Siamo nel 4305 e ad un secolo dall’Invasione Phyrexiana, il continente di Otaria è in pace. Le grandi potenze che lo governano non si fanno la guerra da ormai diverso tempo e anche i barbari pardici e gli abitanti di Krosa vivono in pace, dovendo fare i conti soltanto con l’urbanizzazione incalzante portata avanti dalla Cabala.
È in un tranquillo giorno di questo anno che Mazeura, un giovane cabalista conosciuto con il nome di Chainer, Signore di Dementia (nonostante non possieda ancora quel titolo) decide di esplorare la parte più antica della Città della Cabala, il luogo in cui vive da quando ha abbandonato il suo villaggio per allenarsi con un vero maestro di Dementia. Durante l’esplorazione delle cantine di una antica villa nobiliare, Chainer viene attirato nelle cantine da uno strano suono, una sorta di melodia che chiama il suo nome con una curiosa urgenza. Il suono proviene da una sfera di colore nero, un artefatto che mostra a Chainer un futuro nel quale lui sarà una persona influente, un capo al quale mostri inquietanti ed esseri umani si inchineranno con venerazione. Attratto da quella visione ma fedele alla Cabala, Chainer decide di prendere con sé la sfera per donarla al Patriarca della Cabala Virot Maglan, l’unico degno di possedere un simile potere.
Giorni dopo, il Patriarca decide di mettere in palio l’artefatto durante il grande torneo di Città della Cabala che indice proprio in quei giorni. La notizia del torneo si sparge per tutta Otaria, e mentre Chainer completa il suo addestramento con il maestro Skellum, un fiume di persone parte per Città della Cabala. Tra questi, vi è Kamahl, un potente guerriero delle montagne pardiche, il quale viene attirato da una voce misteriosa che lo invita a combattere nella Fossa della Cabala. Arrivato in città, Kamahl stringe amicizia con Chainer e con un centauro proveniente dalla foresta, Seton, Protettore di Krosa, e combatte al loro fianco contro gli incubi e le bestie che vengono liberati all’interno della Fossa. A distinguersi nell’Arena vi sono anche il Luogotentente Kirtar, un aviano rappresentante dell’Ordine, e Turg, una rana gigante che combatte per conto dell’ambasciatore dell’Impero Mer, Laquatus. L’ambizioso Ambasciatore Laquatus ha un piano diabolico per conquistare il potere all’interno dell’impero Mer governato da Aboshan, Imperatore Cefalide sfruttando la sfiducia che questi prova nei confronti della sua consorte Llawan, ma per portarlo al termine ha bisogno di tempo e truppe fedeli. Aboshan crede che Laquatus sia a Città della Cabala per svolgere il suo lavoro di ambasciatore, ma non immagina che il tritone ha in mente di sottrargli il potere.
Durante una pausa tra un combattimento e l’altro, Seton spiega a Kamahl di essere giunto a Città della Cabala per convincere il Patriarca a smettere di rapire creature da Krosa per farle combattere nella Fossa e per fermare l’urbanizzazione incontrollata, mentre Kamahl spiega di essere lì solo per la gloria. Quando durante un combattimento Chainer, Kamahl, Kirtar e gli altri si ritrovano ad affrontare ed uccidere una femmina di drago di Krosa, Città della Cabala viene sconvolta da una terribile emergenza: un drago adulto ha fatto irruzione in città e sta cercando di raggiungere la Fossa, attratto dalle urla strazianti dell’altra creatura.
Lo scontro con il drago è feroce, ma i combattenti sono abili e grazie all’inaspettato aiuto di Kamahl e del piccolo esercito di guerrieri Mer comandato da Laquatus, la creatura viene indebolita quel tanto che basta all’aviano Kirtar per mettere a segno il colpo di grazia, mentre il barbaro perde i sensi. Mentre la situazione torna lentamente alla normalità e i cadaveri dei guerrieri Mer vengono spartiti tra i cabalisti e i compagni ancora in vita, Kirtar riceve un messaggio da parte di Pianna, Capitano Nomade: le terre settentrionali dell’Ordine sono state attaccate da alcune bestie di Krosa, e lui deve immediatamente tornare per difendere l’accampamento locale. Prima di andare, però, Kirtar si trova a dover scegliere il suo premio, e vedendo il suo alleato, l’ambasciatore Laquatus, fissare con bramosia la sfera trovata da Chainer all’interno della villa abbandonata, decide di richiederla come premio per la vittoria. Non appena l’aviano lo stringe tra le mani, tuttavia, l’oggetto si anima, mostrando a Kirtar una visione di sé stesso in piedi di fronte ad una folla di nemici terrorizzati, intento a lanciare un incantesimo per distruggerli in un sol colpo. Tale è il Desiderio di Kirtar: vedere sé stesso e l’Ordine trionfare in guerra, un desiderio che solo il potere di quell’oggetto potrà realizzare, e da allora in avanti l’aviano non cederà più a nessuno il premio che ha conquistato.
Vedendo da vicino la sfera, l’ambasciatore Mer decide di seguire Kirtar fino all’accampamento dell’Ordine, ignaro che anche Kamahl voglia fare lo stesso. Seton ha infatti raccontato all’amico ciò che è avvenuto dopo il suo svenimento, e il barbaro ritiene che la sfera di Kirtar dovrebbe essere sua, in quanto il colpo di grazia era stato dato dalla sua spada. Intanto, Kirtar raggiunge il suo accampamento, dove, soddisfatto ed emozionato, racconta gli accadimenti degli ultimi giorni e mostra la sfera a Pianna, sostenendo che essa potrà portare finalmente l’Ordine ad unire sotto un’unica bandiera tutta Otaria. Per realizzare il suo desiderio, Kirtar decide di attaccare la foresta, dando inizio ad una campagna che stremerà i suoi uomini e non porterà ad alcun risultato.
Lungo il tragitto per raggiungere Kirtar, Kamahl e Seton si scontrano con le forze mercenarie di Laquatus, il quale approfitta dello scontro per prendere tempo e tenere fermi i suoi avversari. Ma i due amici, una volta compresa la strategia dell’avversario, decidono di ritirarsi e di continuare l’odissea percorrendo altre strade. Dopo una lunga settimana di viaggio, Laquatus raggiunge l’accampamento di Kirtar, dove trova ad accoglierlo Pianna, alla quale offre aiuto per sistemare gli animali della foresta che stanno attaccando. La capitana ordina inoltre a Kirtar di seguirla al sud, verso la cittadella dell’Ordine, così da giustificare la sua folle compagna di fronte agli altri capi militari.
Quando anche Kamahl e Seton raggiungono l’accampamento di Pianna, scoprono che Kirtar è già in viaggio, e che l’ambasciatore Mer lo sta seguendo. Sfortunatamente il centauro è stato ferito durante il viaggio, e non può permettersi di accompagnare l’amico fino alla Cittadella, quindi Kamahl parte in groppa ad un geco selvatico che il centauro chiama “Emerald”. Seton rimane invece in Krosa ad indagare sullo strano comportamento degli animali.
Arrivati alla Cittadella, Pianna, Kirtar e Laquatus hanno un colloquio privato riguardo la sfera che il luogotenente ha scelto come premio nella Fossa della Cabala, e mentre la capitana insiste affinché quell’artefatto venga distrutto non solo perché vìola le Censure (un insieme di regole dell’Ordine riguardanti la creazione di artefatti, probabilmente stilate dopo l’Invasione), ma perché sembra essere la causa scatenante dei malumori degli animali della foresta, considerando che gli attacchi si sono intensificati man mano che Kirtar si avvicinava all’accampamento, gli altri due si oppongono, affermando di poter scoprire come utilizzarlo. Ma il peggio accade quando Pianna tenta di togliere l’artefatto dalle mani di Kirtar, perché non appena esso percepisce il “pericolo”, inizia ad emanare una luce che cristallizza la capitana dell’Ordine. A quel punto, l’aviano approfitta della situazione per impossessarsi della spada di Pianna, simbolo di autorità indiscussa all’interno dell’Ordine, e per ottenere la fedeltà di Laquatus, il quale arriva persino ad inginocchiarsi di fronte a lui.
Tuttavia il cristallo attorno al corpo di Pianna inizia ad espandersi e a crescere, e Kirtar si rende conto di non riuscire a controllare il potere dell’artefatto. Laquatus fa appena in tempo a fuggire attraverso un portale aperto da uno dei suoi scagnozzi, il Capitano Satas, prima che il cristallo riempia la stanza. È proprio mentre il cristallo inizia a riempire anche i corridoi della fortezza della Cittadella, che arriva Kamahl. Raggiunta la Cittadella sul dorso di Emerald, il barbaro ha lasciato dietro di sé una scia di cadaveri di soldati dell’Ordine ed è riuscito ad entrare all’interno delle mura e a raggiungere la stanza dalla quale proviene il richiamo magico della sfera di Kirtar proprio mentre alcuni uomini tentano di portare in salvo il luogotenente. Ma Kirtar non vuole andarsene, e nonostante stia venendo consumato dall’artefatto, cerca in tutti i modi di fermare l’incantesimo lanciato poco prima. Purtroppo per lui, Turg, il servo di Laquatus, è nelle vicinanze, e non appena ne ha l’occasione, strappa dalle mani di Kirtar il prezioso artefatto, fuggendo poi il più velocemente possibile per lasciare indietro Kamahl. Mentre il barbaro cerca di raggiungere la rana, Kirtar, ormai consumato completamente dall’artefatto, esala il suo ultimo respiro.
Attraverso gli occhi di Turg, Laquatus nota che la sfera mostra l’immagine di una terra sommersa dalle acque, il mondo perfetto in cui l’ambasciatore e la rana desiderano vivere. Ormai vicinissimo al raggiungimento del suo obbiettivo, Laquatus manda il Capitano Satas a recuperare l’artefatto da Turg, poi si presenta dal Maggiore Teroh per raccontargli la sua versione di ciò che è accaduto nelle ultime ore. Ma nel mandare Satas a recuperare l’artefatto, Laquatus commette un errore. Come Chainer prima di lui, il Capitano comprende il valore di quella sfera, e decide di portarla all’Imperatore Aboshan, l’unico, ai suoi occhi, degno di utilizzare un tale potere e l’unico in grado di usarlo correttamente, vista l’enorme collezione di meccanismi e artefatti potenti che l’imperatore possiede.
Tornato di corsa alla capitale dell’impero Mer, Laquatus scopre non solo che il tesoriere di Aboshan è stato accusato di essere un traditore fedele a Llawan, Imperatrice Cefalide, la moglie di Aboshan che, a detta del paranoico imperatore, da tempo cospira per rubargli il trono, ma anche che ad occuparsi della manutenzione degli artefatti è stata chiamata Fulla, ossia Braids, Servitore della Cabala (o meglio, servitrice), una cabalista in grado di resistere alla magia mentale di Laquatus. Mentre l’ambasciatore soffia sul fuoco della paranoia di Aboshan e cerca di ideare un piano per recuperare la sfera dal tesoro imperiale senza far insospettire Fulla (la quale potrebbe cercare di ottenere quel potere per sé), Kamahl, fuggito dalla Cittadella dell’Ordine, è riuscito a scoprire dove Turg e Laquatus sono fuggiti, e si accampa momentaneamente a Borben, una città costiera, in attesa che la situazione si sviluppi. Per non rimanere fuori forma, Kamahl inizia a combattere nell’arena locale con il nome di “Martello” e diventa ben presto una celebrità.
Un giorno, dopo diversi mesi dal ritorno di Laquatus, Aboshan sente l’improvviso bisogno di visitare la camera del tesoro, e lì, nascosta in una borsa, trova la sfera che ha portato alla rovina di Pianna e Kirtar. La sfera non solo mostra all’imperatore le profondità di un mare infinitamente vasto, il più grande Desiderio di Aboshan, ma invia alla sua mente un nome che il cefalide associa immediatamente all’artefatto che ha in mano: Mirari.
Non appena Laquatus lo viene a sapere, cerca di raggiungere l’Imperatore, ma viene bloccato da una guardia. I contro incantesimi della Sala del Trono impediscono a Laquatus di fare irruzione al suo interno, ma fortunatamente riesce a coinvolgere nel combattimento anche Braids e gli altri cabalisti, i quali distraggono la guardia e permettono all’ambasciatore di raggiungere il suo obbiettivo. Attraverso un artefatto che dovrebbe aiutarlo a trovare la posizione di Aboshan, Laquatus osserva le coste di Otaria venire scosse da un tremendo maremoto, il cui epicentro è proprio il palazzo imperiale dei cefalidi.
Come Kirtar prima di lui, Aboshan non riesce a controllare il Mirari, e nonostante Laquatus tenti in ogni modo di sottrarglielo e di impedirgli di continuare ad alimentare la magia, una parte di Otaria viene sommersa dalle onde, e la capitale dell’impero viene distrutta. Nel crollo del palazzo, Turg muore, e Laquatus si ritrova a giacere sul pavimento semi-paralizzato dalla ferita mentale che la dipartita della mente del suo servo ha causato. Fortunatamente per lui, Braids entra nella sala del trono e riesce a strappare di mano all’Imperatore il Mirari, spegnendo l’incantesimo e la vita di Aboshan e godendosi le sofferenze di Laquatus.
I tentativi del Mirari di entrare nella mente frammentata e devastata dalla follia di Braids si rivelano inutili, e la giovane donna inizia a chiedersi se quell’artefatto possa aiutarla a non incappare nelle ire del Patriarca, quando tornerà a Città della Cabala per riferirgli del fallimento della missione all’interno dell’Impero Mer. Quando la bolla d’aria fornitale da Aboshan al suo arrivo comincia a svanire, Braids prende una decisione: evoca un pesce-incubo dai recessi della sua mente e prende con sé il Mirari e Laquatus, salvandoli dal crollo del palazzo imperiale. Kamahl fa appena in tempo a percepire la magia del Mirari che si sposta verso la superficie, poi le onde si schiantano contro la costa.
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Per riassumere:
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4.050 A.R.: l’umano Virot Maglan fonda la Cabala nel continente di Otaria, diventandone il Patriarca e diventando un essere quasi immortale grazie alle benedizioni del suo dio oscuro, tale Kuberr.
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4205 A.R.: Dominaria viene invasa da Phyrexia e viene fusa al piano artificiale di Rath. La guerra è una vera e propria ecatombe, ma si conclude con la vittoria della Coalizione phyrexiana.
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4206 A.R.: un anno dopo la fine dell’Invasione, viene costruito un monumento per i caduti. I nomi di Agnate e Thaddeus, di Gerrard, Urza, Darigaaz, Bo Levar, Commodoro Guff, Kristina dei Boschi, Daria, Hanna, Barrin e Taysir vengono incisi sul monumento assieme a tutti quelli delle altre persone uccise dalla follia di Yawgmoth. Probabilmente nessuno scriverà mai i nomi di Tevesh Szat, Crovax ed Ertai, i traditori di Dominaria che combatterono al fianco di Phyrexia fino all’ultimo.
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4305 A.R.: Chainer trova un artefatto in grado di comunicare con la sua mente e lo consegna al Patriarca. Tale oggetto, chiamato Mirari, viene messo in palio durante il grande torneo indetto dal Patriarca di Città della Cabala. La notizia viaggia veloce, e diverse persone provenienti dai quattro angoli del continente partono per partecipare o assistere al torneo. Seton, Kirtar, Kamahl, Chainer e Turg (per conto dell’Ambasciatore Laquatus) combattono nella Fossa della Cabala, ma a vincere l’artefatto, il cui nome è Mirari, è Kirtar, che lo porta con sé fino all’accampamento settentrionale dell’Ordine, senza sapere che gli altri contendenti, ad eccezione di Chainer, lo stanno seguendo. Il potere del Mirari sfugge al controllo di Kirtar e conduce lui e Pianna alla morte, provocando seri danni anche alla fortezza della Cittadella dell’Ordine, situata nel sud del continente. Il Mirari finisce tra i tentacoli di Aboshan, ma anche l’imperatore dei Mer finisce per abusare di quel potere, sommergendo parte di Otaria e distruggendo la capitale del suo impero prima di essere consumato dal Mirari. L’artefatto viene quindi riportato a Città della Cabala da Braids e Laquatus. Il destino di Kamahl, invece, è incerto.
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Fonti:
“Odyssey” di Vance Moore. Libro pubblicato nel settembre del 2001 e inedito in Italia.
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Curiosità:
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*La spada di Kamahl è un artefatto vecchio di un secolo, preso ad un uomo che sosteneva di aver fatto parte dello staff di Urza. Considerata la fine a cui è andata incontro Tolaria, il luogo dove la maggior parte dei collaboratori di Urza erano riuniti, è assai probabile che quell’uomo stesse mentendo. Tuttavia la spada è davvero un artefatto risalente all’Invasione.
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*Il fatto che sia Aboshan che l’Ordine siano ossessionati dagli artefatti fa pensare che l’Invasione Phyrexiana abbia lasciato cicatrici profonde anche in Otaria, nonostante il continente si sia tutto sommato ripreso molto meglio di quanto abbia fatto il resto di Dominaria.
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Nelle puntate precedenti:
Riassunto delle stagioni precedenti