Ci crediate o no, il piano di Zendikar era una volta un mondo tranquillo. Paesaggi ricchi di mana di selvaggia bellezza. vaste lande incontaminate, un’ecologia e delle creature docili e tranquille e culture umanoidi primitive che prosperavano sulla sua superficie. Seimila anni fa, tutto ciò è stato quasi spazzato via per sempre.
Era il -1475 A.R. quando Sorin Markov, Nahiri, la Litomante, ed Ugin, lo Spirito Drago compirono la scelta disperata di intrappolare gli Eldrazi su Zendikar, e dopo quarant’anni di intenso lavoro, i Tre riuscirono a completare la prigione degli Eldrazi, salvando il Multiverso e riscrivendo il destino del piano. Oggi andrò a narrarvi di come lo Zendikar antico e pacifico si sia trasformato nel mondo caotico che abbiamo conosciuto in Zendikar e Battaglia per Zendikar, e di come la memoria degli Eldrazi sia cambiata con il passare dei millenni.
L’imprigionamento degli Eldrazi
Molto tempo fa, gli Eldrazi, entità nate nella Cieca Eternità vagavano per il Multiverso. La loro natura era incomprensibile, la loro fame incessante; essi divoravano il mana e l’energia vitale di qualsiasi piano incontrassero sul loro cammino, selezionando la loro successiva vittima planare con una qualche arcana intelligenza imperscrutabile. Gli Eldrazi erano esseri che trascendevano i colori di mana come li conosciamo, nel loro stato naturale non avevano una vera e propria forma fisica (e solo magie particolari riuscivano a cambiare questa condizione), nessun allineamento di colore, ed apparentemente esistevano solo per divorare. Liberi di girare per la Cieca Eternità, gli Eldrazi erano una piaga per innumerevoli piani del Multiverso.
Tre planeswalker intervennero per cercare di distruggere gli Eldrazi. Ugin, lo Spirito Drago, combatté le progenie degli Eldrazi con il suo alito di fuoco invisibile, ed usò la sua conoscenza della magia incolore per comprendere la natura degli Eldrazi e trovare il modo di imprigionarli. Il planeswalker vampiro Sorin Markov utilizzò la sua familiarità con la sangromanzia, la magia che ruba le energie vitali dai mortali, contro i Titani, privandoli della loro forza per impedire loro di fuggire dalla prigione, e Nahiri, la Litomante, costruì le sbarre fisiche della loro prigione, le rocce chiamate edri, incantate con la magia di Ugin.
I planeswalker concentrarono il potere della loro prigione in un luogo segreto situato nelle montagne di Zendikar, i Denti di Akoum, in una camera che chiamarono Occhio di Ugin, poi sigillarono la camera con due lucchetto mistici, addormentando gli Eldrazi e tagliando il loro collegamento con le progenie da essi generate e con la Cieca Eternità.
La trappola dei planeswalker funzionò. Quando Emrakul, lo Strazio Eterno, Ulamog, il Cerchio Infinito, e Kozilek, Macellaio della Verità si manifestarono su Zendikar (per usare una metafora di Ugin, infilarono le proprie mani nella pozza d’acqua Zendikar) assieme alle proprie progenie, i tre Eldrazi vennero confinati dalla magia della rete di edri, ed affondarono in un sonno apparentemente eterno (come se una rete avesse bloccato le mani all’interno della pozza). A missione completata, Ugin e Sorin salutarono Nahiri e lasciarono il piano nelle sue mani, promettendo di tornare ad aiutarla qualora la prigione non avesse retto. Ma cosa accadde ai popoli di Zendikar?
La quiete dopo la tempesta
Quando gli Eldrazi giunsero per la prima volta su Zendikar, i popoli del piano erano pronti. Nahiri aveva avvertito tutti dell’arrivo imminente di tre divinità malefiche e dei loro servitori, perciò tutte le razze del piano erano pronte a combattere contro le progenie di Emrakul, Ulamog e Kozilek. Nessuno però, si era aspettato che anche i Titani Eldrazi fossero preparati. L’influenza di Emrakul e Kozilek distorse le menti dei combattenti zendikari, mentre Ulamog consumò ogni cosa lungo il suo percorso, tramutandola in polvere bianca. La situazione volse a vantaggio degli zendikari quando i Titani vennero imprigionati in Akoum, ma ci sarebbero voluti anni prima che finalmente i popoli di Zendikar sterminassero tutte le progenie degli Eldrazi, anni durante i quali Nahiri visse tra i kor, facendo in modo che essi ricordassero per sempre quella guerra contro quelli che ritenevano essere creature evocate da tre divinità oscure (i cui nomi rimasero per lungo tempo Emrakul, Ulamog e Kozilek) ed aiutandoli a costruire una imponente civiltà in Akoum. Quando però, secoli dopo la fine della guerra con gli Eldrazi, Nahiri decise di ritirarsi all’interno di un bozzolo di roccia all’interno dell’Occhio, i kor cominciarono a modificare la loro visione del mondo.
Con la scomparsa dell’ultimo testimone ancora in vita dell’imprigionamento degli Eldrazi, la memoria del popolo dalla pelle azzurra iniziò a cambiare, e le loro storie si unirono a quelle degli altri popoli di Zendikar che avevano vissuto in maniera differente l’arrivo delle divinità malefiche e dei loro servitori.
La storia di quel giorno iniziò ad essere narrata in modo differente da ogni razza, ma unendo tutti gli elementi in comune, la si può riassumere in questo modo: un giorno, per motivi diversi di storia in storia, alcune divinità di Zendikar (secondo alcuni malefiche, secondo altri semplicemente adirate) scatenarono la loro furia distruttiva sul regno dei mortali e liberando dal loro sonno creature più spaventose dei demoni stessi (le progenie) per formare interi eserciti di orrori con i quali attaccare i popoli del piano. Tritoni, kor, umani, elfi e goblin si unirono sotto un’unica metaforica bandiera, e guidati da prodi maghi guerrieri, imbracciarono le armi contro l’esercito divino. Le storie non narrano del ruolo dei demoni nella guerra contro le divinità, ma al contrario puntano l’attenzione sugli angeli, secondo alcune storie guidati da Em/Emeria, divinità benevola del cielo, che combatterono al fianco dei popoli di Zendikar. La storia passò di bocca in bocca, di generazione in generazione, fino a trasformarsi in mito e poi in culto.
L’aspetto del Titano Ulamog, che era comparso nell’oceano quel giorno di tanti secoli prima, divenne la base per raffigurare Ula e Mangeni, divinità del mare della religione dei tritoni e dei kor; Kozilek, forse a causa della sua capacità di distorcere il mondo, venne associato alla terra, e il suo nome e il suo aspetto vennero utilizzati per creare le figure di Cosi e Talib, maligne divinità della terra e del caos che ingannavano i mortali e tiravano tiri mancini alle altre divinità; e infine Emrakul, la più grande dei tre Titani, in grado di piegare la gravità al suo volere ed ispirare una fede folle e violenta nei suoi confronti con i suoi poteri, divenne Em/Emeria/Kamsa, divinità benevola simile ad un angelo il cui dominio era il cielo venerata da kor, umani e tritoni.
La versione finale della storia, condivisa dalla maggior parte dei tritoni, degli umani e dei kor, divenne quindi la seguente: un giorno, insoddisfatto da ciò che i mortali avevano fatto al suo dominio, il dio Cosi/Talib decise di eliminare ogni forma di vita dalla faccia della terra utilizzando un esercito di mostri. Nel combattimento che seguì, Emeria/Kamsa ed Ula/Mangeni si scontrarono con il fratello, l’una combattendo in prima linea con un esercito di angeli al suo seguito, l’altro fornendo ai mortali le conoscenze per uccidere i mostri di Cosi. Tuttavia neppure le due divinità poterono salvare l’antico popolo degli Eldrazi (i creatori degli edri e di gran parte delle costruzioni in rovina di Zendikar, sempre secondo la leggenda) dall’annientamento. Eventualmente, Ula ed Emeria sconfissero Cosi e lo costrinsero a desistere dal suo proposito, ma a seconda di chi narra la storia, essa cambia, e talvolta Cosi viene descritto combattere assieme ai suoi fratelli contro le legioni di orrori evocate da qualcun altro. Quest’ultima versione della storia venne messa fuorilegge dai tritoni, ma molti dei kor discendenti di quelli che avevano conosciuto Nahiri, cominciarono invece ad abbracciarla. Nahiri divenne quindi la Profetessa di Talib, colei che il dio aveva mandato dai mortali per avvisarli del pericolo che stavano per correre. Un discorso differente, tuttavia, va fatto per la storia e la religione vampira, che vanno di pari passo con la storia del Risveglio dal Torpore.
Nati per servire
In seguito alla guerra con gli Eldrazi, alcune creature del piano, forse kor, forse umane, o forse appartenenti ad una razza completamente diversa, costruirono una fiorente civiltà che si estendeva lungo tutto il continente di Akoum, e aveva i suoi centri più importanti nei pressi delle montagne dove erano custoditi gli Eldrazi. Adattatisi alla frenetica vita che imponevano loro i frequenti terremoti e cataclismi provocati dalla presenza degli Eldrazi in quel luogo (una sorta di Torbido localizzato soltanto in quella zona), queste creature cominciarono ad esplorare le grotte sotterranee dei Denti di Akoum, finendo però per essere contagiate da un’infezione di natura magica generata dalla presenza di Ulamog. Alcuni esploratori tornarono cambiati dai viaggi nei Denti: le loro menti erano preda di folli deliri riguardanti una non meglio specificata divinità delle montagne intrappolata all’interno dei Denti di Akoum alla quale sentivano di dovere cieca obbedienza, e ben presto l’infezione dilagò fino a creare un vero e proprio esercito di folli cultisti fedeli al dio della montagna. I seguaci di quei primi esploratori che avevano poi contagiato gli altri, fondarono un tempio all’interno dei Denti di Akoum e diedero inizio ad una serie di rituali e sacrifici atti a risvegliare il loro dio, incuranti del fatto che quella divinità li avrebbe massacrati uno ad uno se solo avesse potuto. Grazie a quei rituali, Ulamog riceveva tutta l’energia vitale di cui necessitava per risvegliarsi dal suo sonno, e quando gli incantesimi dell’Occhio iniziarono a perdere potenza a causa della magia dei futuri vampiri, gli Eldrazi furono pronti a tornare.
Il Risveglio dal Torpore
Quasi cinquemila anni dopo il loro imprigionamento, gli Eldrazi si risvegliarono e riuscirono a generare una nuova ondata di progenie grazie alle quali devastare Zendikar e poter finalmente fuggire. Nessuno, neppure i cultisti dei Denti di Akoum, erano preparati per quell’evento. Le progenie degli Eldrazi annientarono ogni fonte di vita e di mana che trovarono sul loro percorso, assorbendo la forza vitale della lussureggiante natura di Zendikar e distruggendo le civiltà di Zendikar, trasformandole in rovine disabitate con una velocità terribile. Gli zendikari non riuscivano a crederci: dopo millenni, i mostri di Cosi erano tornati ad attaccare le loro città, e stavolta sembravano intenzionate a completare l’opera.
I cultisti divennero consapevoli della minaccia solo quando, in seguito al risveglio degli Eldrazi, dall’Occhio di Ugin fuoriuscì la prima ondata di progenie eldrazi, alla quale solamente dodici di loro sopravvissero, e solo perché l’infezione che li aveva fatti impazzire cominciò ad agire anche sui loro corpi. La loro pelle divenne pallida e fredda al tatto, i loro canini aguzzi e sulle spalle di alcuni di loro crebbero delle protuberanze simili a ganci di colore nero. I neonati Capi Sanguinari, iniziarono a sviluppare una innaturale sete di sangue, e quando scoprirono di poter rendere i loro concittadini servitori del dio delle montagne come erano loro, cominciarono a trasformare altre persone per continuare i rituali e svegliare il loro dio, convinti che lui avrebbe potuto salvarli. Alcuni vampiri, tuttavia, caddero del tutto preda dell’influenza di Ulamog, perdendo ogni capacità di ragionare ed unendosi alle progenie Eldrazi per sterminare gli altri popoli di Zendikar. Ma la sofferenza di Zendikar non passò inosservata.
Dal suo bozzolo di edri, Nahiri percepì Zendikar tremare e le difese dell’Occhio di Ugin indebolirsi, ed intervenne per sistemare la situazione come vi ho narrato nell’articolo “Le battaglie di Ugin, Sorin e Nahiri”, aiutando a sterminare le progenie e riattivando le difese dell’Occhio e della Rete di Edri, privando nuovamente le progenie eldrazi del contatto con i loro progenitori. Una volta esauritasi la minaccia, i vampiri si ritrovarono improvvisamente liberi dall’influenza dei Titani, e abbandonato Akoum in favore di Guul Draz, distrussero tutti i documenti riguardanti questo periodo oscuro della loro esistenza, creando una figura mitologica chiamata “Mortifero” per giustificare il loro tradimento.
Con il passare dei secoli, i vampiri dimenticarono ciò che era accaduto quando gli Eldrazi si erano risvegliati, e la storia del Mortifero venne strumentalizzata e fusa alle altre leggende. Forse memori della presenza di Sorin Markov e delle sue magie ai tempi dell’imprigionamento degli Eldrazi, i vampiri inventarono la figura di un traditore, un vampiro che avrebbe venduto la loro razza alle divinità maligne che riposavano in Akoum, le quali, a loro volta, li avevano resi schiavi utilizzando i ganci che alcuni di loro presentavano sulle spalle. È assai probabile che Drana, Kalitas e gli altri tre Capi Sanguinari delle cinque famiglie vampire di Malakir abbiano imparato a nascondere bene i segni della propria “fedeltà” ad Ulamog, e che abbiano sfruttato l’incapacità delle altre famiglie di fare lo stesso per cacciarle e sterminarle, condannando tutti i loro simili nati con questa “deformazione” a vivere in esilio fuori dalla città di Malakir. Se guardiamo le carte del primo blocco di Zendikar, notiamo che queste specie di uncini li hanno solamente quei vampiri che, come il Cacciatore di Battiti e la Pedina di Ulamog, non indossano armature, e che furbescamente sia Drana, Capo Sanguinario Kalastria, che Kalitas, Capo Sanguinario di Ghet, indossano armature con grandi punte che partono dalle loro spalle.
Da quel momento in poi, chiunque cercasse di condurre ricerche sulla vera identità del Mortifero, incontrò la ferma e violenta opposizione dei Capi Sanguinari. Ad oggi, l’unico ad aver parzialmente scoperto la verità, è stato Anowon, il Saggio delle Rovine, un vampiro che, seguendo le tracce dei suoi antenati che Drana e gli altri non hanno cancellato, è tornato ad interessarsi all’Occhio di Ugin qualche anno prima dell’Ascesa degli Eldrazi. Ma torniamo a Zendikar.
Il Risveglio del Mondo
Di fronte al Risveglio dal Torpore del quarto millennio A.R., non solo gli zendikari, ma anche lo stesso Zendikar è stato colto di sorpresa. Le progenie erano dilagate in ogni parte del mondo, raggiungendo anche i continenti più lontani da Akoum in brevissimo tempo, provocando la morte di migliaia di esseri senzienti e il ferimento della terra stessa di Zendikar. Come un organismo di fronte ad una infezione, il piano di Zendikar sviluppò un sistema immunitario che avrebbe dovuto difenderlo e che aveva effetto sull’intero piano, non solo sulla prigione degli Eldrazi. Anticipando il risveglio molto più drammatico che sarebbe avvenuto migliaia di anni più tardi, il mondo di Zendikar scese letteralmente in guerra contro le progenie eldrazi. Le montagne si sollevarono in giganteschi elementali in grado di schiacciare anche gli Eldrazi maggiori, la terra si aprì per ingoiare i nemici o investirli con eruzioni di magma e i mari si ritirarono per investire le creature con gigantesche onde.
Quando l’Occhio fu richiuso e gli Eldrazi tornarono al loro sonno, la furia di Zendikar non si placò, e i membri delle covate Eldrazi furono letteralmente perseguitati dalla terra affinché di loro non rimanesse più nulla, se non i ricordi delle persone che le avevano combattute. Ma la minaccia degli Eldrazi è rimasta sempre in agguato appena sotto la superficie e Zendikar questo continuava a percepirlo. In parte per rafforzare le creature che camminavano, nuotavano o volavano sulla sua superficie, in parte per guarire le proprie ferite e in parte per essere preparato ad un nuovo indebolimento delle difese dell’Occhio, Zendikar ha continuato a trasformarsi e il suo ecosistema è diventato, nel corso di quest’ultimo millennio, più feroce e pericoloso di quanto non fosse mai stato prima.
Nel corso del tempo, Zendikar si è trasformato in una magnifica trappola mortale, un mondo di pericoli sproporzionati e bellezze impareggiabili. Le sue terre magiche infuse del mana forse più potente del Multiverso sono ancora ambite di planeswalker, ma le sue difese magiche rimangono mortali. È un mondo di avventure, ma estremamente legato agli Eldrazi. I suoi pericoli sono nati dalla lungo dimenticata minaccia degli Eldrazi, religioni intere sono state modellate dagli scarsi ricordi di Emrakul, Ulamog e Kozilek, la loro antica prigione di edri esiste ancora oggi, e lo strano potere che domina i siti precedentemente dominati dagli Eldrazi sconcerta ancora gli avventurieri. Gli archeologi e gli studiosi hanno cercato di inseguire miti elusivi e svelare i segreti del passato di Zendikar, ma nessuno è mai riuscito nell’impresa, e ancora oggi ricostruire il passato di Zendikar risulta un’impresa quasi impossibile.
L’influenza del Torbido, manifestazione della furia e della volubilità di Zendikar, ha costretto i suoi popoli a rivoluzionare completamente il loro stile di vita, e anche se ha impedito loro di formare nuove civiltà avanzatissime come quelle che lo abitavano nell’antichità, ha anche permesso lo sviluppo di una società che incentiva l’esplorazione, la mobilità e lo scambio di culture differenti.
I nuovi Zendikari
Negli ultimi mille e passa anni, i popoli di Zendikar si sono evoluti in maniera del tutto opposta a come avevano fatto in passato, e sono andati incontro a radicali cambiamenti non solo nello stile di vita, ma, in alcuni casi, anche fisici. Quest’ultimo è il caso degli angeli, coloro che fin dall’inizio si erano posti a difesa del piano e che, del tutto impreparati al Risveglio dal Torpore, si erano accorti troppo tardi delle progenie Eldrazi che dilagavano per il piano, e questa loro distrazione era costata numerosissime vite. Onde evitare di farsi cogliere ancora impreparati, molti angeli di Zendikar decisero di coprire i loro occhi con le proprie aureole, così che il suo fastidioso bagliore li mantenesse sempre vigili e pronti.
I kor, un tempo il popolo più avanzato di Zendikar, vennero costretti dal Torbido a cominciare un lungo viaggio alla ricerca di un luogo sicuro in cui vivere, una migrazione che è andata avanti talmente a lungo da diventare permanente e parte della tradizione dei kor, i quali si tramutarono dunque in un popolo nomade, sempre in movimento, ma con alcuni luoghi sacri nei quali radunarsi di tanto in tanto. I loro uncini, le armi con cui avevano combattuto gli Eldrazi e che avevano permesso loro di scalare le montagne di Akoum, si tramutarono in oggetti rituali. Fino all’Ascesa degli Eldrazi, i kor continuarono a credere alle leggende su Talib, Mangeni e Kamsa, ma il ritorno dei Titani ha spezzato l’illusione.
I tritoni, da sempre curiosi per natura, fondarono nuove città in luoghi che ritenevano essere relativamente al sicuro dalla furia del Torbido, e cominciarono a studiare non più soltanto le rovine delle civiltà distrutte dai Titani, ma anche e soprattutto i fenomeni naturali e innaturali, con una particolare attenzione per le forze del Torbido che solamente Noyan Dar, Plasmatore del Torbido, riuscì ad imbrigliare dopo l’Ascesa degli Eldrazi. Ula, Cosi ed Em rimasero figure centrali della cultura e della religione nereide, e i tritoni rimasero sconvolti quando scoprirono di aver vissuto per millenni venerando immagini distorte di mostri.
I vampiri, lo abbiamo detto, abbandonarono Akoum in favore delle misteriose giungle di Guul Draz, dove fondarono la città di Malakir, uno dei centri abitati più grandi di Zendikar. Il ricordo delle azioni compiute ad Akoum si perse nei meandri delle memorie dei Capi Sanguinari fino a quando gli Eldrazi non si liberarono dalla loro prigione nel 4563 A.R. Troppo impegnati a farsi la guerra all’interno di Malakir, le cinque famiglie di vampiri non si interessarono particolarmente ai misteri del mondo in cui vivevano, anche perché, come già detto sopra, chiunque facesse troppe domande sul Mortifero e in generale il passato dei Capi Sanguinari, spesso finiva la sua vita in maniera violenta, inizialmente per mantenere il segreto sul loro coinvolgimento nel risveglio degli Eldrazi, poi, con il passare dei secoli, più per abitudine che per altri motivi.
Elfi e goblin invece, non subirono grandi cambiamenti nel loro modo di vivere. Entrambi questi popoli seguitarono a vivere una vita sedentaria, cercando di costruire piccole comunità e villaggi in luoghi relativamente sicuri, ma questo non significa che queste comunità fossero identiche tra loro. Elfi e goblin si divisero infatti rispettivamente in tre tribù (Tuktuk, Passo di Lava e Grotag per i goblin, Joraga, Mul Daya e Tajuru per gli elfi) che vivevano non solo in modo diverso, ognuna con le proprie tradizioni, le proprie abitudini e le proprie credenze, ma anche a grandi distanze.
Riassumere come sia cambiato lo stile di vita degli esseri umani è, invece, impossibile. Al contrario delle altre razze, infatti, pochissimi umani fondarono insediamenti sedentari, e molti di loro scelsero stili di vita estremamente diversi l’uno dall’altro. Alcuni umani stabilirono un contatto con la natura diventando sciamani, altri si unirono ai tritoni e divennero studiosi, altri ancora divennero cacciatori, locandieri, soldati, eremiti, criminali, fabbri, etc., e ad accomunarli vi è solo l’appartenenza alla razza umana. Come i kor e i tritoni, anche alcuni umani venerano una divinità: Emeria, la dea del Cielo. Secondo la religione umana, Emeria è stato il primo angelo di Zendikar, e dopo aver combattuto i mostri che avevano invaso il piano seimila anni fa, si sarebbe ritirata nel palazzo che porta il suo nome, Emeria, la Rovina del Cielo, così da vegliare sui popoli di Zendikar. Durante il Risveglio dal Torpore, Emeria avrebbe mandato i suoi angeli a combattere ancora, e avrebbe successivamente posto le aureole attorno ai loro occhi per renderli giudici imparziali e incorruttibili, perfetti e distaccati, e il Torbido sarebbe uno dei criteri che essi utilizzano per giudicare i mortali.
Dopo l’Ascesa degli Eldrazi, il mondo di Zendikar si è risvegliato ancora una volta, e come seimila anni fa, i suoi popoli si sono trovati a combattere i Titani e le loro progenie. Ancora una volta, il destino del piano è stato riposto nelle mani di un gruppo di planeswalker, gli stessi che hanno contribuito a liberare Emrakul, Kozilek ed Ulamog dalla loro prigione.
Ma questa è una storia di cui parleremo in futuro.
–
Per riassumere:
-
-1475 A.R. ca’.: Ugin, Sorin e Nahiri imprigionano gli Eldrazi.
-
Tra il -1475 e il 3500 A.R.: la religione zendikari trasforma gli Eldrazi in divinità. Nascono quindi Em/Emeria/Kamsa, Cosi/Talib ed Ula/Mageni.
-
3285 A.R.: Il Sole Immortale creato da Azor, Dispensatore di Legge ed Ugin è pronto per imprigionare Nicol Bolas in Ixalan. Ugin parte per Tarkir, ma si svolgono gli eventi di Riforgiare il Destino e lo spirito-drago rimane chiuso nel bozzolo di edri.
-
3??? A.R.: ca’: In un anno imprecisato tra il 3500 e il 3510, i futuri vampiri di Zendikar risvegliano gli Eldrazi. Poco tempo dopo, Nahiri riesce a risolvere la situazione e parte alla ricerca di Sorin, finendo suo malgrado a passare mille anni chiusa nella Tomba Infernale. Ha luogo il primo Risveglio del Mondo, e Zendikar si difende dall’infezione Eldrazi creando il Torbido.
-
4563 A.R.: tre planeswalker convergono all’Occhio di Ugin e fanno saltare le protezioni magiche che tengono addormentati gli Eldrazi. Poche settimane dopo, un’elfa Joraga nativa di Bala Ged causerà la liberazione degli Eldrazi, convinta che abbandoneranno Zendikar. Di fatto, l’unica ad abbandonare il piano nel periodo successivo, sarà Emrakul, attirata verso Innistrad dal suo Araldo.
–
Fonti:
-
“The Defiance of Angels” di Doug Beyer: https://magic.wizards.com/en/articles/archive/savor-flavor/defiance-angels-2010-04-13
-
“Gods and Monster” di Doug Beyer: https://magic.wizards.com/en/articles/archive/savor-flavor/gods-and-monsters-2010-03-17
-
“Consortium Report” : ‘the Incident at the Eye'” di Jenna Helland: https://magic.wizards.com/en/articles/archive/savor-flavor/consortium-report-incident-eye-2010-01-19
-
“Il Litomante” di Kelly Digges: https://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/il-litomante-2014-10-29
-
“Il Risveglio dal Torpore” di James Wyatt: https://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/il-risveglio-dal-torpore-2015-05-13
-
“The Eldrazi Arisen” di Doug Beyer: https://magic.wizards.com/en/articles/archive/feature/eldrazi-arisen-2010-03-29
-
“Worldwake: a plane in revolt” di Doug Beyer: https://magic.wizards.com/en/articles/archive/worldwake-plane-revolt-2010-01-18
-
“Zendikar: in the Teeth of Akoum” di Robert B. Wintermute. Pubblicato nell’aprile del 2010 ed inedito in Italia.
-
“The Art of Magic the Gathering: Zendikar” di James Wyatt. Pubblicato nel gennaio del 2015 ed inedito in Italia.
__
Nelle puntate precedenti:
Riassunto delle stagioni precedenti
Seguo la rubrica dal suo inizio, ma questa puntata le batte veramente tutte… Complimenti anche per l’idea dei dossier azzeccatissima!
bellissimo come al solito. miglior rubrica di metagame
[quote name=”lorenzo93″]bellissimo come al solito. miglior rubrica di metagame[/quote]
Grazie! 🙂
Non si sono ancora visti i libri di Assalto?
[quote name=”lorenzo93″]bellissimo come al solito. miglior rubrica di metagame[/quote]
Addirittura? Sono lusingato :D!
[quote name=”fabrimagic”]Non si sono ancora visti i libri di Assalto?[/quote]
Si è visto solo Legioni, che è arrivato due giorni fa.
Assalto DOVREBBE arrivare a breve, Flagello si è perso nel Mar dei Naufragi durante il viaggio da Ixalan alla regione del Torrezon in cui viviamo. Per la terza volta di seguito (nonostante abbia acquistato da tre venditori diversi).
Se arrivassero Assalto e Flagello, avrei materiale per articoli fino a Lorwyn, ma fino ad allora dovrò continuare con i dossier, perché sì, potrei anticipare i tre del primo blocco Ravnica, ma sarebbe confusionario e dovrei interrompermi nuovamente prima di Spirale Temporale, e per anticipare tre articoli non mi sembra il caso di saltarne dai quattro ai sei.