Dove eravamo…
Abbandonati la spada-Mirari e il cadavere dell’Ambasciatore Laquatus al loro destino, Kamahl, Mano di Krosa, corre verso casa di Seton, Protettore di Krosa, ma ormai è troppo tardi: qualcuno ha ucciso Seton, e Jeska, Guerriera Provetta, è scomparsa. Le tracce lasciate dai rapitori sembrano però condurre verso una direzione ben precisa: Aphetto, la nuova capitale della Cabala. Kamahl intuisce che i cabalisti hanno seguito Laquatus, e che Jeska si trova proprio nella nuova capitale, perciò decide di partire per salvare la sorella dalle grinfie del Patriarca, anche se questo significherà attraversare il vasto deserto che collega il territorio della Cabala alla foresta di Krosa (territorio che abbiamo già conosciuto ai tempi di Odissea).
Ma cosa è accaduto di preciso a Jeska?
Phage l’Intoccabile
Mentre Laquatus combatteva Kamahl, Seton si è reso conto di non poter guarire Jeska da solo, e la ha quindi portata in un santuario naturale all’interno della foresta, sperando che la magia di quel luogo potesse essere sufficiente per guarirla. Questo ha permesso a Jeska di riprendersi leggermente, ma Seton non ha potuto completare la guarigione, poiché Braids, Servitore della Cabala, incuriosita dalla giovane donna, ha deciso di portarla fino ad Aphetto, al cospetto del Patriarca della Cabala certa che l’uomo che ella ama apprezzerà il dono. Per far ciò, ha colpito Seton alle spalle, uccidendolo, ed è partita assieme alla barbara alla volta di Aphetto.
Virot è felicissimo di potersi vendicare di Kamahl (amico del traditore Chainer, Signore di Dementia, ladro del Mirari, nuovo protettore di Krosa e causa del recente conflitto tra Cabala e Ordine) ma quando stringe Jeska tra le sue braccia, la giovane, imbottita di magia oscura e protetta dall’energia del Mirari, non solo sopravvive al suo tocco, ma ne assorbe parzialmente il potere, diventando di fatto una Virot Maglan al femminile in grado di decomporre in pochi istanti qualunque materiale organico essa tocchi (con la sola eccezione dei non morti, protetti dalla magia nera). Non solo: il nuovo potere interagisce con la ferita di Jeska, fermando l’infezione magica che la stava uccidendo. Anche a livello psicologico Jeska cambia radicalmente: la Cabala è riuscita dove suo fratello ha fallito, le ha salvato la vita e le ha offerto un nuovo mondo di possibilità. Complice anche la costante presenza di Braids e delle magie di Dementia, a poco a poco Jeska sviluppa una vera e propria seconda personalità, Phage, che ben presto sovrasta la vera Jeska. L’amore per il fratello con cui ha vissuto per anni viene sostituito dal rancore nei confronti della persona che ha cercato di ucciderla e dalla fedeltà assoluta alla Cabala (e a Braids in particolare, che si occupa di lei come se fosse una sorella maggiore) il che la spinge a diventare la migliore combattente dell’Arena locale. Nel giro di un mese, Phage, talvolta da sola, talvolta assieme ad altri cabalisti, sconfigge ogni singolo avversario che si trova ad affrontare. La sua fama cresce di pari passo alla sua abilità e alla sua autorità all’interno della Cabala, e questo comporta naturalmente un enorme aumento delle entrate dell’Arena e delle vittime della nuova arma del Patriarca.
L’invincibile duo
Ma Phage non è l’unica attrazione che Aphetto ha da offrire. La sabbia dell’Arena è infatti solcata dai piedi di Nivea e Ixidor, Manipolatore della Realtà, l’una ex membro dell’Ordine e l’altro abile illusionista, che assieme formano una coppia invincibile, tanto forte da essersi guadagnata il favore del pubblico. I due si amano profondamente e combattono nell’Arena con un solo scopo: guadagnare i soldi necessari a fuggire dallo squallore di Aphetto e creare altrove (al di fuori del continente di Otaria) la propria società perfetta, basata sui valori dell’onore, della purezza e della bellezza artistica. Sognano un luogo meraviglioso dove poter vivere in pace, assieme a persone simili a loro, artisti ed idealisti, e quell’opportunità è ormai a portata di mano.
Nel corso del tempo, infatti, i due amanti hanno accumulato una discreta quantità di ricchezze, non abbastanza da permettere loro di andarsene da Aphetto ma sufficienti, con l’aiuto di alcune monete illusorie, per scommettere tutto ciò che possiedono sulla loro vittoria nel prossimo scontro. Ixidor e Nivea sono certi di vincere come hanno sempre fatto, e sono pronti ad affrontare qualunque avversario. Sfortunatamente per loro, il Patriarca non ha alcuna intenzione di perdere una somma come quella scommessa da Ixidor, e quando il giorno del combattimento arriva, la coppia si trova ad affrontare Phage nello scontro finale, quello che dovrebbe dare a Ixidor e Nivea la libertà. Ixidor manda i suoi guerrieri illusori ad attaccare l’avversaria, ma quella, in qualche modo, riconosce l’illusione e rimane immobile a farsi infilzare da una lancia di fatto inesistente. Questo primo approccio mette in allarme Nivea, che per tutta risposta evoca dieci guerrieri dell’Ordine armati di picche, i quali, tuttavia, finiscono per decomporsi non appena il tocco di Phage li sfiora. Nivea e Ixidor combattono con tutte le loro forze, ma basta un passo falso del mago per mandare tutto a rotoli. Per salvare la vita al suo amato, Nivea lo allontana dall’avversaria, ma così facendo si apre ad un abbraccio mortale. La donna ha appena il tempo di gridare <<Ricordati di me!>> ad Ixidor, poi le braccia di Phage si chiudono attorno al suo corpo, e l’illusionista osserva impotente la persona più importante della sua vita decomporsi fino a diventare niente più di un mucchio di polvere. Ixidor vorrebbe alzarsi, affrontare Phage e sconfiggerla, o comunque morire nel tentativo, ma è paralizzato da quanto ha appena visto, e non riesce ad alzarsi da terra. Nivea era tutto il suo mondo, e con lei, l’illusionista ha perso completamente la voglia di vivere. Dopo la sconfitta, Ixidor viene portato via, ma quando poco dopo l’inganno delle monete viene scoperto, i suoi beni vengono confiscati e i soldati della Cabala lo abbandonano nel deserto, nudo e senza cibo né acqua.
L’irreale diventa reale
Poco tempo dopo, Kamahl raggiunge finalmente Aphetto armato del suo bastone druidico nuovo di zecca che Krosa stessa ha forgiato per lui. Il Campione della Foresta assiste ad un sopruso nei confronti di una donna di nome Zagorka, e desideroso di aiutarla, guarisce Chester, il mulo che la accompagna, riempiendo il suo corpo con la magia della crescita e della vita. Il mulo Chester non solo torna in vita nonostante la sua gola sia stata tagliata, ma cresce anche di dimensioni, e di fronte a questo sfoggio di potere, le guardie cittadine decidono di lasciare entrare sia Kamahl che Chester e Zagorka senza far pagare loro alcun pedaggio. Abbandonati i suoi nuovi compagni di avventura a sé stessi, il druido viene avvicinato da Braids, che rivela di essere diventata la vice del Patriarca dopo la morte di Chainer e gli offre di partecipare a un torneo nella piccola arena di Aphetto. Kamahl dapprima rifiuta, ma Braids lo convince offrendogli una battaglia contro Phage, una battaglia che, se vinta, gli permetterà di riavere Jeska. Durante la lotta il barbaro riconosce la sorella e la chiama per nome, ma Phage finge di non ricordare, e ancora carica di rancore per ciò che lui le ha fatto, continua ad attaccarlo. Ferito sia nel corpo che nell’animo, Kamahl si arrende all’evidenza: Jeska è diventata una seguace della Cabala, e finché il Patriarca esisterà, lei non potrà mai più essere libera. Convinto di poter salvare Jeska da Phage, Kamahl abbandona Aphetto per tornare a Krosa e recuperare la sua spada-Mirari, ma gli spiriti della foresta che vegliano sul Cuore di Krosa riescono a fermarlo, offrendogli la possibilità di controllare l’immenso potere della natura ed incanalarlo attraverso il suo bastone. Forte del nuovo potere, il druido inizia a costruire un esercito di elementali e creature della foresta utilizzando la magia della foresta “corrotta” dal Mirari, e offre il ruolo di generale al centauro Asprociglio, Eroe di Krosa.
Nel frattempo, ad Aphetto, Phage ed il Patriarca ricevono una visione dal loro dio Kuberr, il quale ha grandi piani per espandere il business della Cabala. Aphetto è una città troppo provinciale, e la sua arena è troppo piccola, perciò il dio ordina la costruzione del Gran Colosseo, una arena enorme attorno alla quale sorgerà una altrettanto grande capitale. Phage viene incaricata di supervisionare i lavori, e dopo aver bruciato vivi tutti gli abitanti della palude indicata da Kuberr che si sono rifiutati di andarsene, monta il campo e si lascia convincere da Zagorka a nominarla sua vice. La mulattiera è una donna piuttosto intelligente, e grazie ai suoi consigli Phage riesce a realizzare la visione di Kuberr nel tempo previsto, e all’inaugurazione, durante la quale i combattenti del nuovo Gran Colosseo si combattono in una rievocazione dell’Invasione Phyrexiana (con orrori di Dementia e rispettivi evocatori da una parte, e normali esseri viventi dall’altra), giungono persone da ogni parte del continente.
Mentre i lavori per la costruzione della nuova arena procedono, Ixidor scopre di possedere abilità illusionistiche a dir poco miracolose: dopo giorni passati nel deserto in preda alla disperazione, al dolore, alla sete e alla fame, Ixidor trasforma una manciata di sabbia in acqua fresca e una distesa di sabbia in un vero e proprio lago. Dal fango, il mago crea un uccello con cui pasteggiare, e quando questo fugge, decide di creare una nuova specie, una tartaruga che viva solo per essere mangiata. Comprendendo la portata dei suoi poteri, che lui crede essergli stati donati dallo spirito di Nivea, Ixidor decide di realizzare il sogno che condivideva con l’amata, e inizia a costruire il regno di Topos, composto da un palazzo, Locus, dal lago dal quale scaturisce un fiume, e da una foresta. Una volta finito di creare l’habitat, Ixidor lo riempie con creature di ogni specie, create a partire dai più svariati materiali. Crea anche cinque unmen, portali semoventi dall’aspetto umanoide identico al suo da utilizzare come via di fuga qualora Topos dovesse venire attaccato, e alcuni difensori di argilla.
Krosa all’attacco
Intanto, Kamahl costruisce il proprio esercito krosano. La crescita indotta dalla visione inviatagli dal Mirari è sfuggita ad ogni controllo e infesta la foresta come cancro, ma il Cuore di Krosa consiglia al druido di sfruttare questo potere per costruire il suo esercito e lasciare dei guerrieri a difendere la foresta. Kamahl trasforma gli animali e i centauri in esseri di enormi dimensioni (scoiattoli grandi quanto buoi e serpenti delle dimensioni di elefanti), ma quando cerca di convincere i nantuko, questi si rifiutano di collaborare, convinti che Kamahl stia commettendo degli atti sacrileghi. Il druido entra quindi nella piramide sacra ai nantuko per parlare con Thriss, ma scopre che questi non è più in sé, ed è stato trasformato dal potere del Mirari in una creatura deforme e mostruosa. Il druido cerca di guarirlo e rinvigorirlo infondendolo di magia verde, ma invece di salvarlo lo fa letteralmente esplodere. Kamahl impiega un altro mese per rendersi conto che quella crescita incontrollata provocata dal Mirari non sta facendo del bene alla foresta, e cerca di scendere nelle profondità della piramide, ormai diventata una montagna ricoperta di vegetazione, nel luogo dove ha ucciso Laquatus e dove potrà distruggere la sua spada. Il Cuore di Krosa, tuttavia, non ha alcuna intenzione di permettere al druido di portare a termine il suo scopo. Questa entità immateriale vede solo gli effetti benefici di questa crescita, ed è suo desiderio vedere la foresta continuare a crescere e a dare la vita a migliaia di nuove creature al ritmo che ha sostenuto negli ultimi sei mesi, anche se questo porterà alla morte di centinaia di altre specie. Kamahl riesce comunque ad avvicinarsi alla sfera e a riversare le proprie memorie in essa, in modo tale da mostrare al Cuore di Krosa che cosa ha causato l’utilizzo del Mirari. L’entità che governa la foresta si chiude dunque in sé stessa, spaventata da ciò che è avvenuto ai precedenti possessori del Mirari, e cessa di utilizzare il potere della sfera, cosa che soddisfa pienamente Kamahl. Il druido, tuttavia, ha ancora una missione da compiere, e per una volta il Mirari gli viene in aiuto, mostrandogli la visione del Gran Colosseo; Phage si trova lì, ed è lì che lui dovrà andare per liberare la sorella. Ciò che il druido non sa, è che da mesi il Patriarca stava attendendo il momento in cui la foresta avrebbe cessato di crescere al ritmo straordinario, e dopo il primo viaggio di Kamahl in Aphetto ha incantato la terra con una magia di corruzione.
Un mese dopo, l’esercito di Krosa si presenta alle porte della piccola città sorta attorno al Gran Colosseo, dove viene accolto da Braids, la quale, in risposta alla richiesta di Kamahl di combattere Phage e di fare entrare il suo esercito in città, richiede il pagamento di una enorme somma di denaro. Kamahl minaccia di scatenare una guerra, ma Braids, forse bluffando, forse perché veramente sicura di poter vincere, non si lascia intimorire e lo sfida ad attaccare e a farsi decimare. Il druido è quindi costretto a scendere a patti con l’evocatrice di Dementia, e riesce ad entrare assieme ai membri della sua guardia d’onore, accettando di lasciare fuori il resto del suo esercito.
Poche ore dopo, comincia il secondo scontro tra Kamahl e Phage. Kamahl non vorrebbe ferire ulteriormente la sorella, e inizialmente, difeso da una barriera di foglie che impedisce al tocco di Phage di raggiungerlo, cerca di parlarle e di convincerla ad abbandonare la Cabala, ma la donna si rifiuta di discutere, e al barbaro non resta altra scelta che colpirla ed atterrarla con un calcio ben assestato e potenziato dalla magia della natura. L’accordo prevede che in caso di vittoria Kamahl possa dare la libertà alla sorella, ma prima che la campana della sconfitta suoni, Phage si rialza e si getta contro l’avversario. La barriera di Kamahl cede, e così anche la sua armatura. Il tocco di Phage non arriva fino alla carne, per fortuna, ma il colpo è sufficiente per mandare a terra il druido e per riportare in vantaggio la campionessa della Cabala, la quale approfitta del momento per rivelare a Kamahl cosa pensa di tutta questa storia. Lui la crede una Jeska maledetta e malata, ma non comprende che lei non è più Jeska, è diventata qualcosa di più, una malattia ed una maledizione vivente, condizione che non le dispiace affatto. E se lui insisterà a combatterla, lei non si farà scrupoli ad ucciderlo. Kamahl tenta di colpire nuovamente l’avversaria, ma lei è più veloce, e con un colpo nello stomaco, fa cadere il bastone del druido, dando inizio alla corruzione del suo corpo.
Mentre Phage si appresta a tagliare l’ultimo ponte con il suo passato sussurrando nell’orecchio del fratello di prendere le sue mani ed accettare la morte, un angelo cala dal cielo e la colpisce alle spalle, atterrandola. L’angelo si presenta come Akroma, ed afferma di dover uccidere Phage per vendicare Nivea.
Akroma, Angelo della Distruzione
Ma facciamo un passo indietro e spostiamoci a Topos.
Alcune notti prima dell’arrivo di Kamahl al Gran Colosseo, Ixidor sogna di essere stato raggiunto da Phage, ma un angelo con il viso di Nivea compare all’improvviso per difenderlo. Ixidor viene svegliato da un atroce dolore alla spalla destra, e con orrore si accorge di non possedere più il braccio destro. L’angelo del sogno, tuttavia, è al suo fianco e spiega di essere stato creato inconsciamente da lui stesso, che nel processo ha appunto dovuto sacrificare il braccio. Ancora timoroso che la Cabala possa venire a cercarlo e desideroso di vendicarsi di Phage per ciò che ha fatto alla sua amata, Ixidor dà un nome e una missione alla sua creazione, poi la manda a cercare ed uccidere Phage per lui.
Mentre Akroma spiega per quale motivo sia venuta fino al Gran Colosseo, Kamahl riesce a raggiungere il suo bastone e a guarirsi prima che il tocco di Phage lo uccida. Il druido non può permettere ad Akroma di uccidere sua sorella, perciò si unisce a Phage per affrontare l’angelo, facendo intervenire persino il suo esercito. Sopraffatta dai krosani e colpita da Phage alle gambe e alle ali, Akroma si rende conto di non poter completare la sua missione, e fugge verso Topos, dove il suo creatore si offre di guarirla (o meglio, di completarla, alla maniera del Vecchio Demone di cui parlano le storie della Guerra) e di sostituire le gambe perdute con il corpo di un giaguaro della foresta di Topos.
Cabalisti e krosani, dietro suggerimento di Kamahl e Phage (la quale arriva addirittura a dichiararsi sconfitta dopo il duello con il fratello per non dover uccidere il potenziale alleato) decidono di stabilire una tregua, e di allearsi per impedire che Akroma raggiunga il suo obbiettivo. Il Patriarca non vuole perdere la sua arma più forte, la sua campionessa dal tocco letale, mentre Kamahl non vuole perdere sua sorella, che è ancora convinto si trovi da qualche parte dentro Phage. Un mese più tardi, l’esercito unito della Cabala e della foresta è pronto a marciare verso Topos, accompagnato da alcuni nobili spettatori dei combattimenti nell’Arena. Il Patriarca non vuole perdere l’occasione di guadagnare anche dalla guerra, e per dare spettacolo si incontra con Kamahl prima della partenza per Topos. Fuori dal Gran Colosseo, i due alleati, al grido di “potere della foresta, a me!” e “potere della palude, a me!” (frasi fatte utilizzate per compiacere gli spettatori della Cabala) forgiano una nuova arma unendo il bastone del druido e la falce di Virot. La nuova arma viene battezzata Soul Reaper, viene donata a Kamahl e il Patriarca annuncia che il suo potere sarà sufficiente per uccidere Akroma. Nonostante il risentimento di Phage verso il fratello, i due marciano verso Topos alla testa del loro esercito fianco a fianco e dopo un altro mese di viaggio, giungono in vista dell’oasi di Ixidor accompagnati dai loro generali: Asprociglio per rappresentare Krosa, Zagorka per rappresentare la Cabala. Dietro di loro, Braids, pronta a presentare lo spettacolo imminente.
Ma anche Ixidor si è preparato alla guerra. Nonostante sia ogni giorno sempre meno lucido, la sua paura di un imminente attacco lo ha portato a rafforzare ulteriormente le già potenti difese di Topos, utilizzando i suoi poteri per creare un vero e proprio esercito difensivo composto da illusioni che assumono le sembianze dei soldati nemici; gigantesche meduse volanti; granchi umanoidi; e infine i discepoli, creaturine simili a stelle in grado di dare forma fisica al peggior incubo di ogni nemico.
Assalto a Topos
La battaglia ha inizio, e fin da subito l’esercito invasore si trova in difficoltà. Ixidor ha manipolato l’aria attorno a Topos per costruire solide mura invisibili, un labirinto di spazio e tempo contorto in grado di uccidere in più di un modo al solo tocco, Roth, il serpente che fa da cavalcatura a Kamahl, è il primo a subirne le conseguenze: il muro di spazio contorce il suo corpo e le sue ossa in maniera innaturale, provocandogli nel giro di pochi secondi decine di ernie, poi, quando Phage lo rianima come zombie, il muro temporale decompone istantaneamente la testa della creatura.
Ma Ixidor non è un planeswalker, né un mago davvero potente, perciò non può mantenere il suo muro intatto molto a lungo. Il suo piano è tenere l’esercito nemico ai confini di Topos, così che il suo esercito di illusioni possa affrontarlo senza che il suo paradiso subisca alcun danno. Poco dopo, quando il muro svanisce, i primi combattenti di Topos raggiungono l’esercito di Kamahl e Phage. Gli uomini d’argilla di Ixidor mutano la loro forma, ed ogni combattente si trova ad affrontare decine e decine di copie di sé stesso, cosa che dà molta soddisfazione a Kamahl, lieto di potersi finalmente punire per il male che ha fatto in passato. Il suo atteggiamento però cambia quando si trova ad affrontare ed uccidere decine di Phage, ma per fortuna gli basta un semplice trucco per capire dove si trovi l’originale: la vera Phage è l’unica a non avvicinarsi quando lui grida <<Jeska! Vieni da me!>>.
Quando l’ultimo degli uomini d’argilla raggiunge gli avversari, dal cielo cominciano a discendere le meduse, seguite a terra dagli uomini granchio, e in breve tempo l’esercito alleato di Krosa e della Cabala si trova in difficoltà. Ogni combattente deve fare i conti con le sue copie, con le gigantesche meduse e con almeno un uomo granchio a testa, ma per Ixidor non è ancora sufficiente. Gli assedianti hanno perso seimila unità, ma gli assediati più di diecimila. Chiuso nelle sue stanze assieme ad Akroma e ai suoi unmen, l’illusionista è terrorizzato dall’idea che i suoi seguaci possano fallire e si convince a mandare sul campo di battaglia i suoi discepoli.
L’incubo peggiore
Le minuscole stelle cadono dal cielo come fiocchi di neve, e posandosi sulle fronti dei loro avversari, danno forma ai loro peggiori incubi. Kamahl si trova ad affrontare una sua copia armata della spada-Mirari; le menti degli elfi, esseri antichi che hanno combattuto nell’Invasione, danno vita a mostruosità phyrexiane; i cabalisti si trovano di fronte alle creature di Dementia che normalmente tengono rinchiuse nelle loro menti; e così via. Ogni goblin, nano, elfo, umano e centauro viene messo di fronte all’orrore più spaventoso che la sua mente possa immaginare, ma il peggio avviene quando un discepolo tocca la mente di Phage. Lei non ha incubi, ma è oscurità incarnata, un vero e proprio contenitore di malvagità e morte. La campionessa della Cabala comincia quindi a vomitare un intero sciame di coleotteri neri, uno dopo l’altro, uno per ogni persona che ha ucciso, finché tutta l’oscurità in Phage si riversa fuori dal suo corpo, lasciando solo una Jeska ferita, nuovamente moribonda a causa della ferita del Mirari riapertasi dopo che il potere di Phage è svanito.
Mentre Kamahl riesce faticosamente ad avere la meglio sul suo avversario e ad ucciderlo con la sua stessa spada-Mirari, i coleotteri di Jeska cominciano a mutare, e dopo pochi istanti ognuna di quelle piccole bestie si trasforma in un enorme wurm della morte (che per semplicità chiamerò deathwurm da adesso in poi), esseri così lunghi da far apparire minuscoli i resti del serpente gigante Roth, che pure era lungo diverse decine di metri. Dalla sua stanza in Topos, Ixidor osserva il campo di battaglia, ma quando percepisce i wurm (tra i quali c’è anche quello di Nivea) comincia a urlare di terrore, e manda Akroma ad ucciderli. Purtroppo, i wurm sono troppi, e nonostante Akroma riesca ad ucciderne cinquanta, ben presto gli altri (almeno un altro migliaio) dilagano su tutto il campo di battaglia, divorando tutto ciò che incontrano sulla loro strada e facendo strage di toposiani, cabalisti, krosani e perfino i nobili che erano venuti ad assistere all’assalto per piazzare le loro scommesse. Mentre Braids sale in groppa ad un deathwurm per provare l’ebbrezza di <<cavalcare la morte>>, Zagorka ed Asprociglio si riuniscono a Kamahl e Jeska, la quale rivela di avere un piano per impedire a quelle terribili creature fuoriuscite dal suo corpo di distruggere Otaria. I deathwurm non possono ferirla, e se la toccassero tornerebbero dentro al suo corpo, così come è accaduto a quello che pochi minuti prima si era scagliato contro di lei. Kamahl inizialmente si oppone, perché una volta che i deathwurm torneranno dentro di lei, Jeska tornerà ad essere Phage, ma la sorella fa appello al suo buonsenso: se le bestie dilagheranno per Otaria, Jeska morirà a causa della ferita del Mirari, e prima o poi anche Kamahl verrà divorato da una di quelle terribili creature. Sconsolato, Kamahl accetta di aiutarla, e ascolta il suo piano.
Intanto, un deathwurm solitario si allontana dal campo di battaglia. Seguendo l’odore di Ixidor, la bestia, che incarna l’omicidio di Nivea, irrompe all’interno di Locus, nelle stanze di Ixidor, il quale è quindi costretto ad usare i suoi unmen per fuggire. Per quattro volte Ixidor distrae il wurm e si getta in un unman, seguito subito dagli altri, ma la bestia riesce a raggiungerlo ogni volta, finché alla fine non avviene la disgrazia. Ixidor apre il portale di uno dei rimanenti tre unmen per fuggire dal lago di Locus, ma quando atterra in una delle stanze del suo palazzo, scopre che gli ultimi due unmen non lo hanno seguito, e quindi il portale è ancora aperto. L’acqua invade rapidamente la stanza, e poco dopo, prima che Ixidor possa fare alcunché, il deathwurm di Nivea attraversa il portale e ingoia vivo l’illusionista.
Mentre Ixidor viene trasportato nelle viscere della bestia, Akroma percepisce la scomparsa del suo creatore, e lancia un grido disperato. Tuttavia, anche se una parte di lei vorrebbe correre in soccorso di Ixidor, Akroma si rende conto di non poter lasciare che gli altri deathwurm distruggano Topos e il resto di Otaria, e torna a combattere le bestie finché Kamahl e Jeska non la chiamano per spiegarle il loro piano. Inizialmente l’angelo vorrebbe solamente approfittare della debolezza di Phage per attaccarla ed ucciderla, ma Kamahl le impedisce di trafiggerla, e la convince a risparmiare la sorella. Jeska è l’unica che può fermare i deathwurm, le creature che Ixidor ha ordinato ad Akroma di uccidere. L’angelo, seppur riluttante, rivede le sue priorità, e decide di fidarsi: aiuterà il duo a sconfiggere i deathwurm, poi andrà alla ricerca del suo creatore, ed infine tornerà da Phage per ucciderla una volta per tutte. Obbedendo a Jeska, Akroma evoca tutti i discepoli di Ixidor, e li fa calare tutti assieme sulla fronte della giovane donna. Prima che l’ultimo deathwurm torni nel suo corpo, Jeska chiede a Kamahl di non dimenticarsi di lei, anche qualora non dovesse mai più emergere. Il druido, straziato dal dolore, si piega sul suo viso, le dà un bacio sulla guancia, e con le lacrime che gli bagnano il viso saluta Jeska. <<Addio, sorella>> dice. Quando Phage si riprende, Kamahl le chiede ancora una volta di seguirlo a Krosa, ma la donna rifiuta. Il druido la lascia andare via ancora una volta, chiedendole solo una cosa: lui la lascerà libera di prendere qualunque strada desideri, ma lei non dovrà buttare la propria libertà che lui ha vinto durante il duello nel Gran Colosseo sprecando la sua vita nelle arene della Cabala. Phage non promette nulla, e gli ricorda che da quel momento in poi loro due saranno nuovamente nemici.
Kamahl, tornato a Krosa, decide di ritirarsi in meditazione e di non intervenire più nella vita della sorella. Jeska ha scelto volontariamente di sacrificarsi per Otaria, e lui vuole rispettare la sua scelta, anche se questo significa perderla forse per sempre. Asprociglio lo fissa in silenzio, senza capire appieno cosa stia facendo il druido, ma intenzionato a lasciarlo perdere.
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Per riassumere:
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4205 A.R.: Dominaria viene invasa da Phyrexia.
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4305 A.R.: nel corso di quest’anno l’artefatto chiamato Mirari provoca diversi disastri nel continente di Otaria. Kirtar usa il Mirari e distrugge metà della Cittadella dell’Ordine; Aboshan trova l’artefatto e fa affondare un terzo del continente; Chainer lo strappa dalle mani del Patriarca e distrugge Città della Cabala; Kamahl lo prende a Chainer e provoca una guerra civile tra le tribù delle Montagne Pardiche. In seguito alla morte di Kirtar, la Cabala del Patriarca e l’Ordine di Teroh ed Eesha iniziano una guerra che si concluderà solo dopo la fuga di Kamahl in Krosa. In seguito alla morte di Aboshan Llawan e Laquatus si sfidano per conquistare il potere nell’impero mer, e la prima avrà la meglio sul secondo, che invece morirà per mano di Kamahl nella foresta di Krosa. In seguito alla morte di Chainer, la Cabala si trasferisce nella città di Aphetto. La Guerra del Mirari (nome che sta ad indicare l’intero insieme di conflitti scoppiati a causa del Mirari -Guerra Civile Mer, Guerra Civile Pardica, Crociata di Teroh, Colpo di Stato di Chainer- o conseguentemente all’utilizzo di questo artefatto) provoca la morte di Balthor, Seton e, apparentemente, di Jeska, rapita dalla Cabala.
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4305-4306: Jeska diventa Phage, uccide Nivea e distrugge la vita di Ixidor. Kamahl cerca di convincere la sorella a tornare da lui, ma non avendo la forza per obbligarla, attende alcuni mesi per preparare un esercito di creature della foresta di Krosa. La foresta cresce a un ritmo preoccupante, e Kamahl utilizza il suo potere per potenziare il suo esercito. Thriss muore, il potere del Mirari si ferma e Krosa cade vittima della corruzione del Patriarca. Phage costruisce il Gran Colosseo su un’isola in mezzo ad una palude, e viene fondata Coliseum City. Phage e Kamahl si affrontano nuovamente, ma vengono interrotti da Akroma, l’angelo creato da Ixidor per vendicare l’amata, perciò si alleano per attaccare e distruggere le forze di Ixidor. L’illusionista fonda Topos e crea il suo paradiso, poi, quando Akroma torna ferita, la guarisce e si prepara alla guerra. Si combatte la Guerra dell’Incubo, che si conclude quando i deathwurm di Phage tornano all’interno del suo corpo. Ixidor viene ingoiato vivo dall’unico deathwurm rimasto.
“Onslaught” di J. Robert King. Libro pubblicato nel settembre del 2002 e inedito in Italia.
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Curiosità:
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La Soul Reaper è potenziata da una Pietra del Potere Thran, il che significa che anche la falce del Patriarca lo era, e che forse quell’arma potrebbe essere appartenuta a qualche metathran al servizio di Urza.
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La Guerra a cui fa riferimento Ixidor è ovviamente l’Invasione Phyrexiana di un secolo prima, ma il Vecchio Demone a cui fa riferimento potrebbe non essere Yawgmoth, ma Belzenlok. Naturalmente l’autore J.Robert King si riferiva al Padre delle Macchine, considerando che è anche l’autore di The Thran e del ciclo di Invasione (e noi sappiamo benissimo chi è stato ad invadere Dominaria e a inventare il “completamento”), ma a posteriori quella frase di Ixidor potrebbe essere riletta anche in un altro modo: anche se Belzenlok sarebbe divenuto il capo della Cabala solo diversi secoli dopo, non è detto che non avesse già cominciato la sua opera di revisione storica, sostituendosi già all’ormai defunto Yawgmoth. Ixidor, pur conscio che tempo prima c’era stata un’invasione, non ha mai studiato nel dettaglio quegli eventi e potrebbe aver semplicemente sentito la storia dei metodi di completamento dell’Antico Demone da parte di qualche seguace di Belzenlok.
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Nel ricostruire Akroma, Ixidor si lascia andare ad un commento disperato sulla propria condizione: “maggiore è il potere del creatore, maggiori saranno le possibilità che si ritrovi intrappolato in un mondo da lui stesso progettato”. Ancora una volta, dunque, il Manipolatore della Realtà dimostra di conoscere parecchi dettagli su Yawgmoth e sulla società phyrexiana. È probabile che questi dettagli li abbia scoperti durante le rivisitazioni storiche della Cabala, vere e proprie lezioni di storia atte a intrattenere e al tempo stesso a divulgare conoscenza (non tutti possono essere interessati allo spargimento di sangue, e la Cabala non può certo permettersi di rinunciare alle loro scommesse!).
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Nelle puntate precedenti:
Riassunto delle stagioni precedenti