Ciao Luca e grazie per aver accettato di offrirci questa tua intervista che ci aiuterà anche a capire meglio il mondo di Magic da un punto di vista… quantomeno diverso. A tutti coloro che non sanno chi sia Luca Zontini faccio presente che Luca, classe 1966, diplomatosi all’Istituto d’Arte di Parma nel 1985, è uno dei pochissimi artisti italiani che sia riuscito ad avvicinarsi alla corte della Wizards of the Coast come illustratore di carte Magic.
I suoi lavori per Magic the Gathering partono dal blocco Ice Mercadian Masques, più precisamente con l’espansione Mercadian Masques (1999-00), fino ad arrivare al più recente blocco Decima Edizione. Al di fuori dei blocchi classici, ultimi in ordine cronologico sono stati eseguiti invece i lvaori per i Formati Archenemy e Commander. Attualmente Luca lavora ad altri progetti affini al mondo delle carte come il gioco World of Warcraft e come illustratore per una nota multinazionale italiana, nonchè come insegnante presso la scuola internazionale di comics di Reggio Emilia, ma i suoi excursus nel mondo dell’illustrazione possono vantare prestigiose collaborazioni con noti marchi del settore ludico quali: Panini, Granata Press, Hobby&Work, Nexus e la rivista Kaos.
Allora Luca, prima di tutto, visto che Metagame.it si occupa esclusivamente di Magic raccontaci come è nata la collaborazione con la Wizards of the Coast. Immagino che nel lontano 1996 non ci fosse tutto il clamore che c’è oggi attorno a questo gioco. Cosa ti ha spinto a provare la strada dell’illustrazione di giochi di carte? E’ stato un caso o ti sei proposto tu come illustratore?
Un po’ entrambe le cose. In realtà cominciai col fumetto. Ricordo che mi proposi alla Granata Press, una casa editrice del settore tra le più importanti degli anni ’90 e per la quale cominciai a lavorare a una storia di fantascienza, e insomma, siccome avevo bisogno di pagarmi l’affitto, chiesi se avevano qualche lavoretto o copertina da farmi fare per riuscire a sostenermi mentre disegnavo la storia. Allora esisteva una rivista che trattava di giochi di ruolo e di carte che si chiamava Kaos, mi proposero di illustrare diverse copertine, e così scoprii il fantasy e tutto questo mondo ad esso collegato che cominciava a nascere proprio in quegli anni.
Il caso volle che dopo qualche anno un art director della Wizards of the Coast si trovasse a Lucca Comics and Games per reclutare giovani illustratori italiani, feci vedere quelle copertine e….voilà, eccomi qua.
Com’è stato lavorare per la Wizards of the Coast? Tornerai presto ad illustrare carte per i prossimi blocchi oppure l’esperienza Magic è finita?
Naturalmente è stata una bellissima esperienza, in quegli anni ero ancora piuttosto giovane, e vedere le mie cose uscire insieme a quelle di illustratori che fino a qualche anno prima consideravo come modelli, insomma, potete immaginare… La mia carriera ha poi preso una strada leggermente diversa, in questo momento sto cercando delle strade stilistiche ed espressive più personali e mi interessano altri ambiti, ma non escludo in futuro di tornare su Magic, perché no, mai dire mai…
Come trai spunto per le tue illustrazioni? Ti viene dato un progetto da seguire a grandi linee o semplicemente dati il nome e l’effetto della carta ti lasciano libero sfogo alla tua immaginazione?
In realtà il progetto è molto strutturato e a volte le imposizioni date dal set sono abbastanza rigide. Dietro l’uscita di ogni set c’è un lavoro enorme di concept e di pre-produzione che viene fornito agli illustratori che andranno a lavorare sulle carte e che gli utenti del gioco non vedranno mai.
Spesso il titolo è l’ultima cosa che decidono, e in sostanza all’illustratore arriva una descrizione dell’azione che dovrà contenere la carta e i riferimenti visivi per quel che riguarda le ambientazioni e i costumi, se sono specifici.
Detto questo, sta poi alla maestria dell’illustratore fare tutto il lavoro sullo stile e sulla regia, scegliere il punto di vista giusto, caratterizzare i personaggi ecc ecc, insomma, qui l’immaginazione ha libero sfogo.
Quanto tempo serve per sviluppare un’ illustrazione?
Esistono dei tempi effettivi e dei tempi fisiologici dovuti all’iter lavorativo. In genere prima di procedere alla colorazione del definitivo si aspetta il feedback dell’art director sullo sketch che si è prodotto precedentemente, e a volte si aspetta anche una settimana prima che arrivi la risposta.
Se poi ci sono delle modifiche da fare si produce un secondo sketch con le rettifiche e così via; per quanto riguarda i miei tempi effettivi sulla produzione di un’immagine possono andare da 3 giorni a una settimana in base al grado di complessità dell’illustrazione.
Qual’è stata la carta (MTG) a cui sei più affezionato? C’è un motivo particolare?
Non ci ho mai pensato, non credo ce ne sia una in particolare, forse le prime, perché coincidono con l’inizio di un’esperienza completamente nuova, piena d’insicurezze ma ricca di entusiasmo.
Rispetto alle prime tue illustrazioni, quelle di oggi (WoW) sono disegnate in modo molto differente. Il fatto di utilizzare un computer piuttosto che disegnare a “mano libera” non credi che impoverisca il lavoro stesso? E’ forse una questione di tempi lavorativi o l’evoluzione delle tecniche di disegno ti costringe a stare al passo con i tempi?
Se c’è una differenza tra i due stili non è dovuta tanto all’uso del computer quanto al fatto che WoW ha un concept stilistico e di character design molto differente rispetto a quello di Magic. Tra l’altro alterno l’uso del computer alle tecniche tradizionali per cui, quando ho il tempo e la voglia, lavoro coi pennelli esattamente come facevo ai tempi di Magic.
E’ altresì vero che l’introduzione del computer ha velocizzato molto i tempi di realizzazione di un’immagine, e soprattutto ha cambiato il rapporto con la committenza, che ora, confidando nella natura dei mezzi, sa di poterti chiedere eventuali modifiche anche 10 minuti prima che l’immagine vada in stampa.
Naturalmente sto esagerando, ma se pensate che quando lavoravo ad olio dovevo aspettare anche una settimana prima che il pezzo asciugasse completamente, per poterlo impacchettare e spedire negli States, vi siete risposti da soli.
Molti degli artisti che ruotano attorno al mondo dell’illustrazione fantasy, cyberpunk, steampunk etc, etc, hanno un loro tratto distintivo, un particolare modo di disegnare, un soggetto che ritorna spesso nei loro disegni, insomma un qualcosa che li caratterizza. Qual’è il tuo?
Sono talmente innamorato delle forme che, tendenzialmente, trovo interesse nel disegnare qualunque cosa, però forse è vero che ci sono soggetti che ritornano più frequentemente nelle mie immagini.
Amo tutto ciò che è fantastico e ricco di mistero, e sicuramente ai muscoli prediligo le curve, quindi direi che ho una naturale predisposizione per i soggetti femminili. Una propensione che non risponde però ad una banale tensione erotica, quanto piuttosto al tentativo di comprendere l’altrove, che mi spinge alla curiosa ricerca del mistero racchiuso nell’eterno femminino.
Ah ah, che ci volete fare, amo le donne.
Quali sono gli illustratori a cui ti sei ispirato per arrivare dove sei ora?
Non basterebbero le pagine di questa intervista per elencarli tutti. Le influenze sono come dei gradini di una lunga scala che devi percorrere per arrivare al piano della tua consapevolezza di artista. Potrei citarvi Moebius, Jeffrey Jones, Frank Frazetta, Sergio Toppi, Dino Battaglia, Norman Rockwell, Dean Cornwell, Caravaggio, ma tra due giorni ne citerei altri…
Hai qualche aneddoto simpatico da raccontarci sulla collaborazione con la Wizards of the Coast?
Forse proprio il primo incontro con l’art director della Wizards alla fiera di Lucca. Mi ritrovai lì come semplice visitatore, e siccome ero giovinastro e sprovveduto come tutti i giovinastri, non ero al corrente della sua presenza e non avevo con me nessun portfolio.
Allora, tutto trafelato, mi feci un giro di tutti gli stand che avevano in qualche modo stampato delle mie cose, mi feci prestare qualche copia sulla fiducia, perché, come tutti i giovinastri, avevo le tasche vuote, e mi presentai all’appuntamento con l’art director. Le cose piacquero a tal punto che l’art director si tenne le copie per portarsele in America, e io dovetti ritornare agli stand a mani vuote, per risarcire il mal tolto.
In compenso dopo un mesetto mi arrivò l’incarico per le prime due carte. Da qui la massima, “All’s well that ends well”.
Una moda che in questi ultimi anni si sta sviluppando è quella di artworkare le carte da gioco. Nel nostro forum ci sono parecchi ragazzi che si divertono ad alterare le carte e devo dire che tra loro ce ne sono alcuni che hanno un gran talento. Magari un giorno li vedremo al tuo posto come disegnatori di carte. Cosa consigli a chi sta cercando di intraprendere la tua carriera nel mondo dell’illustrazione?
Di non rinunciare davanti alle avversità, di non smettere mai di studiare e di non perdere mai l’amore per il disegno e per quello che si fa.
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Un grande saluto ed un ringraziamento a Luca per il tempo che ci ha dedicato a nome di tutta la Redazione di Metagame.it e come sempre: “Speriamo di rivederti presto sulle nostre carte!”
Bellissimo articolo, ma ho notato che avete messo il link sbagliato, al posto di mettere le carte di Luca Zontini avete messo il link delle carte fatte da Paolo Parente.
Spero di essere stato d’aiuto,
Saluti Andrea 😉
Grazie per averci avvertito della svista. 😀
Bellissima intervista! 🙂
Bellissima intervista!! Luca sei veramente bravo!