CAP 1 – 29 Cizarm 10.012 Z.C.
“il possesso rappresenta i nove decimi della legge; noi ci prendiamo cura dell’ultimo decimo. La Capobar&Soci è specializzata nel recupero di oggetti. Nessun lavoro è troppo semplice, troppo difficile o troppo pericoloso.
Soddisfatti o rimborsati.
Compenso negoziabile, consulenza disponibile (100 zini al giorno più le spese). 15017 Funnel Street, Mitdown, Centro di Ravnica. Presenza fisica del cliente richiesta. Spese non negoziabili.
Tutti sono alla ricerca di qualcosa.
Inviaci un Falco Corriere per prendere un appuntamento oggi stesso!” –Annuncio segreto rimasto a lungo sul “Giornale Ravnicano del Patto delle Gilde”.
Ventisei giorni dopo la fine della Crisi di Utvara, Evern Capobar, l’autoproclamatosi Maestro dei Ladri, arriva nella regione per svolgere un lavoro per il quale è stato appositamente richiesto il suo intervento: recuperare del materiale organico dai cadaveri dei tre draghi che Zomaj Hauc aveva cercato di controllare. Raggiunte le rovine del Calderone, Capobar scopre che dei due draghi nati dalle uova di Hauc non restano che ossa semi-carbonizzate con le quali stanno banchettando alcuni nephilim, ma fortunatamente i mostri non si sono avvicinati all’ultimo uovo, l’unico che non aveva fatto in tempo a schiudersi prima del crollo del Calderone.
Il guildmaster che ha incaricato Capobar di compiere quella missione ha richiesto che l’estrazione della componente organica dal corpo del drago venga compiuta prima che questi muoia, e per fortuna all’interno dell’uovo infranto giace gravemente ferito il suo ospite. Alla richiesta del drago di ucciderlo, Capobar obbedisce, infilando la siringa consegnatagli dal suo mandante poco sopra il grande occhio rosso del drago, per poi allontanarsi dal Calderone. Nelle ore successive alla conclusione della missione di Capobar, al banchetto dei due nephilim si uniscono altri tre loro simili, i quali, una volta superate le dimensioni dei draghi attaccano le zone abitate di Utvara alla ricerca di altro cibo.
Quando Crixizix, la goblin che aveva assistito Hauc nelle sue ricerche, torna al Calderone dietro ordine di Niv-Mizzet in persona, si trova di fronte al caos creato dai nephilim, ed immediatamente contatta il servizio che si occupa di mantenere sotto controllo le emergenze causate da esperimenti Izzet finiti male. Dopo essere riuscita a convincere l’operatrice che risponde alla sua chiamata tramite specchio-comunicatore che la situazione è stata causata da un esperimento Izzet e non da un esperimento Simic, la goblin riesce ad ottenere la conferma che, nel giro di qualche ora, il servizio d’emergenza manderà una squadra per fermare la minaccia. Fino ad allora, Crixizix dovrà cavarsela da sola.
CAP 2 – 30 Cizarm 10.012 Z.C.
“Ai volontari dovranno essere dati le responsabilità e i diritti dei sotto-ufficiali Wojek in servizio. L’addestramento accademico non dovrà essere richiesto ai volontari qualificati con cinque o più anni d’esperienza nelle organizzazioni approvate e nominate nella sottosezione A.” — Accordo sulle Operazioni Congiunte Wojek/Ledev, Sezione 2
“Nessun gufo (termine che viene utilizzato come insulto per rivolgersi ai wojek N.d.R.) necessita di applicarsi” — Scritta apparsa sulla finestra di un Ufficio per il Reclutamento Wojek
Mentre in Utvara i nephilim crescono sempre più, in uno dei quartieri più centrali di Ravnica un wojek di nome Pijha e la sua partner Fonn Zunich (figlia di quel Myczil Zunich che fu partner di Agrus Kos, Veterano Wojek, nonché ex moglie di Jarad Vod Savo) indagano su un misterioso omicidio avvenuto all’interno di un negozio, il Bestiario Esotico di Zuza. Dopo che gli eventi del Decamillenario hanno diminuito drasticamente il numero dei suoi soldati, la Lega Wojek ha dato il via ad un reclutamento di massa, chiedendo aiuto anche a gilde esterne alla Legione Boros, e in particolare al Conclave Selesnya, motivo per il quale Fonn si trova ad indagare al fianco di Pijha. La vittima, la proprietaria Zuza, è stata divorata dai ratti, ma ad eccezione delle minute creature, all’interno del bestiario non c’è più nessun animale.
I due wojek avanzano il sospetto che siano stati i Rakdos ad uccidere Zuza, perché i ratti sono animali molto apprezzati dai membri del Culto, ma i seguaci del demone non hanno l’abitudine di lasciare che il sangue delle proprie vittime vada sprecato, perciò è molto strano che quello di Zuza sia sparso sul pavimento. Il mistero si infittisce quando il medico legale che accompagna i due wojek apre lo stomaco di un ratto, trovando al suo interno pezzetti di carne semi digeriti della donna, ma nessuna traccia di piume o carne di Uccelli del Paradiso, ossia la merce esotica che Zuza vendeva. Insomma, apparentemente l’assassino ha in qualche modo ucciso Zuza senza spargere una sola goccia di sangue, lasciando poi il cadavere alla mercé dei ratti, e in qualche modo deve aver portato via tutti gli Uccelli del Paradiso. Una volta concluso il sopralluogo, comunque, Fonn lascia ai suoi colleghi il compito di risolvere il mistero, e corre verso il suo secondo lavoro di addestratrice di giovani Ledev.
Prima di tornare in territorio Selesnya, Fonn si avventura nei livelli superiori della Città Sepolta, la Old Rav composta in prevalenza da territorio Golgari, dove Jarad Vod Savo e suo figlio Myczil Savod Zunich stanno godendosi la giornata andando a caccia di deadwalkers, i non morti che popolano questa zona. L’arrivo di Fonn, madre di Myc ed ormai ex moglie di Jarad, rovina in parte il divertimento dei due cacciatori, allarmando i deadwalkers e costringendo i due cacciatori a intervenire e ad ucciderli (anziché catturarne almeno un paio come programmato) prima che possano farle del male. Contrariata dal modo in cui il guildmaster educa il loro figlio, Fonn si lamenta, ma Myc si dimostra non sono agile di braccia, ma anche di mente, ed afferma di aver scelto lui di dare la caccia ai deadwalkers. Mentre le due persone a cui tiene di più in tutta Ravnica si allontanano a cavallo dei loro dromad, Jarad si appresta a tornare ai suoi doveri di guildmaster, ma non riesce a togliersi di dosso la sensazione che sua moglie e suo figlio stiano per correre un grave pericolo.
CAP 3 – 30 Cizarm 10.012 Z.C.
“Non dirmi che ho il viso di un angelo,
‘Ché è una cosa davvero semplice da dire.
Io non vorrei mai avere il viso di un angelo,
Non dopo aver visto ciò che un angelo patisce.”
–“Viso d’Angelo”, di Shonya Bayle, ballatrix di Via Latta.
Ignara del caos che i nephilim stanno portando nella sua baronia, Teysa Karlov, Baronessa di Utvara e fautrice Orzhov, si trova a Prahv, dove si trova la sua cliente Feather, la Redenta, tratta in arresto dopo il funerale di Kos per diversi crimini (diserzione durante un momento di guerra, ferimento di un superiore, infrazione di un giuramento, fallimento nel portare a termine il proprio dovere di wojek e, molto probabilmente, matricidio della propria guildmaster, Razia, Arcangelo Boros). Compito di Teysa sarà farsi raccontare dall’angelo ciò che fatto durante questi dodici anni di assenza e quale evento ha portato gli angeli a scomparire poco tempo prima del Decamillenario, così da poterla poi difendere in tribunale. Una volta ascoltato l’assurdo racconto dell’angelo, Teysa giunge a due conclusioni: o Feather è impazzita completamente, o porta con sé un avvertimento che chiunque abbia un briciolo di potere in Ravnica deve ascoltare a tutti i costi.
Nel frattempo, la povera Crixizix si trova ancora in Utvara, intenta a chiamare e richiamare il servizio di emergenza. L’ultima volta che le hanno risposto, la goblin si è sentita dire che una squadra stava preparandosi per partire dal polo nord del piano, e che avrebbe impiegato almeno trenta ore per arrivare. L’unico altro aiuto fornito alla goblin è arrivato da una squadra di vigili del fuoco idromanti teletrasportatasi direttamente in loco, atterrando però su un pezzo di terra instabile che li ha fatti precipitare nelle profondità della Città Sepolta di Utvara. Crixizix si è anche impegnata a portare al sicuro dozzine di persone, e ha persino provato a contattare Niv-Mizzet, Dracogenio, attraverso il Mentefiamma, la connessione magica che unisce il guildmaster ai suoi sottoposti, riuscendo a convincerlo a presentarsi per combattere la minaccia dei nephilim.
E infatti, ecco che poco dopo Niv-Mizzet scende dal cielo, consuma tra le fiamme i resti del Calderone di Zomaj Hauc e si lancia all’attacco dei nephilim, riuscendo ad ucciderne uno su cinque. Incurante del fatto che il suo attacco stia portando devastazione e morte in ogni dove, il drago continua il combattimento, ma viene circondato e sbattuto contro i tetti, cosa che provoca un’ondata di dolore che si ripercuote lungo l’intero Mentefiamma.
Sempre più in difficoltà, il dracogenio riesce ad approfittare dell’attacco di un nephilim per ucciderlo e sfuggire ai colpi dei rimanenti tre, ma la battaglia è troppo ardua persino per un drago del suo calibro. Affermando quindi di essersi divertito a sufficienza, Niv-Mizzet fugge dal campo di battaglia, sparendo all’orizzonte e abbandonando apparentemente il suo ruolo di guildmaster per ritirarsi in un luogo sconosciuto, dove potrà leccarsi le ferite in attesa di tornare alla guida della sua gilda.
CAP 4 – 31 Cizarm 10.012 Z.C.
“Un Ledev non ha altro amore ad eccezione della strada, e nessuna famiglia ad eccezione del Conclave. O almeno, questo è ciò che il Conclave vuole farvi credere.” — “Memorie di un Alto Centurio”, pubblicato in forma anonima nel 9.104 Z.C.; bandito dal Conclave Selesnya nel 9.105 Z.C.; ristampato nel 9.106 Z.C.
Mentre Niv-Mizzet spezza il collegamento del Mentefiamma, Fonn e i ragazzi che sta addestrando a diventare Ledev stanno attraversando la nuova superstrada di Utvara, incuranti del combattimento in corso a pochi chilometri di distanza. Dopo che i quietmen hanno tradito il Conclave schierandosi con Szadek, Signore dei Segreti, il corpo dei ledev è stato pesantemente riformato, e il loro ruolo di protettori della popolazione è stato modificato radicalmente. Ora i ledev non difendono più i cittadini di Ravnica, ma solamente quelli che appartengono alla gilda Selesnya, e in particolare i membri più in vista del Conclave, e a Fonn questo non piace granché. Immersa nelle sue riflessioni, la ledev non si accorge subito della banda di Rakdos che, a circa un miglio dalla sua posizione, sta attraversando la trafficata superstrada nella direzione opposta.
Le leggi del Patto delle Gilde sono però chiare: i Rakdos sono liberi di fare ciò che vogliono, fintanto che non infrangono qualche legge, perciò lei e il suo gruppo di Ledev non devono fare altro che passare accanto a loro come se fossero comuni cittadini, nonostante le bestie non morte che seguono il gruppo non siano affatto piacevoli da guardare. Man mano che i Rakdos si avvicinano, una fitta nebbia avvolge la superstrada, la musica suonata dai cultisti sovrasta qualunque altro suono, e ben presto anche l’olfatto dei Ledev viene attaccato da uno strano odore che intorpidisce le membra e fa lentamente perdere conoscenza a Fonn e i suoi giovani apprendisti. Mentre i Rakdos si allontanano, Fonn cerca di resistere al torpore e di rintracciare suo figlio Myc, ma dopo alcuni deboli tentativi di rimanere cosciente, crolla anche lei, non prima di aver udito una strana voce tossire le parole: <<Ora vai a dormire>>.
CAP 5 – 31 Cizarm 10.012 Z.C.
“Domanda: <<Cosa dice uno zombie ad un neuromante?>>
Risposta: <<Lo mangi quello?>>”
–“Altre 101 battute sugli zombie”, tratto dalla rivista “Morti dal Ridere” del 5.410 Z.C.)
Dopo aver lasciato Myczil nelle mani di sua madre, Jarad è tornato ai suoi doveri di guildmaster. L’elfo non avrebbe voluto ricoprire quel ruolo, ma per onorare la memoria di ciò che sua sorella Savra, Regina dei Golgari era stata prima di allearsi con Szadek, ha scelto di diventare il nuovo guildmaster dopo il vuoto di potere seguito al Decamillenario. In quanto guildmaster, Jarad deve partecipare ai consueti riti propiziatori dei contadini non morti della sua gilda, consistenti nello bruciare il raccolto incolto, ma la caccia con Myc lo ha trattenuto più del previsto, e a causa del suo ritardo, Jarad deve fare i conti con il sacerdote Devkarin che officia la cerimonia, il quale cerca di mettere fretta al guildmaster, guadagnandosi però solo un pugno in faccia e una strigliata d’orecchie per aver disobbedito agli ordini. Uno dei primi decreti di Jarad è stato infatti quello di proibire i sacrifici umani (di solito bambini rapiti dalla superficie) durante i riti propiziatori, ma il sacerdote ha comunque rapito delle vittime sacrificali, disobbedendo quindi alla legge. Inoltre, il Dio-zombie a cui i sacrifici e i rituali venivano dedicati, Svogthir, è morto definitivamente dopo che Savra ha distrutto il suo corpo, quindi non c’è motivo di portare avanti queste tradizioni che non fanno altro che mettere in cattiva luce la gilda in un momento nel quale cerca di guadagnare consensi in superficie e riguadagnarsi la fiducia delle altre otto gilde, ancora traumatizzate dagli eventi del Decamillenario.
Jarad ordina quindi che i bambini rapiti vengano riconsegnati ai wojek, e che il rito non si tenga il giorno stesso, ma l’indomani. Una volta assicuratosi che il contadino zombie a capo della struttura in cui si trova obbedisca ai suoi ordini utilizzando un po’ di necromanzia arte nella quale è sempre stato abile, Jarad si dirige verso il suo ufficio, dove lo attende un delegato di Momir Vig, Visionario Simic, il guildmaster dell’Associazione Simic. Il delegato, il vedalken dottor Otrovac, porta con sé un’offerta da parte del guildmaster, consistente in un rifornimento di citoplasta allo Sciame e otto milioni di zini, certo che questi doni saranno sufficienti a convincere Jarad a cedergli una porzione di territorio Golgari. Al guildmaster Golgari, tuttavia, l’offerta non basta. La sua gilda non ha problemi di soldi, né ha bisogno del citoplasta per migliorare i propri lavoratori non morti. Quando il vedalken rilancia a quattordici zini (una cifra così spropositata che permetterebbe a chiunque ne entrasse in possesso di comprare un vasto terreno nel pieno centro della città), l’elfo Golgari intuisce che i Simic nascondano qualcosa dietro quella generosa offerta, e si convince a non accettarla. La necromanzia è più che sufficiente per incrementare l’efficienza dei lavoratori dello Sciame, e anche se il citoplasta potrebbe tornare comodo, Jarad non approva l’idea di dipendere così tanto dall’Associazione Simic, né quella di dotare i suoi sottoposti di innesti bio-tecnologici.
Mentre Jarad combatte contro il desiderio di dare la caccia ad Otrovac all’interno di Korozda, il labirinto che circonda Svogthos, la Tomba Inquieta (cosa che non può fare, considerato che ha giurato sulla vita di suo figlio che non avrebbe più ucciso persone che non meritano la morte), il vedalken Simic contatta il suo signore, riportando l’esito negativo dell’incontro. Ma Momir Vig non sembra sorpreso, ed anzi, appare convinto che Jarad stia solo giocando al rilancio, ed è sicuro che quando Otrovac tornerà a proporre la stessa offerta una terza volta, il guildmaster accetterà, capendo di non poter guadagnare di più. Otrovac, tuttavia, non è convinto, ma Vig lo rassicura: ben presto ogni problema con i Golgari verrà risolto.
CAP 6 – 31 Cizarm 10.012 Z.C.
“Sono passati dieci anni da quando sono scomparsi. Dobbiamo prendere coscienza di questo fatto, onorevoli colleghi e difensori della legge. Che ci abbiano abbandonati o che siano stati in qualche modo distrutti, gli angeli non sono più qui, e noi non siamo in grado di trovarli. La Legione Boros dovrà prendere dei provvedimenti permanenti per amministrare la nostra gilda senza l’aiuto degli angeli. Non sarà semplice, ma è necessario.” –Lannos Nodov, Comandante Generale dei Wojek e Guildmaster provvisorio della Legione Boros, in una Lettera indirizzata al Senato Azorius in data 19 Quaegar 10.010 Z.C.
Mentre Jarad scaccia il vedalken Simic, tra i corridoi di Prahv il fantasma di Agrus Kos monta la guardia. Molto tempo fa, l’ex wojek aveva firmato alcuni documenti in cui dava il suo consenso affinché il suo spirito servisse gli Azorius per cinquant’anni dopo la morte del corpo fisico, ma si era completamente dimenticato di quell’accordo finché, poco dopo che il suo cuore aveva smesso di battere, si era ritrovato senza un corpo all’interno di Prahv. I ricordi dello spirito sono però confusi e appannati, e a parte il suo nome e la sua morte, Kos ricorda molto poco del suo passato. Inoltre, l’ex wojek non ha strumenti per calcolare lo scorrere del tempo, perciò non sa che dalla sua morte è passato quasi un mese. Quando vede passare Feather, però, Kos la riconosce, e i ricordi della sua vecchia amica tornano a galla.
Fuori da Prahv, nel frattempo, il Maresciallo Aereo Shokol Wenslauv, di ritorno da un pattugliamento della città assieme alla sua squadra di legionari cavalieri dei cieli, si imbatte all’improvviso nella fortezza volante degli angeli, la nave volante Parhelion, scomparsa dodici anni fa e riapparsa dal nulla davanti agli occhi allibiti della donna. La nave volante però appare devastata, dalle sue finestre si intravedono delle fiamme, e non vi è traccia dei battaglioni di angeli che di solito volano attorno ad essa. Decisa ad indagare più a fondo, Wenslauv affida ad uno dei suoi compagni il compito di riferire che la Parhelion è riapparsa e rischia di schiantarsi contro Prahv, dopodiché cerca un modo per salire a bordo, sperando di poter interrompere il volo della nave prima che provochi dei danni.
Intanto, il ladro Capobar raggiunge Momir Vig, la persona che lo aveva inviato in missione in Utvara. Il guildmaster Simic è in compagnia di un’elfa devkarin rianimata dalla necromanzia, alla quale si rivolge con il nome di dio-zombie, lo stesso titolo che il parun Svogthir usava ai tempi del suo dominio sui Golgari. Mentre Capobar riceve i ringraziamenti del guildmaster e scopre che parte del contenuto della siringa sarà affidato ai Rakdos, Wenslauv sale a bordo della Parhelion ed inizia ad esplorarla, ma non appena riesce ad accendere le sfere di luce che illuminano artificialmente la nave, si trova di fronte ad uno spettacolo raccapricciante: un angelo morto da almeno una settimana, smembrato e con la bocca piena di vermi biancastri. Nonostante lo spettacolo disgustoso, la Legionaria Cavaliera dei Cieli continua la sua esplorazione, ma non appena si allontana dal corpo dell’angelo morto, i vermi bianchi escono dalla bocca del cadavere e cominciano ad unirsi fino ad assumere la forma e i tratti di una vipera di Utvara, la quale comincia a seguire la wojek nel suo viaggio da incubo all’interno della nave abbandonata.
CAP 7 – 31 Cizarm 10.012 Z.C.
“La Legione Boros farà rispettare la legge. Il Conclave Selesnya dovrà fungere da anima vivente della legge. Il Sindacato Orzhov dovrà occuparsi di controllare i confini della legge e tutelare i diritti dei cittadini discutendo qualunque accusa all’interno delle aule dei tribunali ravnicani. Il Senato Azorius dovrà essere l’interprete ultimo della legge, e siederà come giudice in qualunque processo.” — Articolo 1 del Patto delle Gilde, sezione 2
Mentre Wenslauv esplora la Parhelion, il processo a Feather ha inizio. L’angelo dovrà rispondere dei suoi crimini di fronte alle gilde Azorius, Selesnya e Boros, ognuna delle quali è rappresentata da uno dei suoi membri più influenti, rispettivamente il Gran Giudice Augusto IV, Guildmaster del Senato; il Santo Vivente Kel; e infine il Comandante Generale dei Wojek Lannos Nodov, che è inoltre Guildmaster provvisorio della Legione Boros. Feather viene fatta sedere all’interno di un Circolo della Veridicità. La prima domanda è semplice e diretta, e proviene dal Comandante Nodov, il quale chiede a Feather ciò che lo preme di più sapere: dove sono finiti gli angeli? L’angelo si prende del tempo prima di rispondere, ben consapevole del peso che le sue parole porteranno con sé, e quando finalmente si decide a parlare, la sua risposta sciocca l’intera sala: con la sola eccezione di sé stessa, gli angeli sono tutti morti.
Intanto, molto lontano da Prahv, Fonn Zunich si risveglia dal sonno indotto dalla musica dei Rakdos. La nebbia è sparita, e dei cultisti non vi è più traccia, così come dei giovani cadetti Ledev e di suo figlio, Myczil, mentre i resti dei dromad che i ragazzi cavalcavano e del lupo personale di Fonn, invece, sono sparsi un po’ ovunque nella superstrada. Interrogando gli altri viaggiatori, Fonn scopre che, ad eccezione della nebbia demoniaca che i Rakdos hanno evocato in nome del loro padrone, nessuno ha visto nulla.
Grazie alla Canzone, una sorta di melodia magica che emette ogni Selesnya vivente, Fonn riesce a comprendere che Myczil è ancora vivo, e che i Rakdos lo hanno portato a più di due miglia verso ovest. All’eroina del Decamillenario rimane quindi solamente una cosa da fare: contattare Jarad e chiedere il suo aiuto per salvare il loro unico figlio, il quale anche se i suoi genitori non lo sanno, è imprigionato in una gabbia nelle profondità del territorio Rakdos, intento a cercare di calmare i suoi compagni, terrorizzati dalla situazione e costretti a sentire un cultista Rakdos che elenca i suoi cibi preferiti, nessuno dei quali sembra essere effettivamente commestibile.
CAP 8 – 31 Cizarm 10.012 Z.C.
“Non dirmi che ho la voce di un angelo
Non dirmi che pensi che io sia onesta
Non dirmi che ho la voce di un angelo
‘Ché un angelo non ti mentirebbe mai”
–“Viso d’Angelo”, di Shonya Bayle, balladrix di Via Latta.
Intanto, in Prahv, Feather racconta una storia. Un tempo, prima del Patto delle Gilde, Ravnica era visitata spesso da persone provenienti da altri mondi, e tale conoscenza era stata tramandata da Azor ai suoi successori. Poi, ad un certo punto, qualcosa di sconosciuto aveva bloccato il loro arrivo, e per comprendere questo fenomeno e raggiungere le persone che provenivano da altri mondi, gli angeli costruirono la Parhelion con scarti di artefatti e magie provenienti dalle conoscenze di coloro che avevano visitato gli altri mondi, riuscendo con essa ad uscire da Ravnica e scoprendo però che al di fuori del piano vi era solo un vasto oceano di nulla. Razia aveva quindi intuito che il piano di Ravnica era stato isolato, e che per qualche motivo la materia esterna non poteva più raggiungerlo, mentre la materia interna non poteva più lasciarlo.
Tuttavia, il sigillo non era perfetto, e presentava una sorta di escrescenza: Agyrem, il leggendario Quartiere Fantasma che impediva alle anime dei morti di uscire da Ravnica e sparire nel nulla. Nei decenni successivi alla nascita dello Scisma di Utvara, tuttavia, il Quartiere Fantasma si era in qualche modo impigliato a questo fenomeno, ed ora fluttua nei cieli di Ravnica, invisibile ed intangibile, separato da un velo attraversabile solo dagli spiriti dei morti e dalla Parhelion (grazie ad un dispositivo in grado di “piegare” la realtà). Poco prima del Decamillenario, quando gli angeli sono scomparsi, la Parhelion e la sua ciurma hanno attraversato quel velo, e dopo che Piuma è stata liberata da Agrus Kos dal sigillo che le teneva legate le ali, anche Feather ha attraversato il velo dello Scisma, aiutata dalla presenza dei suoi simili dall’altra parte.
Giunta in Agyrem, però, Feather ha fatto una scoperta sconvolgente: gli spiriti dei morti avevano dichiarato guerra agli angeli. Mentre l’angelo parla, sulla Parhelion che viaggia in caduta libera verso Prahv, Wenslauv sta ancora cercando di capire cosa sia successo all’equipaggio. Corpi angelici morti da almeno una settimana giacciono sparsi ovunque, e andando avanti con l’esplorazione, la Boros non trova nessun segno di vita o non-vita. Solo un serpente, sgusciato fuori da un cadavere, rompe il silenzio all’interno della nave volante, salvo sparire prima che Wenslauv possa ucciderlo. Nonostante l’incontro spiacevole, il Maresciallo Wenslauv raggiunge la sala di comando della nave, trovandola però devastata da un incendio di natura apparentemente magica. Un colpo di tosse proveniente alle sue spalle fa girare Wenslauv, e la donna si trova faccia a faccia con un angelo moribondo. Intanto, all’esterno, Flang, il goblin che Wenslauv aveva mandato ad avvisare il comando dell’arrivo della Parhelion, finisce per sbaglio in una corrente d’aria che lo sbalza dalla sella della sua cavalcatura alata e lo manda a schiantarsi diversi metri più in basso, impedendogli di completare la sua missione ed impedendo alle autorità competenti di prepararsi in anticipo all’arrivo della nave volante.
CAP 9 – 31 Cizarm 10.012 Z.C.
“Sentite, non ho la minima idea di dove siano finiti. Non so nemmeno cosa abbiano fatto con il vampiro. Sì, conosco il lupo. Sono sicuro che starà bene. Pensandoci bene, concludete tutti con un ‘no comment’.” –Tenente Agrus Kos, in “Giornale Ravnicano del Patto delle Gilde” del 2 Seleszeni 10.000 Z.C.
Mentre la Parhelion si avvicina lentamente ma inesorabilmente a Prahv, all’interno dell’edificio Feather continua a raccontare la sua avventura in Agyrem e lo scontro tra gli angeli e gli spiriti avvenuto nel 22 Seleszeni 10.002 Z.C. Arrivata nelle vicinanze di Parhelion, infatti, l’angelo si è scontrato con le anime dei morti più recenti, riconoscendo in esse i quietmen, i mortali assassini del Conclave Selesnya che due anni prima erano stati utilizzati da Savra e Szadek per cercare di distruggere Mat’Selesnya. Fortunatamente, le armi degli angeli sembravano essere in grado di disperdere l’essenza dei fantasmi, e grazie ad esse, Anezka, una vecchia amica di Feather, l’aveva aiutata a ritirarsi dalla battaglia, consigliandole poi di chiedere a Razia le spiegazioni su cosa stesse succedendo. Tuttavia, la guildmaster non si era mostrata affatto felice di vedere che Feather si è sottratta alla punizione che lei le aveva dato, e quando l’angelo aveva affermato di essersi fatta liberare le ali al solo scopo di salvare il Patto delle Gilde, Razia, che in qualche modo era venuta a conoscenza di ciò che era accaduto nei giorni del Decamillenario, le aveva rivelato una terribile verità: Agrus Kos non ha salvato il Patto, ma ha contribuito a distruggerlo.
Le spiegazioni erano state però rimandate, perché in quell’istante Szadek, alla testa di un vero e proprio esercito di fantasmi, era riuscito ad infiltrarsi all’interno della Parhelion, entrando direttamente dai muri della stanza della guildmaster. Anezka si era posta immediatamente tra Razia e Szadek, ma il vampiro, ormai più simile ad un’ombra che ad un essere vivente, l’aveva uccisa senza problemi sfondandole la testa contro un muro.
<<Razia, non ci vediamo da ere!>>, aveva salutato il parun Dimir. Poi aveva aggiunto <<Sono così felice che tu abbia trovato questo posto. Cominciavo a credere di non aver reso il percorso abbastanza ovvio per una come te!>>
Razia aveva quindi aggredito il vampiro, ma quello aveva bloccato il fendente della spada dell’angelo con una mano sola, rivelando di essere tornato invulnerabile dopo essersi reso volontariamente vulnerabile ai tempi dello scontro con Agrus Kos. Quando Szadek aveva colpito Razia, ferendola con una scarica di energia oscura, Feather aveva tentato di impedirgli di avvicinarsi alla guildmaster, ma comprendendo l’inutilità di quel gesto, aveva infine scelto di compiere una mossa avventata, prendendo tra le braccia Razia e fuggendo all’interno della Parhelion mentre le urla strazianti degli angeli e la lugubre risata di Szadek risuonavano nelle sue orecchie. Arrivate nella sala motori della nave volante, Feather aveva cercato di improvvisare un piano per fuggire con Razia dalla breccia aperta dai fantasmi, uscire dallo Scisma e avvisare qualcuno al di fuori di Agyrem che il Patto era infranto, ma la guildmaster, troppo debole per affrontare un simile viaggio, aveva chiede all’angelo di abbandonarla lì, ordinandole poi di fuggire da sola per avvisare Augusto IV e gli altri guildmaster.
Dopo un po’ di proteste, alla fine Feather si era lasciata convincere, e aveva consegnato la sua spada a Razia. Prima che l’angelo potesse fuggire, però, Szadek era entrato nella stanza, impalando Razia sulla stessa spada che lei aveva alzato su di lui. Al contatto con la pelle di Razia, la spada aveva preso fuoco, e una lancia di plasma era eruttata dalla schiena della guildmaster. Solo allora Feather era riuscita a scappare dalla Parhelion. Per dieci anni Piuma era vissuta all’interno di Agyrem, fuggendo da Szadek e dai fantasmi che aveva posto sotto il suo comando, fino a quando, finalmente, non si era imbattuta nuovamente nello Scisma che collegava Agyrem a Ravnica. Attraversato lo Scisma, l’angelo si era ritrovato in Utvara, appena in tempo per vedere il suo vecchio amico Kos morire di arresto cardiaco a causa della magia curativa usata dalla goblin Crixizix per guarirlo dalle ferite riportate durante lo scontro con Zomaj Hauc. Per qualche motivo, i fantasmi non avevano seguito l’angelo fuori dallo Scisma, ma lei è sicura che sia solo questione di tempo prima che la Parhelion e l’esercito di Szadek riescano a trovare un modo per tornare nel mondo materiale.
Così, dopo aver partecipato ai funerali di Kos il 5 Cizarm, Feather si era immediatamente consegnata spontaneamente alle autorità, convinta che quello fosse il modo migliore per avvisare la popolazione di Ravnica. Ma invece di tre settimane, ora i guildmaster hanno ora molto meno tempo per prepararsi al ritorno della Parhelion.
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Per riassumere:
- – 10.515 A.R. = 5.515 A.C. (prima del Patto): Nasce Niv-Mizzet, il Mentefiamma.
- – 5.515 A.R. = 1.Z.C.: Anno della firma del Patto delle Gilde. Dopo una guerra tra le fazioni di ordine e caos, guidate rispettivamente da Razia, Arcangelo Boros e Cisarzim, Azor, Dispensatore di Legge, crea il Patto e tutti i leader degli eserciti aderiscono per fondare le Dieci Gilde. Azor diventa parun Azorius; Szadek parun Dimir; Niv-Mizzet, Parun Izzet; Rakdos, il Contaminatore parun Rakdos; Mat’Selesnya parun Selesnya; Svogthir parun Golgari; Razia parun Boros; Cisarzim parun Gruul; ignoto parun Orzhov; ignoto dal cognome Simic parun Simic.
- 3.484 A.R. = 9.000 Z.C.: Svogthir, il parun dei Golgari, viene smembrato dalle cinque Sorelle di Pietramorte. Tre di loro sopravvivono e imprigionano la sua testa al centro di Korozda, privandola del suo potere magico.
- 4.379 A.R. = 9.895 Z.C.: nasce Agrus Kos
- 4.427 A.R. = 9.943 Z.C.: muore Myczil Zunich, collega wojek di Agrus Kos.
- 4.448/9/10 A.R = 9.964/5/6 Z.C.: nasce Teysa Karlov. Non sappiamo con precisione il suo anno di nascita, ma sappiamo che oggi si definisce 112enne. Non sappiamo se arrotondi e ne abbia 111 e tre quarti o 112 e mezzo, quindi mi sono preso una libertà di tre anni.
- 4.449 A.R. =9.965 Z.C.: si apre lo Scisma in Utvara. Razia comincia a studiare lo strano fenomeno, e qualche tempo prima del Decamillenario lo attraversa, ritrovandosi in Agyrem.
- Fine 4.483 A,R,/ Inizio 4.484 A.R. = Fine 9.999 Z.C./10.000 Z.C.: durante gli ultimi giorni che precedono il Decamillenario, si svolgono gli eventi di Ravnica City of Guilds. Savra, Regina dei Golgari, manipolata da Szadek, crea un nuovo corpo al parun Svogthir, diventa guildmaster Golgari uccidendo due Sorelle di Pietramorte su tre, e una volta entrata a far parte del Coro del Conclave Selesnya, libera il vampiro parun dei Dimir. Purtroppo, Szadek viene fermato da Agrus Kos, e consegnato nelle mani degli Azorius. All’insaputa di Kos, però, nel momento in cui arresta Szadek, il Patto delle Gilde cessa di esistere.
- 4.496 A.R.= 10.012 Z.C.: si svolgono gli eventi di Guildpact e Dissension. Teysa Karlov diventa Baronessa di Utvara e viene costretta a giurare fedeltà all’Obzedat, ma con l’aiuto degli abitanti di Utvara riesce a fermare Zomaj Hauc prima che possa ricattare Ravnica con i suoi tre draghi. Muore Agrus Kos. Utvara viene sconvolta dall’avvento dei nephlim, Niv-Mizzet abbandona la sua gilda e Feather racconta la sua storia all’interno di Prahv. La Parhelion torna dal suo viaggio, ma il suo intero equipaggio è stato ucciso.–
Note:
- *Plausibilmente il “motore” della Parhelion era un qualche dispositivo simile a quello che permetteva alla Nave Volante Cavalcavento di viaggiare tra i piani. Possiamo immaginare che la Parhelion II utilizzi lo stesso motore, ma la wizards ha confermato che ogni dispositivo di viaggio interplanare precedente alla Riparazione non è più in grado di funzionare a tale scopo.
- *Nonostante la testimonianza di Feather, è probabile che le autorità Azorius, Selesnya e Boros abbiano deciso di non rivelare a nessuno la verità sui planeswalker e gli altri mondi, perché solo durante gli eventi che hanno preceduto la Guerra della Scintilla queste conoscenze sono divenute di dominio pubblico.
- *Nel mio articolo L’Origine delle Gilde di Ravnica, scrissi che la “chiusura” di Ravnica era un effetto collaterale nato in seguito alla nascita del Patto delle Gilde, ma devo correggermi: da nessuna parte viene detto che il fenomeno che impediva ai planeswalker di andare e venire dal piano fosse legato al Patto. Feather infatti afferma solamente che questo fenomeno si sia originato molto tempo prima della creazione del Patto, ma ai tempi dell’altro articolo avevo tradotto male, ed avevo capito che invece fosse successivo alla firma di Szadek e gli altri. A tutt’oggi non abbiamo conferme in proposito, ma io sospetto che Azor sia in qualche modo coinvolto, perché per quanto ne sappiamo è stato l’ultimo planeswalker a raggiungere e lasciare Ravnica durante questo periodo, e il fenomeno presenta fortissime somiglianze con gli effetti del Sole Immortale. –
Fonti: Dissension, di Cory J. Hendon. Libro pubblicato nel 2006, inedito in Italia.
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In questa stagione stagione 2019 / 2020:
Nella terza stagione 2018:
Riassunto delle prime due stagioni 2016 e 2017:
Non avevo idea che la crisi del Parhelion fosse avvenuta così in fretta. Grazie per questo racconto, aspetto impaziente la fine!
[quote name=”Darigaaz”]Il volume di Dissention ce l’ho lo comprai con il fatpack in quegli anni erano bellissimi i fatpack con inclusi i romanzi. A 25€ trovavi sempre belle cose (romanzo, 6 bustine, dado segnapunti utile anche per D&D). come guild master avrei usato maestro di gilda e come guildmage mago della gilda avrei tradotto con i nomi italiani ma dettagli, bell’articolo![/quote]
Sì, era veramente un bel prodotto il fat pack! Non ho mai capito perché l’abbiano eliminato.
Sulla traduzione, in realtà hai ragione, sarebbe più preciso un termine come “capo-gilda” o “maestro di gilda”, ma “guildmaster” mi ha sempre trasmesso maggiormente l’autorità di questo ruolo e la particolarità dei guildmasters di Ravnica. Chiunque può essere un capo di una qualunque gilda su un qualunque piano del Multiverso (come Capobar, che è capo della gilda dei ladri), ma solo persone speciali possono essere GUILDMASTERS delle Dieci Gilde di Ravnica.
Invece guildmage lo traduco senza problemi come “mago di gilda” (o “della gilda”), perché parliamo di persone relativamente comuni (in un Multiverso in cui la magia è all’ordine del giorno).