Anno 4205 A.R.
Sono passate poche settimane dalla firma dei trattati di pace tra Keld e Jamura, poche settimane da quando la Cavalcavento è partita per Rath per poi naufragare su Mercadia, poche settimane da quando Ertai e Crovax si sono schierati dalla parte di Phyrexia, pochi minuti da quando, dalla Nona Sfera di Phyrexia, Yawgmoth ha finalmente dato l’ordine che tutti, da più di quattromila anni, attendevano con ansia: dare inizio all’invasione.
Dominaria si appresta ad affrontare la minaccia più grande, un’invasione da parte della sua nemesi, un attacco pianificato da millenni da un nemico spietato, così terribile che la sua figura è ormai associata alle leggende più oscure del piano. Nessuno è esente dal terrore che accompagna l’avanzata dei phyrexiani, nessun continente è al sicuro dal loro assalto.
All’ombra dell’orda di Phyrexia, Dominaria ha una sola speranza: che i piani di Urza vadano in porto.
Tutti sono pronti a combattere per difendere la propria casa.
L’incubo ha inizio.
Si alzi il sipario.
–
E’ un giorno come un altro quello in cui la Nave Volante Cavalcavento, dopo essere uscita vincitrice dalla battaglia su Mercadia, ritorna, finalmente, su Dominaria. Tutto sembra tranquillo, ma ben presto, mentre la nave sorvola il mare attorno a Benalia, terra natale di Gerrard, il cielo si riempie di portali (Varco Dimensionale) di origine phyrexiana dai quali cominciano a fuoriuscire enormi macchine volanti. La Cavalcavento combatte egregiamente, ma ad ogni colpo andato a segno, due nuovi avversari riempiono i cieli di Benalia, così, dietro ordine di Gerrard Capashen, la nave compie un viaggio planare fino a Rath, convinti di poter bloccare i rinforzi phyrexiani distruggendo le macchine che creano i Varchi.
Ma Rath pullula di navi e macchine volanti, e anche se Gerrard e i suoi riescono ad abbattere numerosi nemici e a distruggere un paio di Varchi, si accorgono ben presto che l’impresa è impossibile da portare a termine con una sola nave. La Cavalcavento abbandona quindi Rath passando attraverso un varco, poi fa rotta verso Benalia City, per avvertire i suoi abitanti del pericolo incombente ed eventualmente trovare un esercito che possa opporsi agli invasori. Una volta arrivati però, anziché ricevere rinforzi, Gerrard e gli altri vengono accolti come se fossero dei nemici e vengono sbattuti in cella, dove fanno la conoscenza di un misterioso veggente cieco. Mentre Squee, Nababbo Goblin dopo diversi tentativi, riesce a liberare i suoi compagni, l’esercito phyrexiano attacca Benalia City. La battaglia è impari e ben presto Gerrard, Hanna, Pilota della Nave, Orim, Guaritrice Bianca, Squee, il Capitano Sisay e il Veggente Cieco vengono raggiunti da una mostruosa donna phyrexiana dal corpo di ragno meccanico: Tsabo Tavoc, il generale delle truppe d’invasione. Solo l’intervento di Karn permette agli altri di scampare alle grinfie di Tsabo, ma una volta a bordo, l’equipaggio fa una scoperta sconvolgente: Hanna, rimasta ferita durante l’attacco ai varchi di Rath, è stata infettata dalla Peste Phyrexiana. Ancora intenzionati a formare un esercito, Gerrard e i suoi compagni si dirigono verso la più grande prigione di Benalia, la Colonia Penale situata sulle colline di Atrivak, dove riescono a recuperare circa seimila ex criminali ai quali sarà fornito il compito di governare la flotta di navi volanti che l’equipaggio recupera dai porti Benaliani.
Intanto, Barrin, Mago Insegnante, e Urzaabbandonano la battaglia di Urborg per spostarsi in Jamuraa, e più precisamente nella nazione di Zhalfir, che ancora porta le cicatrici della Guerra del Mirage, dove Teferi, Mago di Zhalfir li accoglie calorosamente, mostrando loro il suo operato. I cieli sopra Zhalfir pullulano di navi phyrexiane che fuoriescono da un unico Varco Dimensionale piuttosto grande, ma nessuna di esse raggiunge il terreno, poiché Teferi ha lanciato un potente incantesimo in grado di invertire la gravità. Nonostante i nemici non possano colpire, Teferi non ha alcuna intenzione di lasciarli organizzare, e chiede quindi ad Urza di aiutarlo a distruggere il Varco, teleportandosi al suo interno diverse volte fino a farlo collassare. Mentre le truppe phyrexiane rimaste vengono sconfitte facilmente dalle forze di Zhalfir, Teferi sfrutta l’energia rilasciata dal Varco per lanciare un incantesimo di fase. Urza è soddisfatto nel vedere i nemici venire distrutti, ma Teferi vede solo una vittoria provvisoria e sa che il suo costo in termini di vite sarà estremamente alto. Per evitare che la sua patria soccomba all’invasore, perciò, Teferi rivela ai suoi antichi maestri di aver lanciato un incantesimo che manderà fuori fase per circa un centinaio d’anni i territori di Zhalfir e Suq’ata, salvandoli da Phyrexia. Urza, furioso, rimprovera Teferi e lo accusa di codardia, ma il planeswalker invita Urza e Barrin a lasciare Zhalfir se non vogliono finire fuori fase assieme ad esso.
Ma anche se Zhalfir è stata salvata dalla Protezione di Teferi, l’Invasione è ancora ben lungi dall’essere conclusa. Come in Benalia, in Urborg e in Zhalfir, anche in Yavimaya si combatte, ma stavolta sono gli abitanti locali ad avere la meglio sugli invasori. Nei primi giorni della battaglia, le navi phyrexiane che scaricano milioni di Spore Pestilenziali e migliaia di truppe d’assalto, sembrano avere la meglio sugli abitanti della foresta, sui kavu, creature antiche risvegliatesi per combattere i nemici della natura, e sui tritoni, ma tutto cambia quando i phyrexiani si avvicinano all’albero più antico di Yamivaya. I rami e le spine dell’albero trafiggono i phyrexiani, tramutano i loro corpi in legno e li spingono a combattere per difendere la foresta. Nonostante le ingenti perdite, i difensori della natura possono dichiarare vinta la battaglia di Yavimaya, e Multani, Stregone-Maro, può lasciare la sua foresta per correre in soccorso di Molimo, Stregone Maro, in Llanowar.
Nella foresta di Llanowar infatti, le cose non vanno affatto bene, Quando Takara, Eladamri, Signore delle Foglie e Lin Sivvi, Eroina Audace (usciti poco tempo prima dal Portale di Belbe), raggiungono il palazzo del re degli elfi locali per avvisarlo dell’imminente pericolo e convincerlo a fuggire in un luogo più sicuro, non vengono ascoltati. Mentre la riunione è ancora in corso, i phyrexiani attaccano, bombardando la foresta con spore pestilenziali e cannoni al plasma. Takara muore per permettere a Eladamri e gli altri di rifugiarsi nelle Caverne dei Sogni, una località situata al di sotto del palazzo reale dove i sogni e i pensieri delle persone diventano realtà. Eladamri infonde coraggio e speranza nei cuori dei sopravvissuti all’attacco, terrorizzati e traumatizzati da ciò che hanno appena vissuto, e riesce non solo ad impedire che le Caverne generino dei mostri partendo dalle paure dei suoi nuovi abitanti, ma anche a guarire le persone infettate dalla Peste Phyrexiana.
Mentre Eldamri accetta di guidare il popolo di Llanowar e la Cavalcavento e la sua flotta di navi volanti alleate raggiungono i cieli della foresta, dall’altra parte del mondo, in Koilos, Tsabo Tavoc fuoriesce dal portale che collega Dominaria e Phyrexia, costruito novemila anni fa da Yawgmoth e involontariamente riattivato da Urza e Mishra quattromila anni fa. Dalle Caverne di Koilos, dunque, dovrà partire l’attacco phyrexiano a Terisiare, il continente d’origine di Urza, ma prima Tsabo, alla testa di quasi sesstantunomila truppe phyrexiane, dovranno mettere in sicurezza l’area attorno al portale, ed assicurarsi che i difensori di Dominaria non riescano a chiuderlo. Dal canto suo, Urza non rimane con le mani in mano, e appena riceve la notizia dello sbarco delle truppe phyrexiane in Koilos, risveglia Agnate e Thaddeus, i due generali del suo esercito di metathran, esseri umanoidi biologici creati per combattere i phyrexiani alla pari, e li spedisce immediatamente ad attaccare le Caverne. Ma Tsabo Tavoc non è una sciocca, ed architetta un malefico piano per dividere le forze dei metathran. Sacrificando una gigantesca porzione del suo esercito, la donna-ragno riesce ad attirare i metathran al seguito di Thaddeus all’interno delle grotte, dove vengono massacrati uno ad uno. Troppo tardi il generale metathran si accorge di aver commesso un errore lasciandosi prendere dalla foga della battaglia, e ben presto si ritrova ad essere catturato, torturato e vivisezionato da Tsabo Tavoc in persona.
La battaglia di Koilos durerà un mese intero. Mentre a Koilos si combatte furiosamente per il portale all’interno delle Caverne, Gerrard e i suoi compagni raggiungono Llanowar, trovandola devastata dalle bombe phyrexiane che vengono lanciate dalle navi nemiche. Ancora una volta, Hanna suggerisce di compiere una manovra diversiva per bloccare i rinforzi phyrexiani, consistente nell’attraversare uno dei Varchi ed attivare il motore per i viaggi planari. La Cavalcavento ottiene quindi il risultato di far cadere sulle teste dei phyrexiani stanziati in Rath le stesse bombe che poco prima stavano lanciando su Dominaria, e di poter attaccare e distruggere alcune delle truppe locali, approfittandone anche per catturare un paio di phyrexiani per permettere ad Orim di studiarli e scoprire come fanno ad essere immuni alla loro Peste.
Nel frattempo, in Dominaria, Barrin e Urza raggiungono il Mana Rig di Shiv, la fabbrica di pietre del potere che servono ad Urza per far muovere le sue macchine da guerra che, da diversi secoli a questa parte, è gestita da Jhoira dei Ghitu. Grazie alle modifiche fatte al Rig per renderlo una vera e propria fortezza, e all’aiuto di Darigaaz,l’Infiammatore, e dai draghi delle cinque nazioni draconiche di Dominaria, Jhoira è riuscita a sopravvivere ad un’ondata di truppe d’invasione phyrexiane, ma nemmeno lei ha intenzione di rimanere a festeggiare la vittoria. La ghitu ha infatti intenzione di seguire l’esempio di Teferi, e si è già messa d’accordo con il planeswalker per mandare fuori fase una parte di Shiv, compresa una sezione del Mana Rig, ma lascia a Urza non solo l’esercito draconico di Darigaaz, ma anche la sezione del Rig che rimarrà in Shiv, perfettamente in grado di produrre tutte le pietre di cui il planeswalker avrà bisogno.
Due settimane dopo l’inizio dell’Invasione, dunque, la situazione appare sempre più disperata. Mentre Urza perde alleati per strada, Yawgmoth sembra possedere un’armata infinita di soldati sacrificabili. A riportare un barlume di speranza, interviene Orim. Dopo ore e ore passate nel suo laboratorio a bordo della Cavalcavento a studiare e sezionare decine di prigionieri Phyrexiani, la guaritrice è riuscita a realizzare un siero in grado di garantire l’immunità dalla Peste Phyrexiana. Purtroppo il siero non è in grado di guarire persone già infette come Hanna, ma sarà fondamentale per affrontare i phyrexiani in Llanowar. Gerrard e il suo esercito scendono quindi a terra per incontrarsi con Multani, già maestro del giovane Capashen nel periodo in cui aveva vissuto in Yavimaya, Eladamri e Lin Sivvi e, assieme a loro, riconquistare la foresta senza venire decimati dalla Peste. I salvatori di Llanowar partono poi per Koilos, dove Eladamri dovrà dimostrarsi in grado di sostituire Thaddeus per guidare i metathran assieme ad Agnate.
Nel frattempo, nuove truppe phyrexiane vengono inviate a combattere in Keld, e Barrin è costretto ad abbandonare Urborg, la battaglia più importante dell’Invasione, stando a quanto dice Urza, per andare a lottare al fianco delle stesse persone colpevoli della morte di Rayne. Il mago non può sapere che, di lì a poco, sua figlia Hanna morirà. L’infezione è così estesa che neppure la magia delle Caverne dei Sogni riesce a curare la navigatrice della Cavalcavento, la quale spira a bordo della nave volante, tra le braccia di un disperato Gerrard che, fino all’ultimo, si rifiuterà di dire addio alla sua amata, rassicurandola e cercando di convincere entrambi che esiste un modo per salvarla. Mentre Eladamri vince il duello con Agnate e si dimostra degno di sostituire Thaddeus, Hanna esala il suo ultimo respiro, e finalmente Gerrard si arrende.
<<Addio, Hanna>>, sussurra straziato, stringendo tra le braccia il cadavere senza vita della ragazza. La notizia della morte di Hanna raggiunge suo padre due settimane dopo, mentre è intento a combattere da solo in Urborg. Keld è relativamente al sicuro, ma Koilos ha bisogno di tutte le forze della Coalizione per essere strappata dalle mani dei phyrexiani, perciò Urza informa Barrin della sua decisione di abbandonare Urborg nelle mani del nemico. Il mago si sente preso in giro, perché solo poche settimane prima il planeswalker aveva affermato che Urborg non avrebbe dovuto cadere, ma accetta ancora una volta di seguire Urza, sperando di poter ritrovare sua figlia in Koilos. E’ allora che Urza rivela a Barrin la tragica verità: Hanna è morta.
Furioso con Urza per averlo costretto a combattere una battaglia inutile ed avergli impedito di stare accanto a sua figlia, e roso dai sensi di colpa per aver sempre seguito il planeswalker e non aver mai passato del tempo con sua figlia, Barrin abbandona Urborg e raggiunge Koilos per riesumare il corpo della figlia e portarlo con sé fino a Tolaria. Dato che Urza aveva richiamato i suoi alleati planeswalker (i Nove Titani) per addestrarli ad utilizzare particolari macchine nella Fenditura di K’rrick, l’Accademia è stata trovata ed attaccata dai phyrexiani, i quali, nel momento in cui Barrin arriva, sono ancora intenti a massacrare gli studenti rimasti che fuggono dall’edificio invaso dai gas phyrexiani per venire falciati dai servi di Yawgmoth o per morire vomitando i propri organi interni. Disperato, furioso e ormai privo di motivi per cui vivere, Barrin decide di lanciare l’incantesimo che aveva promesso di non lanciare mai: Obliterare. Tale incantesimo è in grado di scatenare un’energia pari a quella sprigionata dall’esplosione del Golgothian Sylex, in grado di annientare in un sol colpo l’esercito di Yawgmoth, l’Accademia e gran parte dell’isola di Tolaria. In un solo istante, l’Accademia cessa di esistere, e così anche il suo signore, il grande mago Barrinalo. Solo i corpi di Rayne ed Hanna, chiusi da Barrin in due sarcofagi, rimangono intatti, sospesi in aria dalla magia del preside di Tolaria e illuminati dalla luce della Fenditura di Tolaria, cresciuta a dismisura dopo l’esplosione.
Quello stesso giorno, finalmente, ha inizio l’ultima battaglia della prima fase dell’Invasione. A bordo della Cavalcavento, Sisay guida la flotta di navi volanti benaliane e i draghi di Darigaaz contro un Motore Stregato, mentre a terra le forze congiunte di Eladamri e Agnate si fanno largo, assieme ai Nove Titani e ai loro giganteschi costrutti, tra i mostruosi invasori per riconquistare le Caverne Gerrard combatte in prima linea, massacrando tutti i phyrexiani che tentano di arrestare la sua avanzata verso il Portale. Intanto, Tsabo continua a ricevere un flusso costante di rinforzi da Phyrexia, e attende con pazienza l’arrivo di Gerrard, per il quale ha preparato una spiacevole sorpresa. Non appena il giovane Capashen entra nelle Caverne, infatti, Tsabo lo attira in una stanza con l’inganno e riesce ad innestare dell’Olio Scintillante nel suo corpo, portando la sua psiche a cedere al controllo mentale che la generalessa ha su tutti i phyrexiani sotto il suo comando.
Le ultime fasi della Battaglia di Koilos si combattono nella stanza del Portale, dopo che tutte le truppe all’esterno delle Caverne sono state distrutte, ma lo spazio ristretto e il costante flusso di orrori proveniente da Phyrexia e l’esercito già stanziato a Koilos non sembrano lasciare scampo alle forze della Coalizione. Ancora una volta, è l’equipaggio della Cavalcavento a salvare la giornata. Vedendo Gerrard in difficoltà contro Tsabo Tavoc, Karn infrange il suo voto di pacifismo e attacca direttamente il generale phyrexiano, spezzandogli le gambe metalliche e dando a Gerrard la spinta di cui aveva bisogno per liberarsi del controllo mentale di Tsabo. Grazie a Squee, che gli mette in mano una spada, Gerrard riesce ad infliggere una ferita quasi mortale all’avversaria, la quale, agonizzante, fugge verso Phyrexia.
Senza più un comandante al quale affidarsi, i phyrexiani cominciano a indietreggiare verso il Portale, ma Gerrard, grazie a Karn, riesce a trovare il meccanismo per chiuderlo, attirando su di sé tutta l’attenzione dei nemici. L’intervento del Veggente Cieco, che si rivela essere Urza, salva Gerrard da una morte orribile, e nonostante l’odio che il giovane Capashen prova per il planeswalker, reo di aver reso la sua vita un inferno, accetta di aiutarlo a distruggere il Portale una volta per tutte.
Dopo novemila anni, la porta d’accesso a Phyrexia è chiusa per sempre. La prima fase dell’Invasione è conclusa, e mentre gli ultimi phyrexiani, ormai privi di guida e di rinforzi, vengono distrutti nel corso della settimana successiva alla Battaglia di Koilos, i membri della Coalizione festeggiano. Gerrard, Urza, Agnate ed Eladamri, tuttavia, non partecipano al festival di tre giorni. Tutti loro hanno perso una persona cara nella guerra, e sanno che Yawgmoth non si arrenderà molto facilmente. Rath e Phyrexia pullulano ancora di orrori biomeccanici che attendono il momento in cui troveranno il modo di raggiungere i loro compagni in Urborg.
Una settimana e tre giorni dopo la fine della Battaglia di Koilos, Multani si sveglia e nota un cambiamento nell’aria. Alla visione delle sabbie di Koilos si sovrappone l’immagine di una distesa di terra rossa calpestata da decine di migliaia di truppe phyrexiane.
La Congiunzione tra Rath e Dominaria ha inizio.
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Si è parlato già in qualche articolo delle cinque nazioni draconiche di Dominaria?
[quote name=”fabrimagic”]Si è parlato già in qualche articolo delle cinque nazioni draconiche di Dominaria?[/quote]
A dire il vero no, ma perché ne parla Robert King nel suo romanzo la prima volta. In ogni caso, non c’è molto da sapere, e quel poco da sapere sarà contenuto nel prossimo articolo, quando andremo a parlare della Congiunzione e del tentativo di Darigaaz di risvegliare i Draghi Primitivi (di loro avevamo già parlato ai tempi della prima stagione).
🙂 la mia faccia quando vedo la notifica su fb dell’articolo