Ormai l’Invasione Phyrexiana è alle sue fasi finali. Dopo le vittorie in Keld, Urborg e Benalia e dopo il tradimento di Urza e Gerrard, i phyrexiani sembrano avere ormai la vittoria in pugno. Tuttavia l’arrivo di Eladamri e dei suoi guerrieri elfi e keldon in soccorso delle truppe metathran e minotaure di Grizzlezom, e la missione che i quattro membri dei Nove Titani rimasti vogliono portare a termine, potrebbero ribaltare le sorti della guerra. L’Apocalisse sta arrivando.
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L’ultimo articolo si era concluso con la rivelazione di Karn, golem d’argento che emerge dai resti distrutti della Nave Volante Cavalcavento con il Tomo di Thran tra le mani e annuncia di aver trovato un modo per salvare il mondo. All’interno del Tomo, infatti, sono nascoste pagine che nessuno, nemmeno il Capitano Sisay, che lo aveva letto nella sua interezza durante la ricerca dell’Eredità, aveva mai visto, e che il golem conosce solo perché dopo lo scontro con Tsabo Tavoc i suoi ricordi ancestrali sono tornati. Fondendo il Tomo all’interno della Cavalcavento, Karn dà inizio ad una trasformazione e risveglia la coscienza della nave volante. La Cavalcavento diventa quindi consapevole di sé, e si trasforma in una vera e propria Nave Volante Vivente, che mantiene ancora la forma originale (seppur con alcune modifiche) ma è in grado di intendere e di volere.
A bordo della nuova Cavalcavento, quindi, Karn, Sisay, Orim, Guaritrice Bianca e Tahngarth, Eroe Talruum salpano per raggiungere la Fortezza di Volrath e liberare Gerrard Capashen, che stando alle informazioni del Tomo, sarà fondamentale per permettere a Dominaria di sopravvivere. Multani, Stregone-Maro tuttavia, non serve più alla Cavalcavento per ripararsi, e a malincuore lascia quella che considera al pari di una figlia nelle sagge mani del suo equipaggio, per poi ritirarsi in Yavimaya. Da lì, lo stregone-maro potrà mantenere in vita i magnigoth che hanno attraversato il mare fino ad Urborg per imprigionare Rith il Risvegliato.
Nel frattempo, su Phyrexia, Bo Levar, Commodoro Guff, Freyalise, Furia di Llanowar e Lord Windgrace scoprono il tradimento di Urza, e trovandosi di fronte al corpo morto di Taysir, decidono di far esplodere manualmente le bombe dell’anima piazzate fino a quel momento, abbandonando i Titani, le armature potenziate (Armatura Potenziata) fornite loro da Urza per sopravvivere all’aria tossica di Phyrexia e potenziare le loro magie.
Mentre i quattro planeswalker si dividono in due gruppi e su Dominaria Eladamri si ricongiunge alle forze di Grizzlegom e a i kavu di Yavimaya per dare battaglia a Crovax e fare breccia nella Fortezza, Yawgmoth appare di fronte ad Urza e Gerrard all’interno della Nona Sfera di Phyrexia. Il Padre delle macchine, la cui coscienza è divisa tra migliaia di phyrexiani seduti sugli spalti di un’arena di mutaroccia, ordina ai suoi due nemici di sfidarsi in un duello, offrendo a Gerrard la possibilità di riabbracciare Hanna, Pilota della Nave riportata in vita dal Padre delle Macchine e seduta tra gli spalti, e ad Urza la possibilità di studiare Phyrexia, il più grande meccanismo del Multiverso. Urza viene privato dei suoi poteri di planeswalker, e Yawgmoth offre ai due avversari un’intera armeria e la capacità di manipolare la mutaroccia a piacimento, dopodiché annuncia l’inizio del duello.
Inizialmente è Gerrard ad essere in vantaggio, l’unico dei due ad avere un addestramento militare, ma quando raggiunge e disarma Urza, Yawgmoth rivela che il duello dovrà essere all’ultimo sangue, e che si potrà concludere solo con la morte di uno dei due combattenti. Gerrard attacca di nuovo il planeswalker, ma questi, compreso di non poter prevalere sulla sua creazione ricorrendo alla sola forza fisica, cerca di ritagliarsi uno spazio di tempo per pensare ad un piano. Inizialmente evoca dei golem per attaccarlo, ma a Gerrard bastano dei pugni ben assestati per trasformare la parola thran Emeth (verità) in meth (morte), così Urza innalza un labirinto di pietra per Sopprimere le speranze di vittoria di Gerrard. Questo permette al planeswalker di guadagnare tempo a sufficienza per stabilizzare la propria posizione di vantaggio tramutando le mura del labirinto in specchi e riflettere su un modo per fermare il suo avversario. Dopo pochi minuti, Urza trasforma il terreno sotto i piedi di Gerrad in sabbie mobili che lo immobilizzano, ma Yawgmoth non è ancora soddisfatto. Il Padre delle Macchine insiste affinché Urza uccida il rivale rischiando in prima persona, così, dopo aver dissolto il labirinto, Urza si avvicina a Gerrard e con quattro colpi d’ascia, sfonda il suo sterno, raggiungendo il cuore e incastrando l’arma in esso.
Intanto, aiutati dai rinforzi di Yavimaya, Eladamri Lin Sivvi e Grizzlegom, i generali della coalizione, riescono, dopo aver combattuto per ore, ad entrare nelle grotte vulcaniche situate sotto la Fortezza, facendo così la conoscenza di Sorella Nadeen Dormet, una nana che, alla testa di un gruppo di suoi simili, si sta prodigando per risvegliare il vulcano sul quale poggia la Fortezza. Nadeen concede ad Eladamri e ai suoi un giorno per abbandonare la Fortezza prima che il vulcano esploda e la sommerga assieme a tutte le truppe in essa stanziate.
Un giorno passa in fretta, e mentre le truppe di Eladamri continuano a farsi strada all’interno della Fortezza, Yawgmoth rimprovera Urza per il modo in cui ha ucciso Gerrard. Così come lui ha intenzione di concludere l’Invasione sporcandosi le mani in prima persona, allo stesso modo l’artefice dovrà sconfiggere la sua creazione senza utilizzare trucchi o creature evocate. L’Ineffabile resuscita quindi Gerrad, e il duello ricomincia. La sfida finale, rappresentata nella carta Legame dell’Anima, inizia, ma Urza rinuncia alla spada in favore di un tridente, con il quale si avventa contro l’avversario.
Mentre Gerrad, astutamente, si ripara dietro agli avatar di Yawgmoth, il Padre delle Macchine si crogiola nel proprio dolore e nella propria grandezza, gustandosi il duello tra i due figli di Gaea, dea della natura di Dominaria che egli identifica come Rebbec, la donna che lo ha imprigionato su Phyrexia, la traditrice che lo ha pugnalato alle spalle e che da novemila anni si oppone a lui. Nonostante il suo odio per Rebbec sia enorme, Yawgmoth non può che gioire quando Gerrard inganna il suo avversario, facendosi trafiggere dal tridente di Urza per menare un unico fendente in grado di tagliare la testa dell’antico avversario del Padre delle Macchine. Se Rebbec è la nemesi di Yawgmoth, Urza è stato l’avversario più tenace, un avversario che non potrà più opporglisi.
Al grido gioioso di <<Urza è morto! Urza è morto! Urza è morto!>>, Yawgmoth conferisce a Gerrard il suo premio, incrementando la sua forza, la sua resistenza, la sua intelligenza e la sua volontà, tutti doni che gli saranno fondamentali quando dovrà sostituire Crovax alla guida dell’esercito invasore, ma di importanza misera di fronte al premio a cui il giovane Capashen aspira: Hanna resuscitata.
Ma l’Ineffabile compie l’errore di parlare a Gerrard tramite la bocca di Hanna, provocando la reazione sdegnata di Gerrard. Se Hanna parla con la voce di Yawgmoth, come fanno tutti gli altri orrrori seduti sugli spalti dell’Arena di Phyrexia, significa che quella non è più la donna che ha amato, ma un burattino nelle mani del Padre delle Macchine. Il dio di Phyrexia, Padre delle Macchine e Signore delle Lande Desolate, ha commesso un grave errore, e questo potrebbe costargli caro.
Con in mano la testa decapitata di Urza e la morte nel cuore, Gerrard decide di lasciare che Hanna riposi in pace, e la trafigge con la stessa alabarda con la quale ha decapitato il planeswalker, distruggendo per sempre l’anima della sua amata. Yawgmoth aveva previsto ogni mossa dei suoi avversari, aveva persino preventivato la morte di diversi suoi avatar, ma mai avrebbe potuto pensare che Gerrard uccidesse l’appena ritrovata Hanna. Certo che il corpo di Hanna non sarebbe stato toccato, Yawgmoth aveva addirittura inserito la propria coscienza all’interno di esso, perciò, quando Gerrard colpisce, la coscienza del Padre delle Macchine rimane intrappolata nel corpo morente di Hanna, in attesa di riprendersi dallo shock momentaneo.
Approfittando dell’improvviso silenzio di Yawgmoth, Gerrard attraversa ancora una volta il portale che lo ha condotto nella Nona Sfera, e si ritrova nella sala del trono della Fortezza, dove Ertai, il Corrotto, rimasto solo al comando in assenza di Crovax il Maledetto impegnato a combattere sul fronte, richiama l’Evincaro per fargli sistemare Gerrard mentre lui si occuperà di Squee, Nababbo Goblin fuggito nei meandri della Fortezza dopo essere stato ucciso e resuscitato dall’ex mago di Tolaria per l’ennesima volta.
Fuori, l’equipaggio della Cavalcavento riesce a scoprire la posizione di Gerrard e Squee, ed una volta lasciata Orim a bordo della nave a volare in tondo all’interno del vulcano, Tahngarth, Karn e Sisay partono per salvare i loro compagni, esattamente come avevano fatto loro ai tempi della prigionia su Rath.
Eladamri e gli altri, invece, si fanno strada nelle segrete della Fortezza, liberando ed arruolando i prigionieri che incontrano lungo il cammino.
Mentre tutte le forze della Coalizione convergono verso un unico punto, Freyalise, Lord Windgrace, Bo Levar e il Commodoro Guff, fanno esplodere le bombe dell’anima, distruggendo quattro delle nove sfere di Phyrexia con un’unica azione malvagia. Un’Alba Fasulla illumina Phyrexia mentre le bombe inceneriscono il suo panorama, i suoi abitanti e la città di Gamalgoth, unico centro abitato dell’intero piano.
Nel frattempo, nella sala del trono, la lotta tra Crovax e Gerrard si fa accesa, e se dapprima il giovane Capashen sembra avere la meglio sull’avversario, Crovax sfrutta il buon cuore dell’avversario distraendolo con le grida di dolore del proprio agonofono, un artefatto in grado di intrappolare le anime delle vittime di Crovax e farle urlare dal dolore ogni volta che l’Evincaro preme un tasto. Crovax commete però l’errore di dare per spacciato Gerrard, e mentre l’Evincaro è distratto, il suo avversario lo attacca, uccidendolo con l’alabarda che aveva ucciso Urza e Hanna.
Il Verdetto di Gerrard è espresso e la condanna per Crovax è la morte. Non appena l’Evincaro cessa di respirare, Selenia, l’Angelo Oscuro, atterra dolcemente accanto a lui, lo abbraccia, e si alza in volo stringendo a sé l’anima di Crovax, la quale ha ancora l’aspetto di quel giovane che era partito a bordo della Cavalcavento per vivere un’avventura ai tempi della ricerca dell’Eredità.
Intanto, Squee viene ucciso da Ertai con una nube tossica che contamina anche i polmoni del mago, il quale, sicuro di essersi liberato di Squee almeno per un paio di resurrezioni, corre verso il meccanismo che usava per curarsi ai tempi della Contesa degli Evincari. Sfortunatamente per lui, il goblin riesce ad uscire dalla nube, e una volta raggiunta la stanza dove Ertai riposa, colpisce per errore una leva e manda in cortocircuito il meccanismo di Ertai, il quale rimane ucciso dall’elettricità sprigionata dall’artefatto.
La Vendetta di Squee è compiuta, e il goblin può tornare nella sala del trono, dove finalmente rincontra Gerrard. Ma la morte di Crovax ha attirato verso la sala del trono diverse decine di suoi guerrieri, e solo l’intervento della testa di Urza permette a Gerrard e Squee di fuggire dalla sala. Urza spiega che l’essenza vitale dei planeswalker non risiede nel loro corpo, ma nel loro cervello, e nel suo caso specifico, nelle pietre del potere che ha al posto degli occhi. Decapitandolo, tuttavia, Gerrard ha distrutto l’anima di Urza, che risiedeva nel suo corpo, e il planeswalker non può quindi rigenerarsi. Gerrard, Squee e la testa di Urza, corrono via dalla sala del trono, e nel loro vagare per i corridoi si riuniscono con le truppe della Coalizione e l’equipaggio della Cavalcavento, mentre su Phyrexia i quattro membri dei Nove Titani rimanenti e Yawgmoth abbandonano il piano per trasferirsi su Dominaria.
Dopo novemila anni, Yawgmoth è finalmente tornato a casa.
Una volta entrato in Dominaria, il Padre delle Macchine prende la forma di una nube oscura che inizia a riempire l’intera Fortezza, espandendosi poi nel cielo sovrastante. Nel giro di pochi minuti, la nube raggiunge le coste di Urborg, facendo calare la notte sull’intera isola, espandendosi poi oltre il mare. Ogni luogo di Dominaria viene ricoperto dalla nube, e in ogni dove i morti risorgono dalle loro tombe, la terra delle paludi prende vita plasmandosi in mortali uomini di fango, le truppe phyrexiane combattono con maggior vigore, e gli esseri viventi che vengono toccati da essa muoiono nel giro di pochi istanti, tra atroci sofferenze. L’ora più buia per Dominaria è scoccata, e l’Apocalisse ha inizio.
L’esercito della Coalizione è diviso: da una parte, a difesa dei magnigoth, Eladamri, Signore delle Foglie e Lin Sivvi, Eroina Audace, combattono dalle fronde degli alberi; a terra, sul terreno roccioso intorno alla Fortezza, Grizzlegom, i minotauri, i keldon e i metathran, affrontano gli uomini di fango, scoprendo che non possono essere distrutti se non vengono prima solidificati; la Cavalcavento sorvola i cieli oscuri di Urborg protetta dalla polena creata da Multani; e lontani dalla battaglia, i quattro distruttori di Phyrexia discutono sul da farsi. Quando Guff afferma di essere dispiaciuto per il destino di Dominaria, i suoi compagni gli domandano come faccia ad esserne sicuro, ed il commodoro spiega loro di aver letto la storia dell’Apocalisse di Dominaria su un libro che conserva nella sua biblioteca personale, una storia in tre parti che egli ha relegato in un unico tomo. Il planeswalker afferma di non voler cambiare il finale del libro, nel quale uno Yawgmoth trionfante estirpa ogni traccia di vita da Dominaria, ma Bo Levar riesce a convincerlo, facendo leva sul fatto che, se Dominaria verrà distrutta, anche l’intera biblioteca di Guff subirà lo stesso destino, poiché egli non ha pensato di mettere al sicuro i libri.
Convinto, il planeswalker fugge dal campo di battaglia, e dà inizio ad una ricerca selvaggia delle pagine dei paragrafi da cancellare. Mentre Guff cancella le morti di Squee e Sisay, Freyalise si appresta a difendere Llanowar e Cieslduario, Bo Levar parte per salvare una colonia di triton situata nel Mar Voda, e Windgrace si teletrasporta nel bel mezzo del campo di battaglia di Urborg, dando inizio ad una resistenza estrema assieme a Grizzlegom e ai suoi compagni.
Ma gli sforzi dei quattro planeswalker non possono fermare il dio di Phyrexia. Eladamri e Lin Sivvi scelgono di suicidarsi, anziché cadere nelle mani del loro nemico, Windgrace teletrasporta i combattenti della Coalizione in Jamuraa, salvo scoprire che la nube di Yawgmoth copre anche il cielo dell’emisfero meridionale, Bo Levar si sacrifica per salvare i tritoni del Mar Voda, e Guff riesce appena a cancellare la vittoria del Padre delle Macchine prima di stramazzare a terra, ucciso dalla nube oscura.
Intanto, nei cieli di Urborg, Urza propone di sovraccaricare il motore della Cavalcavento per far esplodere l’energia del Reame di Serra e distruggere Yawgmoth prima che questi riesca ad estirpare la vita dall’emisfero meridionale come ha già fatto in quello settentrionale. Questa esplosione di mana bianco molto devasterà l’intero emisfero di Dominaria, ma almeno l’altra metà vivrà libera da Phyrexia.
Gerrard si rifiuta di attuare il piano, troppo simile a quello che Urza ha utilizzato per uccidere suo fratello, e ipotizza di attaccare il nemico con i cannoni della Cavalcavento dopo averli caricati di mana bianco. Quando a Gerrard viene fatto notare che ormai non esiste più nessun luogo su Dominaria dal quale si possa assorbire la quantità di mana bianco necessaria per distruggere Yawgmoth, Karn interviene, e racconta della Null Moon, la stazione di controllo costruita dai thran che ha assorbito il mana bianco di Dominaria fin da quando è stata portata in orbita 9000 anni fa.
Dopo aver fatto scorta di mana bianco, la Cavalcavento lascia la Null Moon, torna su Dominaria e inizia un leggendario duello con Yawgmoth. I raggi di mana bianco provocano squarci nella cortina oscura, e anche se è sicuro di poter sopravvivere ad essi, il Padre delle Macchine decide di fuggire attraverso il portale della Fortezza per tornare su Phyrexia, e gestire la situazione tenendo il suo cuore lontano dal pericolo. Sfortunatamente per lui, i nani sono riusciti a far eruttare il vulcano nel quale sorgeva la Fortezza, bloccando l’accesso a Phyrexia. Impossibilitato a fuggire, Yawgmoth inizia a combattere il nemico, evocando enormi tentacoli di mana nero che afferrano la Cavalcavento e cominciano a stringerla sempre più forte. Proprio quando ormai sembra tutto perduto, Urza ordina a Gerrard di rimuovere le pietre del potere dalle sue orbite e di metterle nel petto di Karn, spiegando che in questo modo potrà incanalare tutta l’energia del nucelo del Reame di Serra, la potenza dei pezzi dell’Eredità, ormai fusi alla Cavalcavento, di Karn, del Cuore di Xantcha, delle due pietre del potere (la Weakstone e la Mightstone) contenenti l’essenza del genio Glacian e di Gerrard stesso in un raggio di energia. Tuttavia, il prezzo per la salvezza di Dominaria sarà la morte di Gerrard, Urza e Karn.
Dimostrando un enorme coraggio, Karn e Gerrard accettano la proposta di Urza, e per la prima volta da quattromila anni, la pietra del potere che aveva chiuso il portale delle Caverne di Koilos si riunifica. Sisay porta la Cavalcavento il più vicina possibile al cuore di Yawgmoth, ossia la Fortezza, e non appena Gerrard infila gli “occhi” di Urza nel corpo di Karn, una fortissima luce avvolge la Cavalcavento, dalla cui poppa parte un singolo raggio di mana che colpisce in pieno il cuore del Padre delle Macchine, distruggendolo e divorando poi la nube oscura (rivendicare). L’Arma dell’Eredità si è attivata, e il Dio della Morte è stato ucciso.
Mentre Karn si risveglia in Mercadia, e la Cavalcavento, ormai morta e incapace di mantenersi in aria, è costretta ad un ammaraggio di fortuna, Freyalise e Windgrace osservano la nube oscura dissolversi, e il sole tornare a splendere. Dominaria è salva.
Epilogo
Un anno dopo la sconfitta di Yawgmoth, nel 4206 A.R., tutti i reduci dell’Invasione si ritrovano in Urborg, davanti al sito dove fino ad un anno prima sorgeva l’antica dimora della famiglia di Crovax e stato eretto un monumento per i caduti, la Tomba dei Martiri. Dopo la cerimonia commemorativa, nella quale Freyalise inaugura la Tomba, Sisay si appresta a salutare i suoi amici rimasti, convinta che da quel momento in poi ognuno andrà per la sua strada, dato che la Cavalcavento è affondata nel mare di Urborg, e Orim sembra confermare i tristi sospetti del capitano. Orim afferma infatti di voler partire per Mercadia, e che Karn la aiuterà a raggiungere quel piano. A quelle parole, il golem d’argento compare e rivela ai suoi vecchi amici di essere diventato un planeswalker grazie al motore della Cavalcavento. Karn spiega di avere dentro di sé tutti i componenti dell’Eredità, compresi Urza e Gerrard, con i quali conversa di frequente, dopodiché prende con sé Orim e la porta su Mercadia, dove Cho-Manno la aspetta per sposarla.
Sisay si appresta a salutare anche i suoi ultimi due compagni, ma un abbraccio di Squee le fa intuire che non si libererà di loro tanto facilmente. Affermando di preferire <<servire in paradiso anziché regnare all’inferno>>, Squee si offre di lavorare come mozzo a bordo della nuova nave di Sisay, e Tahngarth chiede di poter essere il primo ufficiale di Sisay. La donna accetta, e assieme ai due amici decide di battezzare la nuova nave con un nome pregno di significato: Vittoria.
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“Onorate i coraggiosi che hanno combattuto,
Onorate i morti che sono caduti,
Onorate il mondo che hanno salvato.”
—epitaffio inciso sulla Tomba dei Martiri
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Per riassumere:
* -4797 A.R.–> -4795 A.R.: Si combatte la Guerra Civile Thran. Yawgmoth scopre Phyrexia grazie a Dyfed, costruisce un portale tra Dominaria e il nuovo mondo e comincia a trasformare quest’ultimo nell’inferno metallico che tutti conosciamo.
* -4795 A.R.: Cade l’Impero Thran. Halcyon viene cinta d’assedio dall’Alleanza, la Null Moon raggiunge l’orbita di Dominaria e Halcyon crolla su sé stessa. Muoiono la planeswalker Dyfed e il genio Glacian. Rebbec si rende conto di chi sia Yawgmoth in realtà e lo esilia su Phyrexia assieme a tutti i suoi fedeli, poi si suicida. Halcyon viene bombardata dal gas tossico di Yawgmoth.
* -4795–> 20 A.R.: Avvento di Yawgmoth. Phyrexia viene trasformata dal Padre delle Macchine e si espande nel Multiverso.
* 20 A.R.: in seguito alla scoperta delle Caverne dei Dannati, ora Caverne di Koilos, Urza e Mishra ottengono metà della pietra del potere di Rebecc e involontariamente riattivano il portale. Poco dopo i due si scontrano, e Tocasia muore.
* 64 A.R.: finisce la Guerra dei Fratelli. Urza e Mishra si scontrano in Argoth, Gix, dopo aver tentato senza successo di recuperare il Golgothian Sylex, fugge su Phyrexia. Dopo un duro combattimento, Urza scopre che Mishra è ormai più macchina che essere umano, e decide di far finire la guerra attivando il Golgothian Sylex. L’esplosione che ne consegue accende la scintilla di Urza e quella di Bo Levar, distrugge Mishra e gli eserciti di macchine che si erano combattuti fino ad allora, apre una Fenditura Dimensionale e dà il colpo di grazia ad Argoth. Dopo l’esplosione Dominaria andrà incontro ad un progressivo raffreddamento che darà inizio all’Era Glaciale. Urza parte per vendicare suo fratello.
* 3360 A.R.: Urza torna sul Reame di Serra, trovandolo devastato dall’assedio di Phyrexia. Come scopre ben presto, Phyrexia ha già vinto, poiché è riuscita a mettere un suo agente, Gorig, in una posizione di rilievo all’interno del governo di Radiant, Arcangelo. Urza salva centinaia di profughi e, una volta finita di costruire la Nave Volante Cavalcavento, combatte Gorig e Radiant. Il primo viene ucciso da Barrin, che così facendo carica il motore della Cavalcavento, il secondo muore nel tentativo di riunificare le pietre del potere di Urza. Dopo la morte di Radiant, il Reame di Serra implode. Nello stesso anno, Urza comincia il Progetto Eredità e il Progetto Bloodlines.
* 4205 A.R.: dopo il viaggio su Rath e Mercadia e dopo il tradimento di Ertai e Crovax, la Cavaòcavento torna su Dominaria, in tempo per l’inizio della Prima Fase dell’Invasione Phyrexiana. Nel corso del mese successivo, si combatte in Benalia, Urborg, Koilos, Shiv, Zhalfir, Keld, Yavimaya, Tolaria e Llanowar, e la Coalizione di Urza riporta diverse vittorie. Barrin si sacrifica per distruggere i phyrexiani in Tolaria e trasformare l’Accademia in un sepolcro per sua moglie Rayne (morta durante l’invasione Keldon in Jamuraa) e sua figlia Hanna (morta due settimane dopo il ritorno a casa della Cavalcavento); Teferi manda fuori fase la nazione di Zhalfir, nello Jamuraa nord-occidentale, e una parte di Shiv (con il consenso di Jhoira e molti ghitu e viashino che abitano quelle terre); il generale Thaddeus dei Metathran viene catturato e vivisezionato da tsabo Tavoc, e infine ucciso da Agnate, l’altro generale che assieme a lui guida le truppe di Urza; Benalia City viene distrutta, e dalla capitale i phyrexiani dilagano nel resto della nazione; gli abitanti di Llanowar, sopravvissuti a malapena ad un attacco, trovano nel comandante elfico di Cielsudario Eladamri un salvatore e con l’aiuto di Multani (vincitore della Battaglia di Yavimaya) e della flotta di navi volanti capeggiate dalla Cavalcavento, scacciano i phyrexiani dalla loro terra, salvo poi partire alla volta di Koilos; Urborg e Keld, nonostante la tenace resistenza dei loro difensori, vengono abbandonate in favore di Koilos.
Nelle Caverne di Koilos si combatte la battaglia finale. Gerrard Capashen viene catturato da Tsabo Tavoc, ma grazie a Karn, che rompe il suo voto di pacifismo per aiutare l’amico, e a Squee, che gli mette in mano una spada, il giovane comandante riesce a ferire gravemente la generalessa phyrexiana, costringendola a ritirarsi su Phyrexia attraverso il portale delle Grotte dei Dannati. Approfittando della momentanea disorganizzazione delle truppe phyrexiane, Gerrard aiuta Urza a distruggere per sempre il portale stabile tra Phyrexia e Dominaria.
Otto giorni dopo la vittoria in Koilos, comincia la Seconda Fase dell’Invasione Phyrexiana: la Congiunzione tra Rath e Dominaria. Agnate si allea con Dralnu, la Cavalcavento con i minotauri di Talruum, Eladamri con i keldon e Darigaaz cerca di liberare i Draghi Primitivi. Dopo settimane di incessanti combattimenti, la Battaglia di Keld viene vinta dai phyrexiani, ed Eladamri ed altri combattenti keldon fuggono verso Urborg, lasciando Cielsudario sotto la protezione di Freyalise; Agnate viene tradito da Dralnu e viene ucciso dal generale dell’esercito di minotauri Grizzlegom, il quale uccide poi il lich; la Cavalcavento viene distrutta dai Primitivi, i quali, grazie al sacrificio di Darigaaz, vengono sconfitti. I Nove Titani raggiungono Phyrexia per piazzare le nove bombe dell’Anima e distruggere Phyrexia, ma la missione è un fallimento. A causa del tradimento di Tevesh Szat e poi di Urza stesso, Daria, Taysir e Kristina muoiono, e Yawgmoth porta l’artefice dalla sua parte. La Predatrice viene distrutta dalla Cavalcavento prima dell’attacco dei Draghi Primitivi, ma mentre Greven Il-Vec viene ucciso da Tahngarth, Ertai rapisce Gerrard e Squee, portandoli da Crovax, il quale mostra il premio che Yawgmoth gli ha donato dopo aver ucciso Tsabo Tavoc: Selenia. Convintosi che Yawgmoth può riportare in vita Hanna, Gerrard attraversa il portale tra Rath (ora Dominaria) e Phyrexia, inginocchiandosi di fronte a Yawgmoth assieme ad Urza. Mentre i Quattro Titani Freyalise, Lord Windgrace, Commodoro Guff e Bo Levar fanno esplodere le bombe dell’anima, Gerrard decapita Urza, ma rinuncia al suo premio quando vede che Hanna parla con la voce di Yawgmoth. Gerrard, potenziato da Yawgmoth, uccide la nuova Hanna, poi torna su Dominaria e uccide Crovax. Squee uccide Ertai, e assieme a Gerrard e alla testa di Urza raggiungono Sisay e gli altri, che nel frattempo hanno “riparato” la Cavalcavento. Yawgmoth arriva su Dominaria sotto forma di nube tossica. Bo Levar, Guff, Eladamri e Lin-Sivvi, muoiono. Gerrard attiva l’Arma dell’Eredità e sconfigge Yawgmoth, dissolvendo la sua essenza. Karn diventa un planeswalker.
*4206 A.R.: Orim parte per Mercadia, Squee, Sisay e Tahngarth salpano a bordo della nave Vittoria per vivere il resto delle loro vite nella Dominaria post-apocalisse.
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Fonti:
“Apocalypse” di J.Robert King. Libro pubblicato nel giugno del 2001 e inedito in Italia.
“The Thran” di J.Robert King. Libro pubblicato nel dicembre 1999 e ristampato nel 2009 come prima parte del libro “Artifact Cycle I”
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Curiosità:
Quel giorno, a combattere in Urborg, vi era anche Balthor, l’Intrepido. Affronteremo la sua storia tra qualche settimana.
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Nelle puntate precedenti:
Riassunto delle stagioni precedenti
Quanta tristezza mi mette il finale della più grande saga di magic… Gerrard mi mancherà sempre, e con lui Urza e quel brav’uomo di yawgmoth. Purtroppo karn è rimasto vivo a farsi beffe di tutti noi, e questo è ancora più triste.
Facessero un spin off su Sisay & Co post apocalisse, ne sarei contento.
veramente una bellissima storia e la cosa più bella è sapere che siamo tipo al 30% delle espansioni di magic 😆
Spettacolare. E l hai raccontata davvero in modo coinvolgente
Ma il libro di Guff cos’era esattamente? Era mai stato citato prima? Cancellarne le pagine finali è stato effettivamente determinante per il destino di Dominaria? Insomma, questa parte mi sembra buttata lì un po’ a caso…
Si magari ci sta un bel continuo sulla storia di sisay!
Oppure… ma secondo i conti fase-temporali nn so quando potrebbe succedere, si potrebbe tornare su Dominaria proprio mentre Zhalfir torna dalla fase di Teferi, e ad aspettarli c’è un bel numero di truppe pronte a fargli vedere cosa succede a chi se la batte a gambe dalla battaglia!! XD
Bella storia e complimenti a chi si prende la briga di trascrivercele tutte le volte! Grazie! Le seguo sempre con piacere e mi allietano la dura settimana di lavoro!
[quote name=”LordLegolas92″]Ma il libro di Guff cos’era esattamente? Era mai stato citato prima? Cancellarne le pagine finali è stato effettivamente determinante per il destino di Dominaria? Insomma, questa parte mi sembra buttata lì un po’ a caso…[/quote]
Già nei due libri precedenti il Commodoro si lascia andare a commenti “profetici”, ma tira fuori il suo libro solo in Apocalisse. Lui lo descrive come un libro scritto da un autore di cui non fa il nome, che Guff seguiva in qualità di “editore”, ma non si sa chi sia costui, né se, effettivamente, cancellare il finale abbia veramente influito sulla storia di Dominaria.
E’ tutto a discrezione del lettore: se vuoi credere che quel libro avesse proprietà magiche, sei libero di farlo, altrimenti puoi semplicemente prenderlo come la fissazione di un planeswalker con qualche rotella fuori posto (cosa che, di fatto, Guff è).
Personalmente, io credo che Robert King abbia semplicemente voluto inserire la storyline del libro come easter egg meta-narrativo, e forse per togliersi qualche sassolino dalla scarpa (alcune frasi di Guff mi sono sembrate vere e proprie frecciate, e altre raccontano il processo creativo di King -ad un certo punto il Commodoro si interroga su come sia possibile impedire a Yawgmoth di vincere e decide di salvare Sisay e Squee perché -). Il librone, che il Commodoro afferma essere l’unione di tre libri che racconta la storia dell’Invasione, rappresenterebbe la trilogia Invasione-Congiunzione-Apocalisse.
Le uniche risposte certe, insomma, le ha l’autore.
Veramente coinvolgente e fantastica! Questa saga mi ha lasciato tutto il tempo col fiato sospeso 😮
Piccola curiosità: Si sa attualmente Tangarth, Sisay e Squee dove siano? Li reincontreremo in futuro?
[quote name=”Fillo94″]Veramente coinvolgente e fantastica! Questa saga mi ha lasciato tutto il tempo col fiato sospeso 😮
Piccola curiosità: Si sa attualmente Tangarth, Sisay e Squee dove siano? Li reincontreremo in futuro?[/quote]
Attualmente è probabile che siano morti (almeno Tahngarth e Sisay. Squee, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere ancora vivo), perché dall’Invasione sono passati più di tre secoli.
In Dominaria escludo la presenza di almeno i primi due, ma non è detto che non tornino in qualche set speciale slegato dalla normale linea temporale, magari i set base o i prossimi commander.