historica 03_202115 marzo 2021 Articolo di Francesco Gyed Cambilargiu

Prima di cominciare, cari seguaci di Magic Historica, mi preme informarvi di una mia iniziativa personale per unire tutti i miei canali dove parlo di lore con Magic Historica. A partire da lunedì 1 febbraio, nel mio gruppo facebook (Innistrad – Circle of Mtg Lore Seekers) ho cominciato a riassumere capitolo per capitolo i libri di Lorwyn, al ritmo di 5 capitoli a settimana. La domenica sera alle 22:00, sto rileggendo ed eventualmente correggendo quegli stessi riassunti nel corso di una live sul mio canale Twitch (mtg_loreweavers_ita). Infine, una volta realizzato un numero sufficiente di riassunti di ogni libro, li fonderò in unico articolo da pubblicare proprio qui. Voi ci guadagnate articoli di qualità superiore, io ci guadagno un gran risparmio di energie. Questo è dunque la prima puntata di questa serie di articoli. Se volete seguirmi in questo progetto così particolare, trovate i link per i miei altri canali social in fondo all’articolo.

Lorwyn: Capitolo 1

La nostra storia inizia su Lorwyn, la versione soleggiata del piano di Lormoor[1], in un momento storico imprecisato[2], ma sicuramente successivo alla Riparazione. In questo piano dove il sole non scende mai oltre l’orizzonte, facciamo la conoscenza di un gruppo di elfi che ha appena raggiunto i margini della foresta di Foglia Dorata. Si tratta del convoglio matrimoniale di Peradala, un’elfa della tribù Canto del Mattino che cavalca in sella al suo cervide personale in direzione della capitale di Foglia Dorata, Lys Alana, ove il suo sposo la attende. Peradala è una Perfetta, un’esponente della casta più importante dell’intera società elfica, e dunque una persona privilegiata che possiede grandi ricchezze ed un gran numero di servitori. Tra questi ultimi, c’è Maralen del Canto del Mattino, una dama di compagnia facente parte della casta dei Deliziosi, ma dal carattere orgoglioso e soprattutto pragmatico. Maralen sa di non contare granché all’interno della società e di essere una creatura inferiore agli occhi della sua signora, perciò, nonostante molti comportamenti di Peradala la facciano innervosire, mantiene sempre il contegno, obbedisce agli ordini e lascia correre ogni insulto ed umiliazione.

Per questo motivo, quando Peradala le ordina di cercarle della Digitale Selenica da utilizzare per incidere magicamente il proprio sigillo su una quercia che segna l’inizio del territorio di Foglia Dorata, Maralen obbedisce, tace sul fatto che la Perfetta avrebbe potuto benissimo portarsi una scorta di Essenza di Digitale Selenica da casa, e corre a cercare un cespuglio dove cresca il fiore al cui veleno la sua razza è particolarmente resistente.
Quando finalmente l’elfa riesce a trovare un fiore di Digitale arrampicandosi per diversi metri su di un albero, si accorge che il coro che faceva parte del convoglio ha smesso di cantare, e quando torna nel punto in cui ha lasciato Peradala, Maralen scopre i suoi compagni completamente immobili. Solo avvicinandosi l’elfa si rende conto della tragedia che è appena accaduta: l’intero convoglio è stato soffocato da viticci adornati da fiori di Digitale Selenica. Terrorizzata, l’elfa cerca di liberare i suoi compagni, ma nel momento in cui tocca i viticci, quelli si animano, una qualche magia oscura le strappa via la voce e le parti del suo corpo che sono entrate in contatto con i viticci si intirizziscono. Quando i viticci la aggrediscono, Maralen comincia a perdere le forze, ma per fortuna riesce a liberarsi facendo colare il polline liquido della Digitale sui viticci.

Di fronte a quella reazione, la volontà che anima la vegetazione sembra sorprendersi e sibilare, e per qualche istante cessa il suo attacco, permettendo all’elfa di recuperare abbastanza mobilità da fuggire e spalmarsi il polline addosso. Temendo il veleno, i viticci mantengono la distanza, e alcuni di loro vanno ad unirsi per formare una copia vegetale di Peradala, la quale, con voce melodiosa, ordina a Maralen di obbedirle, perché ha bisogno di lei. Orripilata, l’elfa continua la sua fuga difendendosi con la Digitale, finché non raggiunge la riva del fiume Wandervine. Tuttavia, Maralen non sa nuotare, e prima di prendere la decisione di saltare in acqua, abbassa la guardia per un secondo, permettendo ai viticci di prenderla prima che concluda il suo tuffo.

Nonostante l’elfa si dibatta e tenti di difendersi, i viticci non la lasciano andare, e la volontà che li anima arriva persino a sacrificare parte dei suoi tentacoli vegetali pur di disarmarla dal fiore velenoso. Non ancora sconfitta, l’elfa riesce a tagliare un viticcio utilizzando la propria daga, ma così facendo rallenta solo di poco la sua fine, perché nel cadere sbatte la testa su un masso. Pur sanguinante, Maralen si rialza, ma ormai a malapena percepisce il dolore e il mondo attorno a sé. L’ultima cosa che riesce a sentire sono delle punture in punti specifici del suo corpo, poi, mentre i viticci la trascinano in aria prendendola per il collo, una voce nella sua mente inizia a porle delle domande, alle quali Maralen, ormai priva di volontà, si trova costretta a rispondere.

Lorwyn: Capitolo 2

Mentre il convoglio nuziale di Peradala viene massacrato, da tutt’altra parte una pellegrina appartenente alla razza degli igniferi, gli elementali di fuoco di Lorwyn, raggiunge un piccolo porticciolo sul fiume Wanderwine, dove si imbarca sul “traghetto” del Capitano Sygg, Guida Fluviale, un esperto navigatore appartenente alla razza dei merrow, i tritoni di questo mondo. Dopo qualche minuto di discussione, Sygg prende a bordo del suo traghetto fatto d’acqua anche una famiglia di kithkin, composta da tre figlioletti e una mamma piuttosto spaventata dalla presenza dell’elementale di fuoco. Fortunatamente il capitano sa come trattare con i superstiziosi e leggermente xenofobi kithkin[3], e incarica il suo secondo in comando Dugah il Giovane di creare una sfera nella quale rinchiudere la pellegrina, ovviamente solo dopo aver ottenuto il suo consenso. Poco prima di partire, però, alla compagnia si uniscono tre spiritelli: Iliona, una spiritella femmina di dimensioni leggermente più grandi rispetto ai suoi compari; Veesa, un’altra spiritella femmina decisamente più piccola degli altri; e infine Endry, l’unico maschio del trio.

Il viaggio comincia in maniera abbastanza tranquilla, e mentre il traghetto di Sygg solca le correnti del Wanderwine, i piccoli kithkin fanno amicizia con la Pellegrina Cenerina. Ad un tratto però, il traghetto magico di Sygg svanisce, e tutti i kithkin si ritrovano immersi nel fiume. Cenerina riesce a salvare una piccola kithkin e a portarla al sicuro dentro la sua sfera, ma la mamma con gli altri due bambini si ritrova a venire trascinata dalla corrente, e solo una grande forza di volontà le permette di rimanere a galla. Dato che Sygg è misteriosamente svenuto, sta a Dugah risolvere la situazione, ma quando il giovane tritone viene inghiottito da una arbomandra, solo l’intervento dei tre spiritelli permette a Cenerina di non affondare dopo che la sfera svanisce.

La cricca non sembra però interessata a salvare la vita di nessuno tranne quella di Cenerina, ma quando questa minaccia di dare fuoco a tutti e tre, Iliona ordina a sua sorella e suo fratello di fare come dice l’ignifera e mentre lei e Veesa recuperano i kithkin, Endry accompagna Cenerina e la piccola kithkin fino alla riva. L’ignifera è attraversata da dolori atroci durante ognuno dei lunghi minuti che passa immersa nell’acqua dal torso in giù, e solo una volta all’asciutto tira un sospiro di sollievo. Con uno sforzo terribile, Iliona e Veesa nel frattempo hanno tratto in salvo i kithkin rimanenti, e persino Sygg si è ripreso, e appare pronto a lasciarsi questo terribile incidente alle spalle.

Lorwyn: Capitolo 3

In un luogo lontano dal fiume, ma sempre nella foresta di Foglia Dorata, Rhys il daen[4] della Banda Cicuta sorveglia una particolare banda di boggart, i goblin di questo mondo. I boggart (o mal’occhi) sono da sempre nemici giurati degli elfi, sia perché con il loro aspetto e il loro comportamento rappresentano tutto ciò che di impuro e orribile c’è nel mondo, sia perché i loro antichi progenitori avevano atteggiamenti feroci e selvaggi che tanto tempo fa[5] hanno rappresentato un serio pericolo per l’intera comunità di Foglia Dorata. Di solito i boggart, per quanto disgustosi e orrendi, non sono una vera minaccia, ma questa particolare banda ha di recente assunto degli atteggiamenti insoliti, e i suoi componenti hanno addirittura attaccato con furia cieca la vicina cittadina kithkin di Kinsbaile, situata in territorio elfico e quindi di fatto “feudo” del popolo della Nazione Benedetta. Accovacciato nell’erba, Rhys si avvicina al leader della banda dei boggart, forte del fatto che i suoi arcieri più fidati e alcune nuove reclute inserite a forza dal Taercenn[6] Nath tengano di mira gli altri goblin, ma mentre si prepara a lanciare il segnale di attacco, una freccia scoccata da un arciere incompetente parte dagli alberi, rovinando l’imboscata.

I boggart si agitano, vanno nel panico e cominciano a muoversi freneticamente alla ricerca del nemico, furiosi e assetati del suo sangue, e quella che doveva essere un’imboscata perfetta e senza vittime elfiche, diventa rapidamente una battaglia per la sopravvivenza. Fortunatamente Rhys ha dalla sua le magie velenose del silvantropo Tasso con i quali ha passato un terzo della sua vita, e oltre a questo, ha dalla sua la potenza bruta dei suoi compagni giganti Kiel e Brion Fortebraccio, gli unici due giganti che Rhys abbia mai visto negli ultimi cinque anni. Tecnicamente anche i giganti sarebbero da considerarsi mal’occhi, ma data la scarsità del loro numero, il loro comportamento tutto sommato tranquillo e la loro incredibile potenza distruttiva, questa razza è tollerata e considerata alleata degli elfi tanto quanto lo sono le razze dei kithkin e dei silvantropi.

Rhys sa che l’utilizzo dei giganti è assolutamente proibito dal protocollo delle autorità di Foglia Dorata, ma pur sapendo che questa sua scelta avrà delle ripercussioni e gli procurerà dei rimproveri (se non peggio) da parte di Nath, il daen decide comunque di dare priorità assoluta al successo della missione e alla sicurezza dei suoi sottoposti. Se il daen non avesse fatto intervenire i giganti, la colpa di questo disastro sarebbe ricaduta su tutta la banda, la quale sarebbe stata punita in maniera severa e spietata. Scegliendo di far intervenire i giganti, perlomeno, Rhys si potrà assumere le colpe dell’intero disastro[7].

Lorwyn: Capitolo 4

Mentre Rhys stermina i boggart nella foresta, nel vicino clachan (villaggio) kithkin di Kinsbaile, Colfenor, l’Ultimo Tasso, e il cenn Gaddock Teeg, discutono di un misterioso piano organizzato dal silvantropo e consistente nell’utilizzare Cenerina per mandare un messaggio all’apprendista di Colfenor. Teeg è nervoso, teme che qualcosa possa andare storto, ma si rilassa quando gli viene comunicato che Cenerina è arrivata alle porte del villaggio, esattamente come aveva previsto Colfenor. Una volta finiti i convenevoli, Cenerina viene presentata a Brigida, Eroina di Kinsbaile (il cui vero nome è Brigid Baeli), una arciera kithkin che avrà il compito di scortarla durante la sua missione di consegna del messaggio di Colfenor. L’ignifera non è felice di sapere che il messaggio da consegnare proviene dal silvantropo e non da Gaddock come lui le aveva fatto credere fino ad allora, ma accetta comunque di procedere con la missione.

All’insaputa di tutti, mentre Colfenor, Gaddock e Cenerina parlano, i tre spiritelli della Cricca Vendilion che avevano seguito l’ignifera fino a Kinsbaile, si infiltrano nella Trama dei Pensieri kithkin[8] per raccogliere conversazioni, sogni, pensieri e racconti, il tutto senza mai perdere d’occhio Cenerina. Una volta finita la raccolta, Iliona, Veesa e Endry tornano a concentrarsi solo sul dialogo tra Gaddock, Cenerina e Colfenor, durante il quale il silvantropo svela all’ignifera che il mittente del suo messaggio è l’elfo Rhys, e che la consegna dovrà avvenire con estrema precisione e puntualità.

Veesa nota che Cenerina non ha fatto la domanda più ovvia, ma fortunatamente, quando la spiritella sta per chiedere a Colfenor come mai non vada da solo, Iliona la ferma, obbligandola a tacere e a rimanere nascosta. Solo una volta che la conversazione devia sul pagamento che dovrà ricevere Cenerina, la Cricca Vendilion si allontana dalla casa di Gaddock per raggiungere un Anello delle Fate, ossia un agglomerato di funghi che gli spiritelli utilizzano per viaggiare da e verso Gola Elendra, la dimora dell’entità che per loro è madre, divinità, regina e padrona.
L’entità che loro chiamano Oona, Regina degli Spiritelli.

Lorwyn: Capitolo 5

Quando il massacro dei boggart si conclude, Rhys viene avvicinato dal suo secondo in comando, Gryffid, il quale, una volta ottenuto il permesso di parlare in tutta franchezza, spiega all’amico e superiore che la sua idea di usare veleno di silvantropo e giganti per eliminare i boggart gli si ritorcerà contro, perché Nath di Foglia Dorata, in quanto appartenente alla casta degli Splendidi, ha il potere di punirlo come preferisce, e non apprezza che i suoi sottoposti vadano contro il rigoroso protocollo della società elfica. Ma Rhys è una testa calda, una persona pragmatica che vuole portarsi a casa un risultato anche a costo di infrangere le regole, e soprattutto è uno spirito libero che non vuole prendere ordini da nessuno. Nath, al contrario, è un individuo estremamente rigido, un militare fatto e finito che non tollera alcun errore dai proprio sottoposti, men che meno l’utilizzo di giganti e veleno di silvantropo in una battaglia alla quale Rhys stesso ha voluto prendere parte nonostante il suo posto sia nelle retrovie.

La differenza di opinione tra i due leader salta fuori nel momento in cui Rhys interroga il giovane Yelm, la recluta che ha fatto saltare l’imboscata. Rhys, seppur furioso, è ammirato dal fatto che il giovane si assuma le sue colpe e mantenga comunque il sangue freddo necessario a rispondere alle domande del suo superiore; Nath, al contrario, liquida la recluta con un rapido colpo di spada, uccidendola sul posto come punizione per il suo errore. La disciplina elfica non perdona, e anche se agli occhi di Rhys, Yelm non meritava una punizione tanto severa, il daen tace, e dopo che Nath lo sospende dal comando e gli ordina di scacciare i giganti e di presentarsi al suo campo, l’ex allievo di Colfenor non può far altro che obbedire.

Brion e Kiel provocano però ulteriori grattacapi a Rhys, perché il patto che hanno stipulato con l’elfo prevedeva il loro coinvolgimento finché l’ultimo boggart del gruppo non fosse stato sterminato, e alcuni di loro sono ancora in giro. Così, per placare i due giganti e convincerli ad andarsene, Rhys accetta di svolgere per conto loro una missione: portare un messaggio contenuto in una pergamena a Rosheen dei Vaneggiamenti, loro sorella. Il messaggio dovrà essere recapitato prima che abbia inizio la Luminaria, lo spettacolo di luci organizzato da Kinsbaile in occasione dell’unico giorno dell’anno in cui il sole scende oltre l’orizzonte e Lorwyn vive qualche ora di oscurità.

Rhys replica che nessuno ha più avuto notizie della gigantessa da anni, ma Kiel ha avuto una visione del futuro, ed è sicuro che Rhys troverà Rosheen. Leggermente scettico ma consapevole che la divinazione sia un dono posseduto da alcune creature antiche[9], Rhys accetta, e una volta congedati i due giganti, si dirige verso l’accampamento di Nath.

Lorwyn: Capitolo 6

Dopo essere stato degradato a terzo in comando della compagnia, Rhys si dirige insieme a Nath e Gryffid verso Valle Scodella, un vero e proprio santuario dei silvantropi cenere dove ogni violenza è proibita e di conseguenza luogo di ritrovo di tutti coloro in fuga dalla Nazione Benedetta. A causa dei silvantropi che lo difendono da chiunque cerchi di fare loro del male, nessun elfo è mai riuscito nell’intento di disinfestare questo luogo dai mal’occhi che lo considerano un rifugio, ma Nath ha dato ordini precisi: i ranger di Rhys attireranno tutti i malocchi che riusciranno a trovare a Valle Scodella, dove il Taercenn ha intenzione di compiere un vero e proprio massacro senza ferire nessun silvantropo, così da non subire la loro ira.

In questo modo, Nath avrà il pieno potere su un appezzamento di terra fondamentale per gestire i traffici tra l’occidente e Foglia Dorata, ma Rhys teme che la strategia del Taercenn porterà solo ad un incidente diplomatico con i silvantropi e ad un più ampio numero di boggart in fuga nella foresta. Tuttavia, le preoccupazioni di Rhys non sembrano interessare né a Nath né a Gryffid, e mentre i due superiori attendono che le truppe siano in posizione, l’ex allievo di Colfenor nota un goblin fuoriuscire da un cunicolo scavato nella terra. Spaventato dall’idea che quel boggart fosse stato mandato per spiarli, Rhys manda un piccolo gruppo di ranger per catturare la bestia ed interrogarla, ma purtroppo i ranger fraintendono gli ordini, costringendo Rhys a cercare altri boggart da interrogare.

Durante questa ricerca, l’ex daen scopre che i malocchi riuniti nella valle non stanno progettando alcun attacco o difesa, ma anzi, si godono la vita danzando, cantando e mangiando attorno al loro leader, Zietta Pollice. Quando Rhys torna da Nath per avvisarlo che i boggart di Zietta Pollice non sono un pericolo ma stanno solo festeggiando il Festival di Sottopiede, il taercenn decide comunque di agire, assicurandosi ovviamente di non rivelare a nessuno la verità. Con la morte nel cuore, e andando contro ogni suo istinto, Rhys torna al suo posto, e mentre intorno a lui gli arcieri danno inizio all’attacco scoccando frecce imbevute di Digitale Selenica, si prepara ad obbedire agli ordini di Nath e a prendere parte al massacro.

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Mentre Rhys si dedica ad un efficiente quanto innecessario massacro, la sua mente viene invasa dalla voce di Colfenor, il quale lo avverte: questa alla quale sta partecipando non è una caccia, e sta rubando a Rhys tempo prezioso che il silvantropo vorrebbe evidentemente utilizzasse altrove. L’elfo in ogni caso ha altro da fare, e anche se la presenza di Colfenor non svanisce del tutto, l’elfo si concentra sul massacro, che ormai è diventato un orribile caos. Quel che è peggio, è che i boggart hanno risposto all’attacco in maniera sconvolgente, estremamente più violenta e ferale di quanto Gryffid o Rhys si aspettassero. Ciò che è accaduto durante l’imboscata di quella stessa mattina si sta ripetendo: i boggart sono completamente impazziti, aggrediscono i nemici unendosi in piccole unità che agiscono assieme, resistendo alla maggior parte dei colpi che ricevono e di fatto trasformandosi in un pericolo reale per tutto il gruppo di cacciatori elfici.

In meno di un minuto, due ranger di Foglia Dorata vengono uccisi e fatti a pezzi sotto gli occhi di Rhys e Gryffid, e ben presto anche altri guerrieri si rendono conto che nel comportamento dei malocchi c’è qualcosa di anomalo. Di fronte ad un attacco simile, i fragili e delicati elfi cadono come mosche, le formazioni si spezzano, e la disciplina è ben presto dimenticata in nome della sopravvivenza. Fortunatamente l’intervento di Nath, che ordina ai guerrieri di radunarsi intorno a lui e li riempie della magia della foresta, concede agli elfi alcuni momenti per riorganizzarsi e radunarsi in cerchio attorno a Nath, Gryffid e Rhys. Il daen, dal canto suo, utilizza tutti i trucchi imparati da Colfenor per combattere i nemici, e anche se le sue magie e le frecce degli arcieri risultano fatali per una notevole quantità di boggart, alla fine il numero e la resistenza dei malocchi è tale da spezzare l’ultima esile speranza dei Foglia Dorata.

Così, mentre Gryffid, ferito, si accascia tra le sue braccia chiedendogli di fare qualcosa, Rhys decide di utilizzare la sua connessione con Colfenor per lanciare un incantesimo di enorme potenza, il quale si manifesta con un accecante lampo color ambra ed una incredibile quantità di potere che attraversa il corpo dell’elfo per essere rilasciata in una singola, devastante esplosione di mana. Diverse ore dopo l’esplosione, e forse persino un giorno, Nath si risveglia, scoprendo che tutto attorno a lui è stato bruciato da qualcosa. Per qualche secondo il taercenn è confuso, troppo preso dal dolore alle costole rotte per ricordare cosa sia successo, ma a poco a poco i ricordi degli ultimi istanti della battaglia tornano a galla.

Nath ha visto Rhys alzare il braccio e lanciare la sua magia, e si rende conto che solo il corpo del cervide che cavalcava gli ha permesso di sopravvivere e di non venire arso vivo dall’incantesimo dell’altro elfo. Le riflessioni del taercenn vengono interrotte da un colpo di tosse proveniente dal ramo di un albero, dove il corpo martoriato e orribilmente sfigurato di Gryffid giace appeso per una gamba. Mentre Nath riflette se sia il caso di uccidere l’altro elfo per evitargli la sofferenza di continuare a vivere come malocchio, questi torna abbastanza lucido da notare che il volto del taercenn ha qualcosa che non va, un fatto che Nath si limita ad accettare senza scomporsi. In ogni caso, il taercenn decide di salvare la vita di Gryffid, e dopo averlo tirato giù dall’albero facendogli lanciare un urlo che viene udito a distanza di un miglio, si appresta a soccorrere il suo secondo in comando, avvertendolo di avere tutta l’intenzione di dare la caccia a Rhys l’Esiliato per punirlo del suo crimine.

Lorwyn: Capitolo 8

Quando Rhys lancia l’incantesimo per fermare la rivolta dei boggart, nella sua mente vede il volto legnoso di Colfenor aprirsi in una smorfia simile ad un sorriso di inquietante soddisfazione; poi la vista dell’elfo si oscura, e per diversi momenti l’ex daen non percepisce altro che un dolore atroce in tutto il corpo e specialmente nel cranio. Per fortuna la sensazione dura poco, e presto un frastornato Rhys si trova ad osservare ciò che quell’esplosione di magia ha causato: Valle Scodella è ricoperta di corpi di elfi e mal’occhi. Capendo di aver fatto qualcosa di incredibile ma assolutamente anomalo e pericoloso, Rhys emette il richiamo per radunare i suoi cacciatori, e quando nessuno gli risponde, comincia a cercare sopravvissuti, imbattendosi così in un’elfa particolare, dall’aspetto esotico per gli standard di Lys Alana e Foglia Dorata.

L’elfa si rivela essere Maralen, e racconta a Rhys ciò che è accaduto a Peladara, specificando poi di aver vagato per giorni (o forse settimane) dopo essere fuggita dal luogo dove la sua signora è stata uccisa. Rhys sente però un odore strano provenire dall’elfa, il tipico odore delle creature magiche o delle creature che si siano incantate con qualche magia. Così, per assicurarsi che Maralen non stia usando qualche incantesimo glamer che modifichi il suo aspetto, Rhys le provoca un piccolo taglio su un braccio, scoprendo che l’elfa, per quanto sospetta, è reale e si è presentata con il suo vero aspetto. L’elfa di Canto del Mattino è piuttosto offesa da questo gesto, e non manca di far notare a Rhys che dovrebbe pensare maggiormente al suo di aspetto, dato che sulla sua fronte non c’è più traccia di corna. Maralen spiega che dalle sue parti l’aspetto fisico è leggermente meno importante rispetto ad altri tipi di bellezza, e che essendo lei maledetta dalla nascita non è nella posizione di giudicare nessuno, tuttavia ha paura che Rhys non sarà accolto favorevolmente dall’avamposto nel quale il daen si offre di condurla.

Solo in quel momento Rhys capisce di essere diventato un mal’occhio elfico[10], e ignorando il consiglio egoista di Maralen di nascondersi dietro un glamer giusto per permetterle di entrare nell’avamposto, comincia a meditare, osservando con gli occhi della mente la foresta e cercando di capire in che modo sia passato dall’affrontare un gruppo di boggart al rovinarsi la vita con le sue stesse mani. Rhys percepisce che la foresta è cambiata, vibra di colori prodotti dai residui della sua magia, colori che rimangono anche quando l’ex daen riapre gli occhi e si trova ad osservare un elementale simile ad un alce alata, probabilmente adirato per ciò che Rhys ha fatto alla porzione di foresta che egli difendeva.

La nobile creatura si rivela però più neutrale di quanto Rhys e Maralen temano, e si limita a pronunciare una sorta di profezia parlando direttamente nella testa dei due elfi, avvisandoli che qualcosa è cominciato, un evento che non può essere fermato e che ha il potere di bruciare il cielo fino a farlo urlare, muovendo le montagne e invertendo il corso del fiume. Infine, l’elementale conclude il suo avvertimento con un ordine: andare via dalla Valle. Mentre gli elfi discutono sul da farsi, Rhys percepisce un gruppo di creature avvicinarsi alla loro posizione, ma prima che possa prepararsi al loro arrivo, la pragmatica Maralen nasconde prontamente la deformazione del suo nuovo compagno dietro un glamer. L’elfo non è felice della scelta, ma nemmeno lui vuole rispondere a domande indiscrete sul suo aspetto, così accetta l’aiuto dell’elfa e si appresta a fare la conoscenza dei nuovi arrivati: Cenerina, Brigid Baeli e la Cricca Vendilion.

L’ignifera e la kithkin erano state raggiunte da Iliona, Veesa ed Endry poco prima di raggiungere le prossimità di Valle Scodella, e dopo aver spiegato loro la missione che stavano svolgendo per conto di Colfenor, avevano stretto un patto con la Cricca: i tre spiritelli avrebbero potuto accompagnarle nella loro missione, ma si sarebbero dovuti comportare bene, evitando di dedicarsi ai classici scherzi e giochi crudeli per cui la loro razza è famosa.
I “figli” di Oona avevano quindi accettato, ma solamente pochi istanti dopo, il suono dell’esplosione provocata da Rhys li aveva raggiunti. Una volta ripresosi dallo shock, il gruppo aveva poi proceduto verso l’epicentro dell’esplosione, fermandosi solo quando la Cricca aveva chiesto a Brigid e Cenerina di rimanere dov’erano per diversi minuti. Una volta ricevuto il permesso di muoversi di nuovo da parte del trio di fratelli fatati, la kithkin e l’ignifera avevano ripreso il viaggio, incontrandosi quindi con Rhys e Maralen[11]

Lorwyn: Capitolo 9

Una volta raggiunto Rhys, Cenerina si presenta, spiegando di avere un messaggio per lui da parte di Colfenor. Brigid interviene subito dopo affermando che Gaddock Teeg gli manda i suoi saluti, ma quando tocca ad Iliona presentare sé stessa e i suoi fratelli, la più grande dei componenti della Cricca Vendilion si interrompe prima di presentare Endry, lasciandosi scappare un’esclamazione sorpresa quando nota Maralen. In effetti la Cricca sembra stranamente interessata all’elfa di Canto del Mattino, un interesse che si manifesta attraverso una serie di insulti. Nel frattempo, una Cenerina sconvolta dal potere di un grande elementale emanato dai corpi di Rhys e Maralen, porge all’elfo il messaggio di Colfenor, una foglia che lui si spinge sulla testa per “leggere” ciò che il silvantropo vuole dirgli.

Una volta consegnato il messaggio, Cenerina spiega a Rhys che Colfenor l’ha incaricata di condurlo fino a Kinsbaile, e si offre quindi di accompagnarlo al villaggio kithkin il prima possibile, in modo da arrivare prima del festival dei racconti di Kinsbaile. La Cricca, tuttavia, insiste affinché Maralen, la pallida, grassa, alta e strana elfa non venga con loro, ma Rhys non vuole sentire ragioni: Maralen farà parte del gruppo almeno fino a quando non arriveranno a Kinsbaile. Dal canto suo, l’elfa di Canto del Mattino domanda a Rhys se il villaggio kithkin sia sicuro, o che perlomeno sia sufficientemente popolato da permetterle di fuggire, e una volta rassicurata, decide di accettare l’invito ad unirsi alla compagnia, nonostante il parere contrario dei due fratelli minori della Cricca Vendilion.

Iliona, infatti, ha lasciato i suoi fratelli a tenere d’occhio la compagnia di Cenerina e sta volando di corsa verso il più vicino Anello delle Fate, così da raccontare ad Oona della strana creatura elfica che viaggia insieme a Rhys.
Mentre Iliona compie il suo dovere, il viaggio di Rhys e dei suoi compagni procede senza intoppi, almeno fino a quando, ormai nei pressi di Kinsbaile, Veesa ed Endry insistono per far fermare la compagnia, in quanto tra gli alberi davanti a loro hanno percepito il suono di uno spiritello che si avvicina, e che ben presto anche gli altri membri della compagnia odono.

Quando Maralen chiede se si tratti di un altro elementale, Cenerina la afferra per un braccio, e cerca di farsi dire tutto ciò che sa degli elementali. L’elfa di Canto del Mattino racconta quindi ciò che le ha detto Rhys riguardo l’alce che è apparsa prima del loro arrivo, ma l’elfo non ha nulla da dire, e quando Iliona arriva e comincia a confabulare con i suoi fratelli troppo rapidamente perché il resto della compagnia possa comprendere ciò che stanno dicendosi, Rhys e gli altri riprendono il viaggio, lasciando indietro i tre spiritelli. Dopo un’ulteriore ora di cammino, durante il quale Cenerina cerca di strappare quante più informazioni riguardo l’elementale da Maralen e Rhys, finalmente il gruppo arriva a Kinsbaile, dove si riunisce a tutti e tre i membri della Cricca Vendilion. Dopo che i tre spiritelli volano verso il villaggio per annunciare l’arrivo di Rhys e compari, Maralen ringrazia i suoi compagni per averla aiutata, per poi avviarsi assieme a loro verso le porte di Kinsbaile.

Lorwyn: Capitolo 10

Una volta raggiunta l’abitazione di Gaddock Teeg, Rhys ringrazia Cenerina e Brigid per averlo accompagnato, ma incontra qualche difficoltà nel congedarle. Cenerina, infatti, sembra non volersi allontanare da Rhys e soprattutto dalla misteriosa Maralen, mentre Brigid deve fare rapporto a Gaddock. Persino Maralen non sembra troppo felice di dover rimanere a Kinsbaile senza Rhys, e nel salutarlo mentre l’ex daen viene accolto da Teeg in casa propria, si augura che le loro strade possano incrociarsi ancora. Rhys viene quindi condotto da Gaddock al cospetto del suo antico maestro Colfenor[12], e spiega di aver risposto alla sua missiva solamente perché ha bisogno di capire cosa è successo nella foresta. Colfenor appare irritato dall’egoismo di Rhys e dal fatto che l’elfo lo sta indirettamente accusando di essere stato la causa della sua disgrazia e dall’insistenza di Rhys nel non volerlo chiamare “maestro”, ma risponde comunque alle perplessità del pupillo.

Secondo Colfenor, la magia che ha strappato le corna a Rhys proviene da Rhys stesso, il quale ha scelto di usare le conoscenze dei silvantropi tasso in maniera impropria, distorcendole al solo scopo di farle diventare la sua arma. Messo di fronte a questa verità, Rhys decide di farsi un bagno di umiltà, e accetta perlomeno di ascoltare ciò che Colfenor ha da dirgli quando questi gli mostra un piccolo seme in procinto di sbocciare. Dato che Colfenor afferma di non potersi recare da solo nel sacro Boschetto dei Sussurri per piantare il seme e permettere alle sue conoscenze di sopravvivergli, ha bisogno che Rhys compia questo viaggio per lui, vestendo i panni del giardiniere che da sempre gli sono andati stretti. Rhys domanda per quale motivo il suo maestro abbia scelto proprio lui, ma Colfenor liquida ogni domanda, affermando che se ne sarà ancora in grado, sarà lieto di rispondere una volta che Rhys avrà completato la missione nel minor tempo possibile.

Capendo di avere poca voce in capitolo, ed avendo bisogno che Colfenor risponda alle sue domande sulla magia dei tasso, Rhys accetta l’incarico. Intanto, nel suo campo base, Nath attende l’arrivo dei rinforzi per prepararsi a dare la caccia a Rhys, reo di aver ucciso un gran numero di elfi usando le oscure magie dei malocchi silvantropi. Le tracce che l’elfo ha lasciato nella foresta conducono verso Kinsbaile, villaggio che per qualche ragione Nath avrebbe piacere di sottomettere, e il Taercenn ha tutta l’intenzione di prendere due piccioni con una fava. Per riuscire nel suo intento, Nath ha richiesto l’intervento dei Rampicolti (Vinebred in originale), creature avvolte da una particolare pianta parassita (gli Orticanti) che conferisce loro una forza straordinaria, annullando però la loro volontà e rendendoli servitori perfetti[13].

Quando Gryffid viene a fare rapporto nella sua tenda, il taercenn decide di rivelare all’ex secondo in comando di Rhys la verità su ciò che ha visto a Valle Scodella: Nath nasconde il suo volto anziano dietro un glamer. Il generale racconta di essere in servizio all’interno della Nazione Benedetta da trent’anni, e di far parte di un gruppo di elfi anziani o sfregiati che da tempo sta lavorando in segreto per rivoluzionare la società elfica. Secondo Nath e i suoi, loro sono più adatti a guidare Foglia Dorata, e quando si trovano a dare la caccia a dei malocchi elfici, li reclutano nel loro personale esercito di rampicolti. Finite le rivelazioni, quindi, Nath propone a Gryffid una scelta: tenere nascosto il segreto del taercenn (e anche il suo, dato che è rimasto sfigurato a causa di Rhys) per fare carriera, oppure servirlo come rampicolto. Quando Gryffid accetta di mantenere il segreto, Nath lo nomina daen, e lo manda in avanscoperta verso Kinsbaile.

Nel frattempo, a Kinsbaile, Gaddock raggiunge finalmente Cenerina e Brigid, e dopo aver pagato l’ignifera ed aver affidato a Brigid la missione di parlare con due giganti accampatisi fuori dal villaggio per convincerli ad andarsene, chiede alla Pellegrina di rimanere a Kinsbaile per godersi il festival dei racconti. Quando Cenerina accetta, il cenn si allontana soddisfatto, proprio mentre Maralen si avvicina e chiede di sedersi assieme a Brigid e all’ignifera per aspettare che Rhys esca dall’ufficio di Gaddock. Cenerina, Maralen e Brigid non sono però le uniche persone a voler incontrare Rhys. Quando l’elfo esce in strada, infatti, Iliona, Veesa ed Endry calano verso di lui, informandolo che un gruppo di elfi si sta dirigendo verso Kinsbaile.

Capendo di avere un problema, Rhys si dirige verso le porte del villaggio per andarsene il prima possibile, ma così facendo viene intercettato da Maralen e le sue compagne. L’elfo cerca di liquidarle spiegando di dover partire al più presto per completare la missione di Colfenor e per seminare i suoi ex compagni che hanno seguito le sue tracce, ma ottiene l’effetto opposto. Maralen e Brigid, infatti, affermano di non poter rimanere, visto che chiunque sia sulle tracce di Rhys, probabilmente ha dei segugi che hanno seguito l’odore dell’elfo e della sua compagnia, e Cenerina propone di fuggire sul traghetto di Sygg. Capendo che le tre donne e la Cricca Vendilion lo seguiranno ovunque andrà, Rhys decide di accettare la loro compagnia, anche nella speranza che possano aiutarlo davvero qualora i suoi inseguitori dovessero raggiungerlo.

Lorwyn: Capitolo 11

Seduto nella sua tenda, il neo promosso Immacolato Daen Gryffid ascolta il rapporto di uno degli scout inviato in avanscoperta a Kinsbaile. Nonostante la promozione sia esattamente tutto ciò che Gryffid abbia mai desiderato, l’elfo non apprezza affatto la nuova condizione, in parte perché è costretto a dare la caccia a quello che fino a pochi giorni fa era il suo migliore amico, e in parte a causa dei segreti che Nath gli ha rivelato, e che lui è costretto a nascondere assieme al proprio viso, sfigurato dalla magia di Rhys. Gryffid sa che la sua posizione e la sua vita dipendono interamente da quanto Nath sarà soddisfatto del suo operato e da quanto rapidamente riuscirà a mettere le mani sul traditore Rhys, colui che il daen cerca in tutti i modi di deumanizzare chiamandolo semplicemente “il bersaglio”.

A peggiorare l’umore di Gryffid, e a fargli assumere atteggiamenti drammaticamente simili a quelli di Nath, contribuiscono due sfregiatori, gli assassini al servizio del taercenn. A Gryffid sembra che con la scusa di affidargli queste due guardie del corpo, Nath abbia voluto ricordargli il potere che ha su di lui anche quando è lontano, e il daen è convinto che uno dei due sfregiatori sia perfettamente in grado di vedere oltre il glamer che copre il suo viso. Le riflessioni i drammi interiori di Gryffid, tuttavia, non gli impediscono di ascoltare il rapporto dello scout, il quale riferisce di aver visto Rhys uscire da Kinsbaile assieme a tre spiritelli, un’ignifera, una kithkin ed un’elfa particolare, che secondo il daen potrebbe essere parte del convoglio matrimoniale di Canto del Mattino.

Alla fine del rapporto, lo scout viene congedato, e quando Nath arriva al campo e viene informato della posizione di Rhys, ordina a Gryffid di dare inizio alla caccia. Intanto, Rhys e il resto della sua compagnia scoprono che Sygg non si trova al molo, e dedicano quindi di recarsi da Brion e Kiel per scacciarli ed evitare che si scontrino con gli elfi di Nath. La Cricca Vendilion si fa carico di svegliare le due massicce creature, emettendo gridolini striduli nelle orecchie e nel naso di Kiel ed ottenendo due risultati: svegliare effettivamente i giganti, e venire scacciate come mosche. Mentre Rhys cerca di trovare le parole giuste per convincere i giganti ad andarsene, Maralen interviene, suggerendo loro che rimanendo nei pressi di Kinsbaile potrebbero farsi del male, ritrovandosi schegge e oggetti appuntiti nei piedi che potrebbero portare a terribili infezioni.

Quando Brion afferra Maralen, tutto il gruppo si prepara a combattere, ma l’intervento della Cricca Vendilion salva la situazione. Al grido di “Haikebaaaaaa”, gli spiritelli colpiscono un occhio di Brion, liberando Maralen e lanciandosi poi all’attacco verso Kiel. Prima che i tre fratelli possano colpire l’altro gigante però, Maralen urla loro di fermarsi, e Iliona, Veesa ed Endry si immobilizzano all’istante. La diplomatica elfa di Canto del Mattino riesce quindi a riportare la pace, e con la promessa di raccogliere nuove storie da portare a Rosheen e di partecipare con Brion e Kiel al festival dei racconti, riesce a convincerli a ritirarsi nella foresta per un paio di giorni, lontani da tutti quei fastidiosi kithkin chiacchieroni. Gli unici ad opporsi sono i membri della Cricca Vendilion, che hanno una gran voglia di vendicarsi di chi li ha gettati via come insetti fastidiosi, ma le proteste di Iliona, Veesa ed Endry cadono nel vuoto, perché in quello stesso momento Gryffid e i suoi cacciatori appaiono dal nulla.

Lorwyn: Capitolo 12

L’attacco degli elfi coglie di sorpresa Rhys e il suo gruppo, ma quando il cielo si riempie di frecce intrise di Digitale Selenica, Cenerina è la prima a reagire, evocando il potere elementale dentro di lei per lanciare uno scudo di magma che protegga i suoi compagni. Kiel e Brion vengono colpiti dalle frecce, e quando Maralen, pur protetta dalla mano di Brion, perde conoscenza, Cenerina si avvicina a lei per proteggerla. Le frecce si inceneriscono non appena si avvicinano alle fiamme che lambiscono il corpo della pellegrina e che scottano anche la pelle di Maralen, ma Cenerina sa bene che non potrà continuare a mantenere la posizione ad oltranza. Quando gli elfi e i rampicolti cominciano a chiudere il cerchio attorno alle loro prede, Cenerina decide di portare Maralen nel profondo della foresta, ma Iliona si avvicina a gran velocità, avvertendola che Rhys ha altri piani, e le ha chiesto di avvisarla per tornare verso il fiume.

Il gruppo raggiunge quindi di corsa il molo dove partono i traghetti dei merrow, e dopo aver svegliato un Sygg addormentato che non avevano incontrato quando erano passati per andare da Kiel e Brion, Cenerina si trova a discutere con il capitano merrow, il quale non sembra avere alcuna intenzione di trasportarli fino alla meta che loro gli hanno indicato. In parte per avidità, in parte per paura di attraversare una parte di fiume che per trent’anni ha volutamente ignorato, Sygg si rifiuta di accogliere il gruppo sul suo traghetto e di trasportarlo fino al Boschetto dei Sussurri. Cenerina ricorda a Sygg che l’ultima volta lui le ha promesso un viaggio gratis, ma il merrow non ha intenzione di farle riscattare in questo momento il suo “buono” e anche quando l’ignifera cerca di pagare il capitano con il denaro ricevuto da Gaddock, questi afferma che non sarà sufficiente.

Disperata, Cenerina prende quindi un filo dorato che Rhys voleva utilizzare per convincere i giganti ad andarsene da Kinsbaile, ma proprio mentre Cenerina lo offre a Sygg, il branco di Gryffid attacca all’improvviso. Fortunatamente il merrow è abbastanza sveglio da capire che la situazione è disperata, così accetta l’offerta, realizza un disco d’acqua sul quale fa salire Cenerina e compagni, e una volta chiusi i suoi passeggeri in una bolla, si lancia in una folle corsa tra le acque del Wanderwine, pronto a prendere una scorciatoia che secondo lui renderà il viaggio molto più rapido. Intanto, a Kinsbaile, Gaddock Teeg si trova costretto ad accogliere Nath e il resto del suo esercito di elfi e rampicolti, i quali affermano di voler utilizzare Kinsbaile come quartier generale per muovere guerra nei confronti dei loro nemici. Nonostante il suo disgusto verso i silvantropi e i loro studenti, Nath saluta educatamente e rispettosamente Colfenor, ottenendo in cambio un altrettanto educato saluto.

Lorwyn: Capitolo 13

Una volta al sicuro sul traghetto di Sygg, Rhys si preoccupa della salute di Maralen, la quale appare più pallida del normale e non ha ancora ripreso conoscenza da quando gli elfi di Gryffid hanno attaccato. Cenerina, che non nasconde in alcun modo il suo interesse per l’elfa, si offre quindi di aiutarla entrando in contatto con il potere elementale che percepisce dentro di lei, vagamente simile a quello emanato dall’elementale che la Pellegrina porta con sé. Così, una volta ottenuto il permesso da Rhys, l’ignifera evoca delle fiamme azzurre con le quali ricopre il corpo di Maralen, e che dopo qualche minuto, ottengono l’effetto sperato: l’elfa riapre gli occhi all’improvviso, e il suo respiro torna regolare. Ma cosa è accaduto esattamente?

Grazie alla sua magia, Cenerina è riuscita ad entrare in uno stato di semi-trance, mettendosi in contatto con il potere dentro Maralen. L’ignifera ha percepito chiaramente il potere lasciato dall’elementale alce, ma il peso di quest’aura non sembrava disturbare l’elfa. L’energia vitale di Maralen si era manifestata sotto forma di colori e forme astratte, e dietro di esse Cenerina aveva percepito una forza elementale strana, che interagiva in maniera incomprensibile con il corpo dell’elfa.

Forse percependo questa “intrusione”, Maralen aveva reagito, riprendendo conoscenza e scacciando Cenerina per impedirle di entrare in contatto i suoi segreti. Nel momento in cui Maralen riapre gli occhi, le fiamme azzurre di cenerina svaniscono, e la bolla magica di Sygg esplode in mille frammenti. Il capitano sembra accorgersi che qualcosa non va, e prontamente ricostituisce la bolla protettiva, appena prima di gettarsi giù da una cascata per infilarsi in un tunnel sotterraneo.

gaddock-teeg-alteredLorwyn: Capitolo 14

Una volta conclusa la discesa dalla cascata, il traghetto di Sygg continua serenamente la sua navigazione nel canale sotterraneo. Cenerina, un po’ più tranquilla ora che non rischia più di venire colpita dall’acqua, chiede al capitano come mai abbia scelto proprio questa scorciatoia per seminare gli elfi, e Sygg le racconta la particolarità di questo luogo. L’insieme di grotte sotterranee nelle quali stanno viaggiando, è conosciuto dai merrow con il nome di “Affluenti Oscuri”, ed è famoso non solo per la scarsa illuminazione prodotta da particolari fungus attaccati alle pareti, ma anche perché chiunque si perda in questo luogo non ne fa più ritorno. O meglio, in effetti è accaduto che alcuni merrow ritrovassero la strada verso la superficie, ma coloro che vi sono riusciti sono cambiati radicalmente, trasformati nel corpo e nella mente in qualcosa di orribile. Lo stesso Sygg ha rischiato di subire lo stesso destino in passato, ma fortunatamente ha ritrovato la via di casa prima di perdere sé stesso[14].

Finito il discorso con Sygg, Cenerina torna a sedersi al suo posto, e ben presto tutti i passeggeri del merrow si isolano per trovare una maniera di passare il tempo. Brigid dedica la propria attenzione alle sue armi e al tentativo di fare delle piccole previsioni per il futuro; Rhys entra in uno stato di trance e si chiude in sé stesso per meditare, subito imitato da Cenerina; e Maralen chiude gli occhi, fingendo di dormire mentre passa le dita sulla superficie del traghetto, disegnando forme senza senso. Dato che i loro compagni di viaggio sono distratti, Iliona, Veesa ed Endry decidono di passare all’azione, addormentando i passeggeri del traghetto di Sygg per entrare nelle loro menti e rubare i loro pensieri e sogni.

Iliona sa di doversi sbrigare, in quanto presto Veesa ed Endry si stancheranno di quello che per loro è solamente un gioco, e non un dovere come per la loro sorella maggiore, la prima di loro ad essersi svegliata nel bocciolo di un fiore di Gola Elendra e ad aver parlato con Oona. Gioco o meno, la Cricca Vendilion si mette all’opera, e ben presto le loro menti scivolano in quelle delle loro “vittime”, fondendosi in un fiume di pensieri che i tre spiritelli cavalcano con sapienza. Mentre Veesa entra nei ricordi di Brigid e scopre che la kithkin non stava compiendo una divinazione ma bensì lanciando un messaggio diretto verso qualcuno, Iliona si ritrova a collezionare solamente i pensieri di Cenerina riguardanti il potere elementale che sta seguendo disperatamente, ma dovendo fare le cose di fretta, non può penetrare la difesa di foglie che Rhys ha alzato intorno alla sua mente.

Tutto sembra filare liscio, ma all’improvviso Endry, che avrebbe dovuto rubare i pensieri di Maralen, decide di ritirarsi dal gioco, in quanto è infastidito ed innervosito da qualcosa che si affretta a condividere con le sorelle.
I pensieri della strana elfa appaiono infatti come una sfera oscura impenetrabile, e con enorme sorpresa della Cricca, Maralen è perfettamente cosciente della loro intrusione. Iliona dissolve quindi gran parte dell’incantesimo di sonno, in modo tale da affrontare la strana viaggiatrice al di fuori della sua coscienza, e capendo di avere di fronte qualcosa di insolito e sorprendente, lo spiritello ordina ai suoi fratelli di inglobare Maralen in una sorta di trappola magica per condurla al cospetto di Oona, esattamente dove l’elfa dai capelli scuri afferma di volere arrivare.

Quando tutti si svegliano, Sygg racconta loro di aver visto la Cricca volarsene via con Maralen, e immediatamente Cenerina tenta di convincere i suoi compagni ad inseguire i tre spiritelli, ottenendo però una serie di dinieghi.
A Brigid non importa nulla di inseguire la Cricca e Maralen, Sygg non ha intenzione di attraversare di nuovo gli Affluenti Oscuri, e Rhys, che pure avrebbe desiderio di salvare Maralen, preferisce comunque prima portare a termine la sua missione al Boschetto. Cenerina sta per ribattere, ma proprio in quel momento l’ignifera sente provenire dal fiume dietro di loro un suono di zoccoli, e una specie di criniera bianca incorporea correre nella sua direzione. Riconoscendo in quell’apparizione l’elementale con il quale ha intrecciato il suo destino[15], Cenerina capisce che il suo destino è di seguire Rhys, e decide di accompagnarlo ancora finché la sua missione non sarà conclusa.

Lorwyn: Capitolo 15

Utilizzando gli Anelli Fatati per teletrasportarsi in giro per Lorwyn, Iliona, Veesa ed Endry raggiungono Gola Elendra, il magico luogo dove dimora la loro madre Oona. Gola Elendra è un luogo magnifico e terribile, tanto bello quanto pericoloso per chiunque riesca ad accedervi superando gli incantesimi di glamer che lo nascondono alla vista. Il viaggiatore che giungesse a Gola Elendra, si perderebbe in un labirinto floreale in continuo mutamento, ove nessuna mappa resta identica a sé stessa e dove persino la mente si svuota ad ogni angolo superato. Se pure tutte queste precauzioni non dovessero rivelarsi sufficienti, le cricche più fedeli e capaci di Oona attaccherebbero l’eventuale invasore, assicurandosi che non possa raccontare ad anima viva ciò che ha potuto osservare nella dimora della Regina degli Spiritelli. Nessuna creatura di Lorwyn (eccezion fatta per gli spiritelli) può sperare di entrare a Gola Elendra se non a causa di una serie di fortunate coincidenze che comunque segnerebbero il suo destino, condannandola a non uscire mai più dalla dimora di Oona.

Questo non significa però che l’esistenza di Gola Elendra sia tenuta segreta, anzi. I cantastorie raccontano da sempre di questo luogo e gli spiritelli si assicurano che i loro racconti si concludano sempre con la stessa morale: nessuno può entrare nella terra natale degli spiritelli e sperare di uscirne. La Cricca Vendilion, ovviamente, non ha di questi problemi, ed una volta raggiunta Oona[16], si affretta ad obbedire alla Regina, avvicinando Maralen alle braccia spalancate della sovrana di Gola Elendra. Intanto, Rhys, Sygg, Brigid e Cenerina arrivano finalmente al Bosco Sussurrante, ma al posto del luogo vibrante di vita dove i silvantropi e i loro eventuali pupilli elfici si riuniscono per scambiarsi conoscenze, il gruppo si trova ad osservare un terreno devastato da un qualche cataclisma.

Gli alberi e i silvantropi sono stati sradicati e bruciati da qualcosa di brutale e terribile, una forza magica che ha evidentemente agito di proposito e in maniera precisa ed organizzata. Ogni singolo silvantropo ed albero adulto è stato eliminato, e solo uno sparuto gruppo di germogli di pioppi neri sembra essere sopravvissuto al massacro o germogliato dopo che il suo autore aveva concluso l’opera. Devastato psicologicamente, Rhys decide comunque di portare a termine la sua missione, e dopo essersi fatto convincere da Cenerina e Brigid a procedere insieme, l’elfo raggiunge il buco nel terreno dove un tempo Colfenor metteva radici. Lì, Rhys pianta il seme del suo maestro, lo infonde con il potere magico dei silvantropi Tasso, e annuncia alle sue compagne di volersi accampare per un giorno, in modo da assicurarsi che il seme metta radici prima di tornare a Kinsbaile. In realtà Rhys non ha idea di quanto impieghi un seme di Tasso a germogliare, ma è intenzionato a fare tutto il necessario per completare la missione e tornare da Colfenor consapevole di non aver fatto tutto il possibile per assicurare al seme la possibilità di sopravvivere.

Lorwyn: Capitolo 16

Secondo un modo di dire molto famoso, i kithkin sono così instancabili che dormono solamente una volta alla settimana, e mentre Rhys e Cenerina riposano nel Bosco dei Sussurri, Brigid sta facendo del suo meglio per mantenere fede a tale diceria. L’arciera kithkin non chiude occhio da sette giorni, e se non fosse per la Trama dei Pensieri che le dà coraggio e forza, sarebbe crollata esausta sul terreno da diverse ore. Invece Brigid resiste ancora, attende con infinita pazienza l’arrivo di un messaggio da parte del cenn Gaddock, e infine, quando una falena si avvicina, i suoi sforzi vengono ricompensati. Gaddock aveva detto a Brigid di attendere sue notizie, ed ora, finalmente, l’arciera kithkin sa quale dei suoi due compagni di viaggio dovrà uccidere.

Poco dopo, Rhys sente delle grida provenire dalla zona dove Cenerina e Brigid si sono accampate, e una volta arrivato, scopre tracce di sangue ovunque ed una Brigid ferita. La kithkin racconta che Cenerina è impazzita ed ha attaccato lei e Sygg, uccidendo il merrow per poi finire in acqua lei stessa, ma Rhys, che è abituato a vivere tra gli elfi e sa riconoscere il linguaggio del corpo di un bugiardo, capisce che l’arciera sta mentendo. L’ex daen finge comunque di crederle, ma quando si avvicina al fiume, Brigid lo colpisce alle spalle, minacciandolo poi di uccidere Sygg con il suo arco se non guarirà il suo braccio rotto. Ben sapendo che Sygg è la sua unica speranza per salvare l’utile ignifera, Rhys obbedisce, e con l’ausilio di una polvere magica kithkin e di tantissima energia magica, riesce nell’impresa. Esausto, l’elfo si avvicina di nuovo al merrow, e Brigid intrappola entrambi in una rete scaturita da una freccia, per poi avvicinarsi al corpo privo di sensi di Cenerina e caricarselo in spalla.

Quando Rhys chiede come mai stia facendo tutto questo, Brigid gli risponde di seguirla fino a Kinsbaile per scoprirlo, dopodiché fa fuoriuscire dal suo arco un paio di ali da pipistrello, e una volta evocato un vento magico, si alza in volo con Cenerina, lasciando Rhys e Sygg in trappola. Fortunatamente il merrow possiede una boccetta di acido che una volta scagliata contro la rete la dissolve, permettendo ai due prigionieri di liberarsi. Mentre una semi-cosciente Cenerina ricorda i giorni successivi alla sua nascita sul Monte Tanufel[17] e le aspettative del suo villaggio che l’hanno portata lungo il sentiero del pellegrino, Rhys e Sygg si riuniscono con Maralen e con la Cricca Vendilion.

La cosa strana, della quale Rhys non si accorge se non a livello subconscio, è che lui si era completamente dimenticato dell’esistenza di Maralen, e ora che l’ha rivista, la sua mente gli sta suggerendo che per tutto questo tempo la strana elfa e la Cricca stavano controllando l’area intorno al bosco. Ancor più strano è l’evento che accade poco dopo: quando Maralen scivola sul terreno fangoso, Iliona, Veesa ed Endry accorrono in suo soccorso, aiutandola a mantenere l’equilibrio senza proferire una singola parola. Maralen racconta quindi di aver girovagato per la foresta insieme alla Cricca, di aver stretto un patto con loro offrendo i suoi sogni esotici di elfa di Canto del Mattino in cambio della sua vita, e di voler abbandonare la via della Perfezione per godersi le esperienze di una vita più tranquilla.

Rhys non riesce a credere che le parole di Maralen siano opera della sua mente elfica, non concepisce la possibilità che un elfo, fosse pure esotico come i Canto del Mattino, possa abbandonare la ricerca della Perfezione, ma non riuscendo a capire se Maralen stia mentendo o meno, e dovendo fare i conti con dei ricordi che appaiono all’improvviso per confermare le storie che racconta l’elfa, l’ex daen decide di ignorare il mistero di Maralen, soprattutto perché i tre spiritelli confermano ciò che l’elfa ha detto finora. Dopo che Rhys promette di pagare a Sygg qualunque cifra per portare lui e Maralen fino a Kinsbaile il prima possibile, l’elfa straniera indica Iliona, Veesa ed Endry, affermando che loro potrebbero rendere il viaggio più veloce.

Lorwyn: Capitolo 17

Mentre Rhys e Maralen vengono trasportati in volo verso Kinsbaile dalla Cricca Vendilion ed un paio di dozzine di giovani spiritelli, Gryffid e Nath studiano un piano per fermare il traditore. Il taercenn non vuole lasciare nulla al caso, e soprattutto non vuole lasciare a Gryffid tutta la gloria di aver ideato un piano efficace per eliminare Rhys una volta per tutte, perciò, di fronte alla proposta del secondo in comando di preparare un’imboscata posizionando gli arcieri in cima ai tetti delle case del Clachan, gli ordina di mettere anche dei druidi di supporto e di raggiungere Nath e il grosso dell’esercito con tutti quanti i rampicolti in un punto specifico indicato dal taercenn. Nel frattempo, Colfenor si lamenta con Gaddock Teeg che le cose non stanno andando come dovrebbero. L’occupazione elfica è durata fin troppo, e a causa degli ordini inviati da Teeg a Brigid[18], Rhys sta tornando a Kinsbaile anziché assicurarsi che il seme del Tasso germogli.

Colfenor inoltre è preoccupato dalla presenza di Maralen, un mistero anche per un saggio come lui, ma tutto sommato percepisce che la strana elfa ha a cuore la vita del suo apprendista, ed è fiducioso che farà di tutto per aiutarlo a sopravvivere alle imboscate di Nath e Gryffid. La fiducia di Colfenor è però malriposta, perché appena Rhys e Maralen si avvicinano a Kinsbaile, gli elfi fanno scattare la trappola, uccidendo in un sol colpo tutti gli spiritelli (eccezion fatta per la Cricca Vendilion, che però si allontana dal pericolo) e facendo cadere i due elfi.

Fortunatamente i due compagni atterrano sul morbido, e anche se Maralen non sembra aver riportato alcun danno dalla caduta, Rhys è costretto a suturarsi magicamente una ferita. Immediatamente l’attenzione di Rhys viene catturata da un buon numero di kithkin che sta poggiando una Cenerina priva di coscienza contro il tronco di Colfenor, ma prima che il silvantropo possa spiegare cosa stia accadendo, Nath, Gryffid e tutti gli altri elfi e rampicolti appaiono dal nulla. Rendendosi conto di essere palesemente in inferiorità numerica, Rhys compie un’azione folle: sfidare Nath a duello. Con enorme sorpresa di tutti, il taercenn non solo accetta la sfida, ma ordina a Gryffid di lanciare all’ex daen una spada.

Lorwyn: Capitolo 18

Quando Gryffid si appresta ad eseguire gli ordini di Nath cedendo la sua spada a Rhys, l’elfo malocchio chiede a Maralen di allontanarsi, convincendola con una certa fatica a lasciargli fare le cose a modo suo. L’elfa di Canto del Mattino ordina quindi alla Cricca di portarla via da Kinsbaile, e mentre si alza in volo, Nath dà ordine ai suoi guerrieri di inseguirla e di impedirle di lasciare il clachan, in quanto compagna di Rhys e dunque nemica della Nazione Benedetta. Rhys sa bene che se anche riuscisse ad uccidere Nath, il resto del suo esercito gli sarebbe addosso in un secondo, perciò decide di agire d’astuzia, provocando ed insultando il taercenn e lanciandogli contro la spada di Gryffid. Nell’istante in cui la lama lascia la sua mano, Rhys si gira verso il fiume e inizia a correre, buttando a terra alcuni degli elfi che lo avevano circondato e gettandosi poi nella corrente.

Mentre Nath e la maggior parte del suo esercito danno la caccia a Rhys, Gryffid e il suo plotone raggiungono Maralen, che nel frattempo si è fatta lasciare da degli obbedienti Iliona, Veesa ed Endry proprio davanti ai cancelli di Kinsbaile, dove ha intenzione di sfidare i suoi avversari. Vedendo che l’elfa non è per nulla intimorita nonostante sia rimasta da sola, Gryffid domanda dove sia finita la Cricca, e pochi istanti dopo, mentre gli arcieri tendono i loro archi, Iliona, Veesa ed Endry ricompaiono dal nulla, estraggono le loro piccole lame e tagliano le corde degli arcieri, costringendo Gryffid a dare l’ordine di caricare l’elfa.

Quando l’elfo carico di potere magico attinto dalla foresta si scaglia verso di lei insieme a tutto il resto della sua compagnia, Maralen si limita a stringere le mani, per poi evocare una sfera di nebbia quando le riapre. Ben presto la sfera si espande per diversi metri, e quando Gryffid e i suoi entrano in contatto con essa, qualcosa di assolutamente inaspettato accade. Gli zoccoli degli elfi si fanno pesanti, affondano nel terreno, e ben presto sui volti di tutti loro si dipinge un’espressione di puro panico, alimentato dalla crudele risata emessa da Maralen. Infine, dopo aver detto a Gryffid di andarsene perché non sa che farsene di lui, la misteriosa elfa emette del fumo dalle dita, e quando esso raggiunge gli sconvolti cacciatori di Gryffid, chiude le mani all’improvviso, facendo sparire il fumo, la nebbia, e l’intero plotone di Gryffid.

Nel frattempo, la fuga di Rhys si conclude quando un gruppo di arcieri riesce a raggiungerlo. Mentre l’ex daen si contorce a terra, ferito da una freccia e travolto dai segugi di Nath, il taercenn raggiunge il suo avversario, e una volta dismessi i segugi, si avvicina a Rhys con una daga, pronto a colpirlo alla gola. Ma il mal’occhio non ha ancora perso le forze, e comincia un’ultima, furibonda lotta con il suo avversario, durante la quale i glamer di entrambi svaniscono. Dopo diversi minuti di combattimento corpo a corpo, Rhys stacca un corno a Nath, usandolo poi per uccidere l’unico cacciatore che ha avuto il coraggio di soccorrere il taercenn, e infine, con un ultimo, terribile sforzo, Rhys fa leva sul corno rimanente di Nath, spezzandogli il collo.

Increduli, sconvolti e terrorizzati, gli altri elfi si limitano ad osservare il cadavere del loro generale, mentre la loro preda fa leva sulle sue ultime forze per guarirsi dalle ferite più gravi, sottomettere i segugi di Nath e salire in groppa al cervide del taercenn. Infine, Rhys comanda ai suoi avversari di bruciare il corpo di Nath con tutti gli onori, e di non rivelare a nessuno il segreto del Taercenn, dopodiché si lancia nella foresta a cavallo del cervide, allontanandosi il più possibile da Kinsbaile.

Lorwyn: Capitolo 19

Mentre Rhys si dà alla fuga, Cenerina, priva di conoscenza e moribonda a causa dello spegnimento del suo fuoco, ritrova una connessione con l’elementale che aveva acceso le sue fiamme il giorno della sua nascita. Per la prima volta da anni, Cenerina e l’elementale sono fianco a fianco nella stessa “stanza”[19], e quando l’ignifera comunica con lui, quello risponde. Cenerina gli chiede aiuto, chiede in prestito un briciolo del suo immenso potere, quel che basta per farla tornare cosciente, e l’elementale, nonostante alcuni dubbi legati alla sua natura selvaggia e alla sfiducia nei confronti di chi cerchi di domarlo, accetta. Nel frattempo, all’esterno della mente di Cenerina, Gaddock Teeg viene aggredito da Brigid Baeli, la quale ha visto Colfenor schiacciare l’ignifera contro il suo tronco e lo ha percepito richiamare l’elementale di fuoco. Preoccupata dall’idea che l’intera Kinsbaile possa venire data alla fiamme, Brigid si è scagliata contro il cenn per sapere la verità e i dettagli del piano di Colfenor, ma a rispondere ai suoi dubbi non è il kithkin, bensì il silvantropo tasso in persona.

Colfenor spiega a Brigid come nascono i silvantropi**, poi le rivela i suoi piani: presto un grande potere elementale cambierà Lorwyn per dare inizio ad un nuovo mondo, un mondo nel quale Colfenor rinascerà con tutte le sue conoscenze. Dopo aver anticipato a Brigid le sue motivazioni, Colfenor comincia a raccontare la storia della sua vita, imprigionando tutti i kithkin in una trance alimentata dalla Trama dei Pensieri e di fatto costringendoli a riunirsi attorno a lui per ascoltare il suo racconto.

L’unica a resistere al “richiamo” di Colfenor è Brigid, la quale, finalmente consapevole di ciò che il suo insano gesto al Bosco ha causato, decide di prendere una decisione terribile e drastica: staccarsi dalla Trama dei Pensieri di Kinsbaile per resistere al richiamo di Colfenor e partire alla ricerca di Rhys per salvare il clachan intero. Mentre l’arciera kithkin convince a fatica il rinnegato elfo ad aiutarla, Cenerina sente le forze tornare, e attira verso di sé l’elementale. Il fuoco nel suo corpo elimina ogni traccia del mercurio con cui Brigid l’aveva avvelenata, e presto le sue fiamme iniziano a danzare sulla corteccia di Colfenor. Quando le orecchie di Cenerina sentono le urla dei kithkin vicini, l’ignifera cerca di fermare il proprio potere, ma l’elementale è ormai troppo vicino, e sta galoppando verso di lei a gran velocità.

L’elementale di Cenerina appare finalmente in tutto il suo splendore: si tratta di un cavallo bianco enorme, con zoccoli e criniera infuocati che in un istante si getta contro l’ignifera e il silvantropo, appiccando un terribile incendio. Mentre la voce di Colfenor penetra nella mente di Rhys affermando con sicurezza di aver compiuto il suo percorso, l’elfo rinnegato corre in soccorso di Cenerina, e con l’aiuto di Maralen, Brigid e della Cricca Vendilion, riesce a liberarla dalle grinfie del silvantropo, finendo per venire lui stesso bruciato dalla gigantesca quantità di fiamme prodotte dal corpo dell’ignifera. L’intervento della Cricca permette all’elfo di ignorare la maggior parte delle sue ferite, e quando Iliona, Veesa ed Endry lanciano la loro magia di levitazione su Maralen e i suoi compagni, Rhys, stanco, ferito, ustionato ma finalmente al sicuro, si addormenta, proprio mentre le fiamme che ormai avvolgono completamente Colfenor si espandono sui tetti di Kinsbaile.

Intanto, un Gryffid ferito nel corpo e nell’orgoglio si riunisce al resto dei combattenti di Nath, scoprendoli distrutti quanto e più di lui. Dopo aver chiesto per sette volte che cosa sia accaduto al taercenn, Gryffid viene condotto accanto ad una pira funebre, pronta per essere accesa e sulla quale giace il corpo martoriato di Nath. Furioso nei confronti del suo ex amico, Gryffid dà ordine di accendere la pira, e dopo aver preso la spada di Nath, giura di utilizzarla per uccidere Rhys.

Il giorno dopo l’incendio di Kinsbaile, Rhys, Maralen, la Cricca Vendilion, Brigid e Sygg, tornano alle rovine del Bosco Sussurrante, trovandosi di fronte ad una scoperta sensazionale: il seme piantato da Rhys pochi giorni prima non solo è sbocciato, trasformandosi in una talea di quasi due metri, ma sotto gli occhi stupefatti del gruppo, apre gli occhi con decenni (se non secoli) di anticipo, e saluta Rhys come “studente del suo padre di seme”. Mentre la Talea di Colfenor si sradica dalla buca nella quale era stata piantata, Maralen, eccitata, entusiasmata e per nulla sconvolta da quanto ha appena visto, si lascia andare ad un commento: <<Questo è proprio qualcosa che vale la pena esplorare>>


Note:

  1. Lormooor (Lorwyn + Shadowmoor) è il nome che ho coniato per descrivere il piano che diventa di volta in volta Lorwyn o Landa Tenebrosa. Quando vedete scritto Lormoor, significa che si sta parlando del piano nella sua interezza, come era un tempo; quando invece vedete scritto Lorwyn (o Landa Tenebrosa), significa che si sta parlando solo di una delle due facce del piano. Per farvi degli esempi, potrei scrivere che i merrow di Lorwyn sono tutto sommato delle brave persone, che quelli di Lormoor probabilmente non lo sono, e che quelli di Landa Tenebrosa sono dei veri e propri criminali.

  2. Non è facile inserire con precisione nella timeline la storia di Lormoor, in quanto i libri e le opere successive che la citano non ci danno mai date certe. Abbiamo però due informazioni molto importanti: la Riparazione è accaduta prima dell’inizio di questa storia (per motivi che vedrete più avanti), e Nissa Revane è stata sul piano quando era solo un’adolescente, nei giorni in cui Lorwyn mutava per l’ultima volta in Landa Tenebrosa. Anche se non sappiamo quanti anni abbia l’elfa planeswalker, possiamo immaginare che gli eventi raccontati nel racconto “Le origini di Nissa: Casa”, risalga almeno ad un paio di decenni fa, visto che gli elfi di Zendikar sono piuttosto longevi.Io, dopo aver letto i libri la prima volta un paio di anni fa, ho pensato di collocare gli eventi dell’ultima Grande Aurora negli anni ’20 del secolo 4.500 A.R., ma non ricordo assolutamente cosa mi abbia portato a formulare questa ipotesi. Per questo motivo, inserirò le date di Lorwyn solamente nell’ultimo articolo di questo “capitolo”, quello su Vespro.

  3. Come vedremo poi in seguito, il comportamento degli abitanti di Landa Tenebrosa non è poi così diverso da quello che avevano in Lorwyn. I kithkin di Lorwyn sarebbero superstiziosi e xenofobi tanto quanto le loro controparti “tenebrose”, se non fosse che i loro villaggi non sono sotto costante assedio di spaventapasseri, gwyllion e altri orrori che si muovono nell’oscurità e nella nebbia.

  4. Carica militare usata tra gli elfi di Lorwyn. Un daen è un alto ufficiale, qualcuno che riceve direttive dai gradi più alti della gerarchia militare, le elabora in strategie e piani e le comunica attravero ordini che i cacciatori suoi sottoposti mettono poi in pratica.

  5. Come scopriremo più avanti, la Grande Luminaria (o Grande Aurora, se siete affezionati come me alla vecchia traduzione) modifica le memorie degli abitanti di Lormoor per far sì che ricordino sempre solamente una delle due facce del piano, ma alcuni frammenti rimangono intatti, e gli atteggiamenti nei confronti di talune creature si mantengono nel tempo e diventano parte della cultura. Il razzismo degli elfi di Lorwyn nei confronti di boggart e igniferi nasce dai vaghi ricordi che gli elfi che sopravvivono alle Grandi Aurore mantengono di queste due specie estremamente pericolose (nella loro versione tenebrosa), e che poi trasmettono ai loro figli e nipoti. Insomma, se un elfo di Landa Tenebrosa passa la sua vita a difendere la bellezza da creature che non si curano di distruggerla, una volta completata la trasformazione del piano, proverà istintivamente paura nei confronti di igniferi e boggart e cercherà di giustificarla in altro modo.

  6. Carica militare che indica un generale a capo di intere bande di cacciatori elfici. Egli prende ordini direttamente dalle più alte cariche dello stato, i Perfetti. La carica è affidata solamente ai membri della casta degli Splendidi.

  7. Come avrò modo di raccontarvi anche in seguito, secondo me le razze di Lormoor sono molto più orientate verso il tricolor che verso il bicolor, proprio in quanto somma di entrambe le facce del loro mondo. In questo capitolo possiamo notare come gli elfi di Foglia Dorata siano molto più Abzan che Golgari, data l’enorme importanza che danno alla disciplina (prioritaria persino rispetto al successo della missione).

  8. Ossia una magia che i kithkin usano per tessere insieme ogni loro pensiero, creando una profonda collaborazione sconosciuta alle altre razze. La Trama dei Pensieri dei kithkin di Lorwyn si basa su credenze comuni, ed è spesso rinforzata da poesie, ballate e canzoni. La Trama serve a rinforzare il senso di comunità all’interno dei clachan kihkin, li aiuta a combattere meglio e permette loro di comprendersi a fondo percependo le rispettive emozioni. Sfortunatamente contribuisce notevolmente anche a rinforzare la xenofobia dei kithkin, portandola all’estremo nei momenti di pericolo più grave (ossia quando il mondo diventa Landa Tenebrosa).

  9. Lo stesso Colfenor, quando Rhys era suo allievo, si pronunciava spesso in complesse e al limite del comprensibile profezie sul futuro.

  10. In realtà Rhys si riferisce a sé stesso chiamandosi semplicemente “mal’occhio” (traduzione ufficiale di eyeblight), e infatti “elfico” l’ho aggiunto io per distinguere la condizione di Rhys da quella di un qualunque boggart. Tra i Foglia Dorata, un elfo divenuto mal’occhio è considerato una creatura un tempo nobile che ha perso ogni diritto di vivere, e ucciderla è quasi un gesto di misericordia. Un mal’occhio che non è mai stato un elfo è un vero e proprio insulto alla natura, un essere abietto che non dovrebbe essere neppure nato, e che va eliminato dalla faccia del piano per ripulirla.

  11. Brigid e Cenerina non sanno che probabilmente la Cricca ha preferito evitare di incontrare l’elementale, ed è per questo che ha cercato di rallentarle. Tra l’altro, questa scena non è gestita granché bene a livello temporale. Tra il momento in cui Rhys comincia a cercare sopravvissuti e quello in cui l’elementale se ne va, sembra passare un bel po’ di tempo, mentre tra il momento in cui Brigid e Cenerina sentono l’esplosione e quello in cui finalmente incontrano Rhys e Maralen, sembra passare pochissimo.

  12. Che tra l’altro afferma di aver insegnato a Rhys per dieci anni, e considerato che alcuni capitoli fa l’elfo ha detto di aver studiato con Colfenor per un terzo della sua vita, abbiamo un’informazione precisa sulla sua età. Rhys ha trent’anni. Questo ci tornerà utile per stabilire una datazione precisa della storia di Lormoor? Vedremo. Nel peggiore dei casi, sarà solo una chicchetta.

  13. Come vedremo in seguito, è possibile trovare elfi rampicolti in grado di intendere e di volere, i quali sacrificano volontariamente anni della loro già breve vita per sfruttare il potere degli Orticanti. Salvo queste rare eccezioni, spesso i rampicolti sono elfi sfigurati o malocchi comuni. Nel caso specifico dell’esercito di Nath, i rampicolti appartengono ad entrambe le categorie.

  14. Assieme ai boggart che si comportano come non dovrebbero, questo è il secondo accadimento anomalo di cui veniamo informati, e non sarà l’ultimo. In un mondo come Lorwyn, i merrow e i boggart impazziti ci sembrano completamente fuori posto.

  15. Non so se sono riuscito ad esprimermi al meglio e a farvi capire che relazione c’è tra Cenerina e l’elementale, quindi proverò a spiegarmi meglio nelle note. Cenerina è una pellegrina, ossia una persona che sta seguendo un preciso percorso spirituale che la condurrà, passo dopo passo, verso l’elementale dalla criniera bianca. Cenerina crede (a torto o ragione, ma di questo se ne parlerà successivamente) che il suo destino sia di incontrare l’elementale, ma solamente una volta che avrà seguito tutte le tappe del percorso spirituale previsto. Questo percorso spirituale non è ovviamente chiaro e palese, e Cenerina fino ad ora ha vissuto la sua vita serenamente seguendo quelli che credeva essere indizi e che le apparivano di tanto in tanto. Per questo è interessata a Maralen: percependo il potere elementale con cui l’elfa è entrata in contatto il giorno del massacro a Valle Scodella, Cenerina ha deciso di seguirla, interpretando il suo incontro con Maralen come un segno del destino, un passo in più lungo il suo percorso. Immaginatelo come un gioco dell’oca elementale.

  16. Un essere composto da flora e vegetazione che a quanto si dice sarebbe antico quanto il piano stesso. Ne riparleremo, ma sappiate che anche da questa descrizione è nata la speculazione che ho portato all’interno del mio gruppo facebook Innistrad – Circle of Mtg Lore Seekers nel 2019, secondo la quale Oona non sarebbe altro che l’Ashaya, Anima delle Terre Selvagge (e quindi elementale che rappresenta la volontà del suo mondo di appartenenza) di Lormoor.

  17. Monte Tanufel è la dimora ancestrale degli igniferi, il luogo nel quale nascono. Tuttavia, come ci dice lei stessa, gli igniferi che hanno visto nascere Cenerina sono convinti che lei sarà l’ultimo ignifero nato all’ombra del Monte Tanufel, in quanto la razza si è trasferita nel territorio conosciuto come Crags. Ora, non è chiarissimo dove siano le Crags né è chiaro per quale motivo gli igniferi abbiano abbandonato il Monte, ma vi posso anticipare che il passato di Cenerina e le tradizioni degli igniferi verranno presto raccontate nel libro di Aurora.

  18. Ora, noi non sappiamo esattamente quale fosse il contenuto della missiva che ha raggiunto Brigid via falena nello scorso capitolo, ma sembra di capire che Teeg abbia cercato di uccidere Rhys attraverso l’arciera. Non ricordo se la situazione viene spiegata più in là, ma possiamo ipotizzare che Brigid dovesse recuperare Cenerina E uccidere Rhys, ma che alla fine non se la sia sentita di portare a termine la missione, magari per riconoscenza verso l’elfo che le ha guarito il braccio, o semplicemente perché con Cenerina sulle spalle non avrebbe potuto affrontare Rhys e Sygg insieme.

  19. Una prigione di ghiaccio, rappresentazione metafisica del corpo di Cenerina in questo momento.


Fonti: Lorwyn, di Scott McGough e Cory J. Hendon. Libro pubblicato nell’agosto del 2007 e inedito in Italia.

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Nella quarta stagione 2019 / 2020:

Nella terza stagione 2018:

 Riassunto delle prime due stagioni 2016 e 2017:

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