sulle pareti: era come se fossero composte da pannelli, grandi come lui, attaccati l’uno accanto all’altro in maniera più o meno regolare. Ce ne dovevano essere una cinquantina. E… non era solo! Strane e mostruose creature, dal lungo naso e dall’orrido aspetto, lo guardavano da dietro i pannelli con gli occhi iniettati di sangue. L’akki alzò le mani per mostrar loro d’essere disarmato, e le creature scimmiottarono il suo gesto di resa. Il terrore s’impadronì di lui: l’avrebbero mangiato di sicuro, erano diabolici, erano vili, erano… akki? Kiki-Jiki si grattò la testa, e così fecero anche i cinquanta akki. Si mise su una gamba, e iniziò a girare su se stesso, e così fecero anche le creature. Erano specchi. Si trovava in una stanza piena di specchi!
 
Sapeva che c’erano delle persone a Kamigawa in grado di congelare la superficie dell’acqua e appenderla ad un muro, ma era la prima volta che ne vedeva uno dal vivo. Corse a dargli un’occhiata da vicino e, nel farlo, notò qualcosa per terra: la coda del pesce. Kiki-Jiki non fece in tempo a pensare a quanto fortunata fosse quella scoperta che sentì una voce. Gli specchi iniziarono a muoversi e da un buco nel muro comparve la testa di un drago. In preda al terrore, l’akki capì che quelli non erano pannelli, ma scaglie – scaglie di un drago enorme e antico.
 
La maestosa creatura iniziò a narrargli di quanto fosse più vecchio del tempo stesso, dotato di scaglie più dure e brillanti del diamante e di un soffio più caldo del magma. Ma la mente di Kiki-Jiki era altrove: tutta la sua vita gli stava passando davanti agli occhi. Pensò ai suoi fratelli e sorelle, che lo colpivano con le rocce. Pensò a suo padre, che mentre lo cacciava lo colpiva con una grossa e pesante roccia. Pensò a sua madre, che gli urlava dietro mentre lo colpiva con una roccia ancora più grossa. A dirla tutta, non aveva dei bei ricordi. Frugò la mente alla ricerca di qualche pensiero positivo, magari legato al cibo, ma appena sentì il fiato della bestia su di lui, non potè che svenire in attesa della morte.
 
Si risvegliò poco dopo. Non c’era più la caverna, il buio, la paura: attorno a sè aveva solo cielo e nuvole. Le vedeva sempre più vicine, quasi come se le potesse toccare, finché… non passo attraverso una di esse. Guardò in basso, e capì: era sopra la schiena del drago. Si ricordò che la maestosa creatura gli aveva chiesto di recuperare per lui una preziosa pietra che gli era stata trafugata tempo prima, custodita in un palazzo sospeso in cielo.
Mentre si avvicinavano alla destinazione, l’akki iniziò a intravedere le torre e le pagode tra le nuvole: appartenevano ai soratami, il popolo della luna, una razza umanoide che viveva in cielo e poco si curava delle popolazioni che occupavano la terra sottostante. Kiki-Jiki sapeva che i soratami conoscevano la magia, e temeva quindi di poter essere individuato, ma il drago lo rassicurò, dicendogli che tutto ciò che potevano vedere era una nuvola che si spostava nel vasto cielo.
Il drago lasciò l’akki vicino ad un maestoso palazzo, rispondendo alla sua domanda su come fare a raggiungere la perla con un mezzo sorriso. Doveva cavarsela da sè, e sapeva che non sarebbe stato facile. Le strutture dei soratami erano ampie e piene di lucenti marmi, e i giardini puliti e immacolati – tutti aspetti che rendevano difficile nascondersi o essere furtivi. Kiki-Jiki sgattaiolò in un ampio corridoio pieno di nuvole dipinte, finché non senti delle voci. Velocemente si nascose dietro ad un grande intaglio di giada, che raffigurava una bocca con le ali. Dal suo nascondiglio, vide due soratami fluttuare a breve distanza da lui. Indossavano dei lunghi abiti, pieni di simboli e fili dorati, ma l’abito di uno dei due cambiava fantasia a seconda dei movimenti: doveva essere l’ambasciatore. Il drago, nella caverna, l’aveva avvertito che doveva trovare lui se voleva trovare la perla.
 
Non doveva essere lontano dalla sua meta, quindi. Appena i due soratami sparirono dalla vista, l’akki uscì dal nascondiglio ed entrò nella stanza dalla quale era uscito l’ambasciatore. Era ancora più sfarzosa della precedenti. Giada e marmo si alternavano sulle pareti, dando vita ad un appagante gioco di colori per gli occhi. Sfarzosi candelabri bianchi riempivano delle apposite nicchie, illuminate dalla tremolante luce della fiamma delle candele, che fluttuava a pochi centimetri dalla rispettiva candela. Un arazzo enormente adornava una parete, decorato con una gigantesca luna che sembrava galleggiare sopra il tessuto stesso. Mentre Kiki-Jiki si avvicinava, notò un piedistallo d’acciaio con sopra una gigantesca perla: doveva essere quella che era stata rubata al drago.
 
E se i soratami l’avessero protetta con un incantesimo? Sarebbe potuto morire, o trasformarsi in una creatura ancora più brutta di un akki. Ma il pensiero di vedere la faccia dei suoi parenti, spaventati a morte dall’arrivo del suo nuovo amico drago, spazzò via ogni dubbio: Kiki-Jiki rotolò velocemente verso la perla, l’afferrò, si girò per andarsene e… si bloccò.
 
Qualcuno lo stava osservando. Dietro uno dei candelabri, qualcuno lo stava guardando. Il drago non aveva specificato in quali condizioni doveva essere la perla, e se c’era una cosa in cui era bravo l’akki era il lancio degli oggetti. Sollevò la pietra sopra la testa per scagliarla, quando si accorse che… la figura che lo stava guardando stava facendo lo stesso. Un altro specchio!
 
Con la perla sottobraccio, si avvicinò all’alcova dov’era collocato, per guardarsi meglio. Aveva un aspetto migliore visto da lì: naso più schiacciato, occhi lucenti e blu, braccia più lunghe e… vuote? Kiki-Jiki guardò la perla: era lì, sotto il suo braccio. Ma la sua immagine nello specchio non l’aveva. Appoggiò la perla a terra, e la figura ne imitò l’azione. Si stiracchiò la schiena, e la figura riflessa fece lo stesso, per poi tirare fuori la lingua e fargli una pernacchia. Non era la prima volta che la bocca dell’akki agiva di propria iniziativa, ma stavolta era sicuro che fosse lì, intrappolata dietro i suoi denti. Tornò a guardare lo specchio, e vide che la sua riflessione gli faceva gestacci con le mani. Furioso, sollevò la perla sopra la testa, e digrignò i denti. Il suo altro sè stesso si mise le mani sopra la faccia. Sembrava quasi che volesse urlargli contro qualcosa, ma Kiki-Jiki non riusciva a sentirlo. O non voleva sentirlo: raccogliendo tutta la sua forza, scagliò la perla contro lo specchio, mandandolo in frantumi.
 
La perla rimbalzò addosso all’akki, spingendolo verso il centro della stanza. Con quel gesto aveva fatto molto rumore – era molto probabile che qualcuno l’avesse sentito. Si rialzò velocemente e corse a riprendere la perla, nella speranza che non si fosse rotta o, ancor peggio, facesse ancora più rumore. Recuperata la refurtiva, si avvicinò all’alcova dello specchio, dove vide una cosa incredibile: la sua immagine riflessa aveva preso vita, e si stava togliendo di dosso i frammenti di vetro dello specchio.
 
Era un altro sè stesso, un clone identico all’originale. Superato lo stupore iniziale, i due Kiki-Jiki sentirono le voci dei soratami provenire da poco lontano: dovevano aver sentito il rumore provocato dalla rottura dello specchio. Sarebbero venuti a investigare, quello era poco ma sicuro. I due akki scapparono velocemente dalla stanza, e raggiunsero un’ampia sala indisturbati. Il Kiki-Jiki originale propose al suo clone di dividersi, per avere più possibilità di raggiungere il drago, ma non riuscì a convincerlo – o, almeno, finché non gli propose di prendere delle nespole mentre li raggiungeva. Stessa faccia, stesso stomaco, apparentemente. Il Kiki-Jiki originale, mentre raggiungeva la pagoda dalla quale il drago gli aveva detto che l’avrebbe recuperato, si chiese se era davvero così facile farsi fregare.
 
E mentre volava via dal palazzo dei soratami, Kiki-Jiki chiese al drago se la sua riflessione, che oramai doveva essere prigionera dell’ambasciatore, si sarebbe riuscita a salvare. Il drago gli rispose che non c’era nulla di cui preoccuparsi, perché questa era ancora più effimera del suo creatore stesso. L’akki non sapeva cosa significasse “effimero”, ma gli suonò come una parola legata alla magia, e pensò quindi che non sarebbe stata intrappolata a lungo. Sollevato, guardò in basso, e vide le montagne dove viveva la sua famiglia. Doveva fare più riflessioni. Gongolava al pensiero di decine di Kiki-Jiki che seppellivano di peso suo padre. Urlò al vento che doveva riuscire ad avere altri di quegli specchi, ma il drago lo interruppe, dicendogli che quello che aveva fatto dipendeva esclusivamente da lui – era il suo potere magico. Felice, Kiki-Jiki si fece lasciare in un frutteto abbandonato, bagnato da uno specchio d’acqua e ricco di alberi pieni di frutta e grosse lumache da mangiare, per poter affinare e sperimentare i suoi nuovi poteri. Alla fine, era stata davvero una bella giornata.
Meloku, intanto, nel suo palazzo in alto nel cielo, non riuscendo a ottenere informazioni, aveva deciso l’inevitabile: tagliare la corda che teneva sospeso l’akki, per farlo schiantare al suolo. Ma, mentre si avvicinava con il suo pugnale verso il prigioniero, notò qualcosa di strano: questi era diventato improvvisamente immobile. Stupita, alzò le sopracciglia, e rimase senza fiato quando lo vide frantumarsi in migliaia di schegge, che volarono verso terra come una pioggia splendente. Indubbiamente, quello era stato per lei il più irritante tra gli interrogatori.

– Discussione: La storia di Kiki-Jiki ammetto sia un po’ lunga, ma è molto bella da leggere, e adattarla e tradurla è stato davvero un divertimento, tanto che ho cercato di tagliarne il meno possibile: questo leggendario, in tutti sensi, akki ha un lato auto-comico davvero molto particolare e caratteristico della specie, che rende davvero piacevole la lettura. Complimenti a chi l’ha ideata originariamente.
 
Parlando invece di questioni più ludiche, confesso di essere un fan di questa leggenda, il cui “spirito” alleggia anche nell’odierno standard: per chi non sapesse di cosa sto parlando, il mazzo Exarch Twin, ovvero il mazzo derivato dalla combo tra Deceiver Exarch e Splinter Twin, ha come padre spirituale quello basato su Kiki-Jiki e Pestermite. Le carte coinvolte sono diverse, ma il principio di funzionamento è il medesimo, e ugualmente devastante: creare infinite pedine della Pestermite, e “one-shottare” così l’avversario.
 
Per farlo basta giocare, appunto, Kiki-Jiki e la Pestermite. Una volta fatto questo si utilizza l’abilità dell’akki leggendario per creare una copia della Pestermite che, entrando in gioco, ci permetterà di stappare Kiki-Jiki, consentendoci così di riutilizzare l’abilità di clonazione sulla Pestermite, e così via fino all’infinito. Dato che tutte le copie della Pestermite così create hanno rapidità, si può attaccare, e presumibilmente uccidere, l’avversario nello stesso turno in cui si riesce a mettere in piedi la combo, facendole guadagnare ulteriori punti a favore.
 
Uscendo invece da un contesto competitivo, in Commander Kiki-Jiki è in assoluto uno dei generali rossi preferiti dai giocatori. Vuoi perché è un goblin, e questa auto-lesionista razza tribale ha sempre avuto molti fan, vuoi perché ha un’abilità interessante, vuoi perché è uno dei pochi mazzi che, pur essendo costretto a rimanere sul monorosso, può vantare più di una combo mortale per finire l’avversario.
 
Ma procediamo per gradi. Già da una prima occhiata, è facile capire come Kiki-Jiki NON sia un generale d’assalto. E, se avete letto la sua storia qua sopra, capirete che forse sono stati anche troppo “generosi” a farlo 2/2. Il vero potenziale di questo akki sta tutto nella sua abilità di clonazione (attenzione, ricordatevi sempre che copia solo le VOSTRE creature, e non quelle avversarie), e nel fatto che la possa usare fin da subito grazie a rapidità. Clonare implica che ci siano creature da bersagliare e, considerata la natura “effimera” delle copie (dato che muoiono alla fine del turno), i migliori soggetti sono quelli che fanno qualcosa quando entrano o escono dal campo di battaglia, o che si possono sacrificare per avere un immediato impatto sul campo di battaglia. Ecco qui un’esaustiva lista delle più sensate carte con tali abilità presenti attualmente tra rosso e artefatti, divise in categorie:
 
Danni (bersagliando): Arms Dealer o Bloodpyre Elemental (sacrificandoli 4 danni solo creature) / Blazing Effigy (3 danni solo creature quando muore) / Bogardan Firefiend (2 danni quando muore) / Bogardan Hellkite (5 danni suddivisi) / Blisterstick Shaman o Sparkmage Apprentice (1 danno) / Bloodshot Cyclops (può sparare le creature – compreso se stesso) / Corrupted Eunuchs o Fire Imp o Goblin Commando (2 danni solo creature) / Ember Hauler (sacrificandolo 2 danni a un bersaglio) / Fire Bowman o Mogg Fanatic o Goblin Firestarter o Ticking Gnomes (sacrificandoli 1 danno) / Fire Dragon (danno pari alle proprie montagne a una creatura) / Firemaw Kavu (2 danni ad una creatura quando entra, 4 quando esce: perfetta sinergia con le creazioni di Kiki-Jiki!) / Flametongue Kavu (4 danni solo creature) / Furystoke Giant (le tue creature possono tapparsi per fare 2 danni ed ha persistere) / Ghitu Fire-Eater (sacrificandolo infliggono danni pari alla propria forza a un bersaglio) / Ghitu Slinger (2 danni, ha echo) / Goblin Arsonist (1 danno quando muore) / Goblin Skycutter (2 danni a una cretura volante che perde tale abilità) / Goretusk Firebeast (4 danni solo avversario, mitico il flavor X-D) / Inferno Titan (3 danni suddivisi) / Keldon Champion (3 danni solo avversario, ha rapidità e echo) / Mudbutton Torchrunner (3 danni quando muore) / Outrage Shaman (danni con cromia rossa ad una creatura) / Pardic Arsonist (3 danni in soglia) / Perilous Myr (2 danni quando muore) / Shock Troops (sacrificandoli 2 danni a un bersaglio) / Spitebellows (6 danni a una creatura quando esce) / Stalking Yeti (reciproco scambio di danni tra lui e una creatura bersaglio) / Tar Pitcher (2 danni a un bersaglio sacrificando un goblin – e lui stesso è un goblin) / Triskelion (3 danni suddivisi) / Vulshok Replica (sacrificandola 3 danni a un giocatore)
 
Danni (globali): Caldera Hellion (3 danni a tutte le creature, ha divorare) / Crater Hellion (4 danni a tutte le creature, ha echo) / Magma Giant (2 danni a tutto e tutti) / Magma Phoenix (3 danni a tutte le creature quando muore) / Shard Poenix (2 danni a tutte le creature non volanti sacrificandola) / Subterranean Shambler (1 danno alle creature senza volare quando entra o esce, ha echo) / Thunder Dragon (3 danni alle creature senza volare)

Distruzione terre: Avalanche Rider (rapidi, ma hanno echo) / Faultgrinder (ha apparire e travolgere) / Fire Snake o Goblin Gardener (quando muore) / Goblin Settler / Akki Blizzard-Herder o Hurloon Shaman (quando muore ogni giocatore sacrifica una terra) / Invader Parasite (esilia una terra, poco utile l’abilità di “imprimere” con le copie) / Keldon Firebombers (distrugge tutte le terre di tutti fuorché tre) / Ogre Arsonist / Ravaging Horde / Ravenous Baboons (solo non base) / Sundering Titan (una terra per ogni tipo, sia quando entra che esce – perfetto con Kiki-Jiki)
 
Distruzione artefatti: Ingot Chewer (ha apparire) / Keldon Vandals (ha echo) / Manic Vandal / Oxidda Scrapmelter / Rustpore Ram (solo equipaggiamenti) / Yuki-Onna
 
Distruzione creature: Duplicant (esilia una creatura e guadagna la sua forza e costituzione) / Hammerheim Deadeye (distrugge una creatura con volare, ha echo) / Ogre Gatecrasher (distrugge una creatura con difensore)
 
Potenziamento o Spotenziamento: Bogardan Rager (+4/+0 ad una creatura) / Grim Poppet (3 segnalini -1/-1 da distribuire) / Inner-Flame Acolyte (+2/+0 e rapidità ad una creatura) / Necropede (un segnalino -1/-1 quando muore) / Rage Forger (un segnalino +1/+1 in regalo a tutti i nostri sciamani) / Scourge Devil (+1/+0 per tutte le nostre creature, ha dissotterrare) / Tormentor Exarch (+2/+0 o -0/-2 a una creatura) / Viashino Bladescout (attacco improvviso ad una creatura) / Vulshok Heartstoker (+2/+0 a una creatura)
 
Creazione pedine: Chancellor of the Forge (X 1/1 goblin rapidi, X=creature controllate) / Emrakul’s Hatcher (3 0/1 spawn eldrazi, usabili quindi per accelerare il mana) / Goblin Marshal (3 1/1 goblin quando entra e esce, perfetto con Kiki-Jiki) / Hearthcage Giant (2 3/1 elementale sciamano, il gigante stesso prende +3/+1 sacrificando un elementale) / Mogg War Marshal (1 1/1 goblin quando entra e esce, ha echo) / Myr Battlesphere (4 1/1 myr, si potenzia e spara danni in attacco tappando i myr) / Myr Retriver (1 1/1 myr quando muore) / Pentavus o Thopter Squadron o Triskelavus (svariate 1/1 creature volanti, a seconda di quanto mana volete spendere e la loro “capacità”) / Precursor Golem (2 3/3 golem, irradia a tutti i golem istantanei e stregonerie che li bersagliano) / Rukh Egg (1 4/4 volare quando muore) / Siege-Gang Commander (3 1/1 goblin pronti ad essere sparati!) / Wurmcoil Engine (2 3/3 wurm, uno con tocco letale e l’altro con legame vitale)
 
Furto: Conquering Manticore (ruba una creatura avversaria fino alla fine del turno) / Goatnapper (ruba le capre avversarie! X-D) / Vulshok Battlemaster (ruba tutti gli equipaggiamenti e se li metti addosso)
 
Tutori: Flamekin Harbinger (tutora un’elementale, la mette in cima al mazzo) / Giant Harbinger (come il precedente, ma per i giganti) / Goblin Matron (tutora un goblin e lo aggiunge alla mano) / Goblin Recruiter (tutora X goblin e li mette in cima al mazzo… non so quanto possa essere utile il ripetere una simile azione…) / Hoarding Dragon (tutora un artefatto, ma te lo dà solo quando muore… perfetto se clonato con Kiki-Jiki) / Imperial Recruiter (tutora una creatura con forza di 2 o meno) / Pilgrim’s Eye (tutora una terra base) / Solemn Simulacrum (tutora una terra base, quando muore peschi una carta – perfetto con Kiki-Jiki)
 
Pescare carte: Brass Herald (guardi le prime quattro carte e peschi tutte le creature di un tipo scelto, +1/+1 alle creature del tipo scelto) / Brass Secretary o Limestone Golem (sacrificandolo +1 carta) / Runed Servitor (tutti +1 carta quando muore) / Goblin Ringleader (guardi le prime quattro carte e peschi tutti i goblin presenti)
 
Guadagno di punti vita: Anodet Lurker (quando muore +3 punti vita) / Bottle Gnomes (sacrificandolo +3 punti vita) / Enatu Golem (+4 punti vita quando muore) / Onulet (+2 punti vita quando muore) / Peace Strider (+3 punti vita)

Rianimazione / recupero carte dal cimitero: Anarchist (recupero di stregonerie dal cimitero) / Artisan of Kozilek (rimette in gioco una creatura dal cimitero) / Junk Diver o Myr Retriver (recupero di un artefatto quando muore) / Scarecrone (rimette in gioco un artefatto dal cimitero e/o sacrificandolo si può pescare una carta)
 
Altri effetti: Copper Gnomes (sacrificandoli si può mettere un artefatto dalla mano in gioco) / Glarewielder (due creature non bloccano, ha rapidità e apparire) / Goblin Shortcutter (una creatura non può bloccare) / Heap Doll (esilia una carta da un cimitero sacrificandolo) / Knollspine Dragon (scarti la mano e peschi carte pari al danno inflitto ad un avversario) / Mirror Golem (esilia una carta dal cimitero, ha protezione dai suoi tipi) / Pardic Miner (blocca la possibilità di giocare terre sacrificandolo – molto utile se clonato nel turno avversario, specie se accompagnato da un buon numero di spacca terre) / Pierce Strider (un avversario perde 3 punti vita) / Priest of Urabrask (un Dark Ritual rosso) / Skirk Prospector o Thermopod (danno un mana rosso sacrificando rispettivamente un goblin o una creatura) / Shrieking Mogg o Thundermare (tappa tutte le altre creature – utile se duplicato con Kiki-Jiki nel turno avversario) / Stingscourger (rimbalzino per le creature) / Summoner’s Egg (imprinti una carta, quando muore se creatura la metti in gioco – perfetta con Kiki-Jiki)

Dico “sensate” perché per quanto il Goblin Pyromancer, giusto per fare un esempio, al limite possa avere un’utilità in un mazzo a tema (giocato e duplicato significa +6/+0 a tutti i goblin), carte come Lava Hounds, Lava Runner, Eater of Days o Leveler, salvo barbatrucchi, servono solamente a far avvicinare più rapidamente la propria morte. La scelta delle carte è molto soggettiva e dipende direttamente da come si è deciso di strutturare il mazzo, ma difficilmente si può rinunciare a utilità come Duplicant, Sundering Titan, Stingscourger o Bogardan Hellkite.
Altro aspetto da considerare, sempre relativo alla natura effimera delle copie creature con Kiki-Jiki, e che queste possono essere sacrificate con altre carte per ottenere effetti interessanti. Pensate infatti a Carnage Altar, per pescare carte, a Shivan Harvest, per distruggere le terre non base, a Helm of Possession, per rubare le creature avversarie, a Goblin Bombardment / Magmaw per infliggere danni o al… Greater Gargadon, per accelerarne l’ingresso in campo. Tutti sistemi semplici ma efficaci per rendere ancora più utili le temporanee copie create dal nostro akki leggendario. Come ciliegina sulla torta, aggiungete al mix la sempre divina Skullclamp, per pescare a più non posso a prescindere dal destino che vogliate far seguire alle immagini riflesse, o la “solo per Commander, ma lì fa faville” Vicious Shadow per aumentare a dismisura i danni inflitti.
Ma… all’inizio avevo parlato di combo. Il nostro comandante, grazie alla sua abilità, si presta a delle elaborate quanto mortali combo in grado di rendere il rosso, in generale, un colore meno “fanalino di coda” in Commander. Vediamole assieme:

COMBO 1: Kiki-Jiki, Mirror Breaker + Thornbite Staff + una carta che permette di sacrificare una creatura + una creatura non leggendaria con un effetto quando entra in gioco o Kiki-Jiki, Mirror Breaker + Thornbite Staff + una creatura che fa un effetto sacrificandosi (possibilmente senza spendere mana)

Quattro o tre pezzi di combo, ma probabilmente è la più “artistica” tra quelle eseguibili con Kiki-Jiki. Innanzitutto, prendiamo la Thornbite Staff: il suo pregio non è quello di permettere a Kiki-Jiki di emulare un Prodigal Piromancer, ma di farlo stappare quando una creatura muore. Una QUALSIASI creatura, e in qualsiasi modo essa muoia. Già è sinergica con Kiki-Jiki in quanto si auto-equipaggia ad uno sciamano (e lui ha proprio questa classe) e, in condizioni normali, ogni copia creata, appena questa muore, può far stappare il comandante (permettendo, virtualmente, almeno una copia ogni turno, sia avversario che nostro), ma con i giusti accorgimenti può diventare mortale.
Immaginatevi infatti di avere in campo Kiki-Jiki, equipaggiato con la Thornbite Staff, una creatura che fa un effetto quando entra in gioco ed un qualcosa per sacrificare le creature. Va bene anche una creatura che si può autosacrificare per fare un effetto, dato che vi permetterà di evitare del tutto di dover utilizzare un qualcosa per poterlo fare, ma, come potrete ben immaginare, se c’è di mezzo del mana da spendere non potrete farla diventare infinita (salvo ulteriori accorgimenti, ovviamente). Comunque sia, predisponendo queste carte in campo, potrete:

  1. Copiare la creatura con Kiki-Jiki: se fa un effetto quando entra in gioco, questo scatterà.
  2. Sacrificare la copia grazie alla carta che permette di sacrificare le creature, o autosacrificarla se questa ne ha la possibilità: dato che così facendo la creatura finirà nel cimitero, la Thornbite Staff farà stappare Kiki-Jiki.
  3. Repetita iuvant.

Immaginate, partendo leggeri, di utilizzare il Solemn Simulacrum come creatura da copiare. Risultato: tutte le terre base del mazzo in gioco, e la possibilità concreta di pescare l’intero mazzo. Con il Priest of Urabrask potrete avere mana rosso infinito (e se puntate a “Palla di fuoco da mille” attenzione a carte come Redirect o Shunt), con il Faultgrinder potrete spaccare tutte le terre avversarie, con il Ghitu Slinger (o un semplice Mogg Fanatic!) potrete uccidere direttamente i vostri avversari, con la Conquering Masticore potrete rubargli TUTTE le creature, con i Bottle Gnomes potrete fare indigestione di punti vita (in un monorosso!), e così via fino a che può la vostra immaginazione.
Ovviamente nella versione a “quattro pezzi”, ovvero con una carta d’appoggio per poter sacrificare le creature, potrete fare due effetti ogni copia (immaginate di usare, ad esempio, carte come Goblin Bombardment o Ashnod’s Altar), ma indubbiamente sarà più difficile da attuare.

COMBO 2: Kiki-Jiki, Mirror Breaker + Lightning Crafter + qualcosa per sacrificare le creature

Questa combo, rispetto alla precedente, è decisamente più subdola, ed è a volte giocata addirittura in Legacy come condizione di vittoria alternativa nei mazzi Goblin quando la situazione si mette male, o per uscire da una situazione di stallo. Il funzionamento potrà sembrare contorto a chi non capisce bene come funziona lo stack, per cui tenterò di renderlo il più semplice possibile da comprendere. Con Kiki-Jiki ed una qualsiasi carta per sacrificare le creature in campo, fate così:

  1. Giocate il Lightning Crafter.
  2. Con l’abilità di “battersi per un goblin” nello stack (cosa che avviene quando il Lightning Crafter entra nel campo di battaglia), utilizzate Kiki-Jiki per copiare il Lightning Crafter.
  3. Con l’abilità di “battersi per un goblin” della copia, bersagliate Kiki-Jiki.
  4. Dato che la copia ha rapidità, tappatela per infliggere 3 danni al vostro avversario.
  5. Usate la carta per sacrificare le creature per sacrificare la copia del Lightning Crafter.
  6. Kiki-Jiki rientrerà in campo, stappato, pronto a ricopiare il Lightning Crafter e infliggere così infiniti danni al vostro avversario.

Da notare che tutto questo può essere fatto in risposta all’abilità “battersi per un goblin” del punto 2, cosa che permette di poter sfruttare questa combo anche con il solo Kiki-Jiki in campo. Ovviamente se, per qualsiasi motivo, avete il Lightning Crafter già in gioco, insieme a Kiki-Jiki e la solita carta per sacrificare una creatura, potrete dare ugualmente il via alla combo: con Kiki-Jiki copiate il Lightning Crafter, vi battete per lo stesso Kiki-Jiki, fate i 3 danni, lo sacrificate, Kiki-Jiki rientra in campo stappato, repetita iuvant.
Inoltre il bello del Lightning Crafter è che non solo è un goblin, per cui è facilmente tutorabile grazie a Goblin Matron o Goblin Recruiter, ma essendo uno sciamano gli potrete far equipaggiare la Thornbite Staff, consentendogli così di stappare, e quindi d’infliggere danni, ogni volta che una creatura muore. Tecnicamente Lightning Crafter + Thornbite Staff impedisce a qualsiasi avversario di avere in gioco creature con costituzione minore o uguale a 3 – aspetto fantastico contro mazzi pedine o generali poco resistenti.

COMBO 3: Kiki-Jiki, Mirror Breaker + Breath of Fury + una creatura qualsiasi senza debolezza da evocazione

Combo molto situazionale, ma poco conosciuta e spesso in grado di sorprendere un ignaro avversario. Con in campo Kiki-Jiki stappato ed un’altra creatura (che, sottolineo, NON deve avere debolezza da evocazione, in quanto dovrà attaccare), procedete in questo modo:

  1. Giocate Breath of Fury, bersagliando la creatura senza debolezza da evocazione.
  2. Fatene una copia con Kiki-Jiki.
  3. Attaccate un giocatore con la creatura incantata. Supponendo che riesca a infliggere danno direttamente all’avversario, verrà sacrificata per effetto di Breath of Fury, e voi stapparete tutte le vostre creature – in particolare Kiki-Jiki. Come bersaglio per l’aura scegliete la copia creata precedentemente.
  4. Create con Kiki-Jiki una copia della creatura ora incantata (la copia della copia!).
  5. Attaccate con la creatura incantata, ripetendo praticamente tutto ciò che è accaduto dal punto 3 in poi.

Ovviamente basta una qualsiasi creatura in difesa per bloccare tutto il processo, però considerate che (1) può comunque colpire grazie al fattore sorpresa e che (2) specie in multiplayer, se la creatura designata per l’attacco fa un effetto quando entra in gioco, potrete mandare avanti la combo attaccando un giocatore senza difesa, mentre uccidete gli altri grazie all’effetto che fa la creatura copiata quando entra in gioco. Per questo scopo è, ovviamente, preferibile averne una che infligge danni, tipo Ghitu Slinger o Inferno Titan.

Come avete potuto vedere, purtroppo il monorosso non permette a Kiki-Jiki di sfruttare il Deceiver Exarch o la Perstermite come avviene in costruito, ma ha un ampio spazio di combo sfiziose e possibilità interessanti tutte da sfruttare! E, a corredo di tutto, ricordatevi che carte Thousand-Year Elixir, Rings of Brightheart o Magewright’s Stone non posso che migliorare le già sorprendenti abilità di Kiki-Jiki.

staff

5 Comments

  1. kekko89

    quela piu semplice no?? kiki jiki + esarca blu o pestermite infiniti tokens ..si proprio come splinter twin! e credo ke sara l unico mazzo con carte comprabili in qst cacchio di modern…..l esteso potevano lasciarlo!

  2. maruth

    cmq prevedo che lo zanne e unghie tornerà in vigore,kiki jiki exarch mi sembra ottima,per nn pensare alla presenza di boseiju che con il nostro bel titano verde possiamo a ndare a prenderla e rendere la nostra chiusura impossibile da neutralizzare,cmq adesso ci sono talmente tante di quelle creature che ti fanno vincere la partita che lo zanne e unghie potrebbe davvero essere un gran mazzo in modern….devo riprenderne 4 assolutamente 🙂

  3. kekko89

    [quote name=”maruth”]cmq prevedo che lo zanne e unghie tornerà in vigore,kiki jiki exarch mi sembra ottima,per nn pensare alla presenza di boseiju che con il nostro bel titano verde possiamo a ndare a prenderla e rendere la nostra chiusura impossibile da neutralizzare,cmq adesso ci sono talmente tante di quelle creature che ti fanno vincere la partita che lo zanne e unghie potrebbe davvero essere un gran mazzo in modern….devo riprenderne 4 assolutamente :)[/quote]
    EMRAKUL ,IONA,BLIGHSTEEL COLOSSUSS PIU KIKI JIJI (ROBA DA UNA BOTTA SOLA )…E TANTI ALTRI!

  4. Iol

    scusate ma il vostro negoziante e quanto lo vende?

  5. daniele@metagame.it

    [quote=”Iol”]
    scusate ma il vostro negoziante e quanto lo vende?[/quote]

    Immagino che ci saranno negozionati che tenteranno di lucrarci sopra come non mai, ma dubito che assisteremo a ciò che accaduto con gli ultimi due From the Vault, dato che non c’è poi moltissimo di giocabile a livello competitivo – e molte delle carte giocabili si trovano bene e a prezzo basso/moderato anche normalmente. Sinceramente, mi sarei aspettato leggende più significative sia a livello di storia che a livello di gameplay, senza contare la delusione massima delle due scelte fatte per il “ripescaggio Portal 3 Kingdom”.

    [quote=”maruth”]cmq prevedo che lo zanne e unghie tornerà in vigore,kiki jiki exarch mi sembra ottima,per nn pensare alla presenza di boseiju che con il nostro bel titano verde possiamo a ndare a prenderla e rendere la nostra chiusura impossibile da neutralizzare,c mq adesso ci sono talmente tante di quelle creature che ti fanno vincere la partita che lo zanne e unghie potrebbe davvero essere un gran mazzo in modern….devo riprenderne 4 assolutamente :)[/quote]

    È possibile, non a caso Kiki-Jiki è salito molto di valore in quest’ultimi tempi (in America va sui 9 dollari – prima, se non ricordo male, stava circa sui 2). 😉

    [quote name=”kekko89″]
    EMRAKUL ,IONA,BLIGHSTEEL COLOSSUSS PIU KIKI JIJI (ROBA DA UNA BOTTA SOLA )…E TANTI ALTRI![/quote]

    Emrakul e Iona purtroppo no, sono leggendari… :-/

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