Come promesso nello scorso articolo, spostiamoci su Innistrad, intorno all’anno -2382 A.R. E’ un Innistrad non particolarmente diverso da quello a cui siamo abituati. Gli umani combattono ogni giorno contro le creature della notte come i geist, i mannari, i ghoul o i demoni, e sono difesi da un quartetto di sorelle angeliche: Bruna, Luce di Alabastro, un angelo capace di governare il mana blu e quello bianco; Gisela, Lama della Notte Dorata, che unisce la magia bianca della fede a quella rossa del fuoco; Sigarda, Schiera degli aironi, devota tanto al mana bianco quanto al mana verde; e infine una quarta sorella il cui nome è andato perduto, capace di piegare al suo volere il mana bianco e quello nero.
Il loro potere è grande, ma appena sufficiente a combattere i demoni e le creature della notte, e decisamente insufficiente a contrastare la carestia che in quegli anni devastava le terre della futura regione di Stensia.
Fu l’alchimista Edgar Markov a suggerire una soluzione per porre fine alla carestia, una soluzione terribile quanto utile: alcune persone, scelte forse tra le famiglie nobili di Stensia, si sarebbero dovute sottoporre ad un oscuro rituale che avrebbe permesso loro di sopravvivere nutrendosi solamente di sangue. In questo modo non soltanto sarebbero diminuite le persone a cui dare sostentamento con il normale cibo, ma anche le bocche da sfamare.
In una lugubre notte di quel -2382 A.R. Edgar Markov riunì alcuni membri delle dodici famiglie nobiliari più importanti di Stensia (tra cui il suo unico nipote Sorin Markov, appena diciottenne, Runo Stromkirk, il capo di un culto che venerava una divinità marina e Olivia Voldaren, una splendida nobildonna viziata e capricciosa) e compì il rituale che, attraverso l’uccisione di un angelo e l’ingurgitamento del suo sangue, avrebbe portato alla nascita dei vampiri di Innistrad.
Le motivazioni che spinsero Edgar a compiere quel gesto erano però ben diverse da quelle che aveva raccontato agli altri. Ancora prima della Grande Carestia, Edgar aveva ricercato un modo per donare a sé stesso e a Sorin la vita eterna, arrivando persino ad ascoltare i consigli del demone Shilgengar, pur di raggiungere il suo obbiettivo. La Grande Carestia fu quindi solo una fortunata coincidenza (anche se c’è chi crede che sia stata opera di Shilgengar stesso) che permise ad Edgar di convincere gli altri futuri vampiri a compiere la trasformazione.
In ogni caso, il rituale fu un successo, e quella notte Innistrad si trovò ad assistere alla nascita di una nuova, terribile minaccia. La trasformazione da umano a vampiro fu un trauma per tutti, ma sopratutto per Sorin. La magia accese infatti la sua scintilla di planeswalker, e lo fece viaggiare nel Multiverso. Dopo essere riuscito a tornare a casa, Sorin tornò a vivere con suo nonno, e per numerosi secoli si godette la sua vita di agio in Innistrad e le meraviglie del Multiverso, aiutando persino altri planeswalker ad ascendere (una fra tutti Nahiri, una litomante kor di Zendikar).
Nel frattempo, i vampiri di Innistrad, sotto la guida del Progenitore Edgar Markov e degli altri capostipiti delle dodici famiglie, crescevano e si espandevano nelle varie regioni di Innistrad. I Markov si mossero in ogni regione, da Stensia a Nephalia passando per Gavony e Kessig; gli Stromkirk concentrarono il loro dominio in Nephalia, accanto al mare che Runo venerava; i Falkenrath e i Voldaren rimasero in Stensia. Tre delle altre famiglie più deboli soccombettero presto alla sete di potere delle altre quattro, anche se non abbiamo informazioni precise sul periodo in cui scomparvero, mentre le altre non riuscirono mai a generare un numero di vampiri sufficiente per ottenere lo stesso potere politico delle Quattro Grandi Famiglie.
Prima di continuare con la storia di Sorin, soffermiamoci sulle caratteristiche che permettono di distinguere i vampiri dagli umani. Il vampirismo su Innistrad non è né un virus, né una maledizione, ma ciò che i vampiri stessi un po ‘eufemisticamente chiamano “condizione del sangue”. Quando i vampiri riflettono sulla natura della loro condizione, la considerano un’abluzione, un lavaggio rituale nel sangue che li migliora e permette loro di accedere ad un nuovo stato dell’essere. I vampiri di Innistrad non sono veramente morti, anche se hanno alcuni tratti tipici dei non morti (ad esempio l’impossibilità di invecchiare e la pelle fredda al tatto). La caratteristica che salta subito all’occhio quando si osservano i vampiri sono i loro occhi. Tutti i vampiri hanno la sclera nera anziché bianca, e spesso le loro iridi sono dorate o argentate. La pelle, come già detto, è pallida e fredda al tatto, i loro peli sono spesso neri, viola scuri, magenta scuri, bordeaux, o anche blu o verdi scuri. Alcuni vampiri indossano parrucche, però, per variare il loro aspetto o per camuffarsi più facilmente tra gli esseri umani. I canini di un vampiro sono leggermente pronunciati in ogni momento, e quando mordono qualcuno si estendono circa di un quarto di pollice, inoltre tendono anche ad avere le unghie lunghe e leggermente ricurve.
Nei pochi secoli che dividono la nascita dei vampiri dalla Prima Ascesa degli Eldrazi, su Innistrad nacquero diverse leggende riguardanti i poteri magici dei vampiri, ma la verità è che ogni vampiro ha accesso solo a tre poteri naturali: forza sovrumana (circa il doppio di quella di un umano), incapacità di invecchiare e capacità di muoversi senza emettere alcun suono. Ogni vampiro “nasce” con queste tre capacità, ma determinati vampiri (specialmente gli Stromkirk) riescono ad utilizzare una forma di magia mentale per nascondere il loro aspetto agli umani. Man mano che il tempo passava, i vampiri più anziani, quelli che avevano partecipato al rituale al Maniero Markov e i loro direttissimi “discendenti”, cominciavano a sviluppare nuovi poteri. Volo, trasformazione in animali, cose o agenti atmosferici (sopratutto nebbia), sguardo ipnotico e altri poteri simili.
Tuttavia il rituale compiuto da Edgar Markov non rese invulnerabili i loro corpi, e non ci volle molto agli umani per scoprire che i loro nemici potevano essere feriti o uccisi da qualunque arma che potesse ferire un normale essere umano. Particolarmente efficace si rivelò il legno vivo, la cosiddetta “eredità delle driadi”, mentre il normale legno non è più efficace della pietra o dell’acciaio.
A causa del legame degli angeli (compreso quello sacrificato durante il rituale di Markov) con la Luna, anche l’argento si rivelò particolarmente adatto per dare la caccia ai vampiri, tant’è che gli specchi vennero banditi dalle case di tutti vampiri di Innistrad perché rivelavano la loro vera natura, eliminando ogni traccia di incantesimi illusori. Ben presto i vampiri scoprirono anche di non poter attraversare corsi d’acqua in cui si riflettesse la Luna (l’acqua rappresenta gli umani e la Luna il potere degli angeli) e di doversi nutrire di almeno cinque litri di sangue ad ogni ciclo completo della Luna per sopravvivere, o si sarebbero seccati e successivamente sarebbero morti di fame. L’unico tipo di sangue di cui i vampiri scoprirono di potersi nutrire era quello di esseri umani viventi. Qualunque altro tipo di sangue non si rivelò mai sufficiente a dissetarli.
Presto i vampiri si posero il problema di come creare nuovi membri della specie, ma le conoscenze di alchimia e di sangromanzia di Edgar Markov vennero ancora una volta in loro aiuto. Per creare un nuovo vampiro era necessario che le due parti in causa scambiassero il proprio sangue attraverso un particolare tipo di morso magico chiamato Siring. In questo modo il vampiro era in grado di replicare il rituale compiuto nel Maniero Markov. Tuttavia molti capostipiti vampiri preferirono non aumentare il numero dei loro servitori trasformando in vampiro umani che non meritavano, ai loro occhi, di entrare a far parte della loro ristretta cerchia di “salvatori dell’umanità”, perciò raramente fecero uso del Siring, preferendo di gran lunga bere tutto il sangue del malcapitato aprendogli una vena o un’arteria. Il Siring veniva di solito applicato sulle arterie principali del corpo, ma alcuni vampiri cominciarono a mordere anche i piedi delle loro vittime per non lasciare troppe prove del loro “banchetto”.
Mentre l’umanità di Innistrad si trovava predata da queste nuove, spaventose creature, Sorin continuava i suoi viaggi nel Multiverso. Non si sa dove Sorin conobbe Ugin, lo Spirito Drago, Nahiri, la Litomante o i tre Titani Eldrazi, ma sappiamo con certezza quando Nahiri incontrò per la prima volta Ugin. Accadde almeno 6040 anni fa, dopo che il vampiro e la litomante avevano assistito alla distruzione di un mondo sconosciuto da parte di Ulamog, il Cerchio Infinito. Ugin si presentò offrendo una soluzione al problema degli Eldrazi: pur con tutto il loro potere di planeswalker antichi, tutti e tre non avrebbero potuto uccidere con facilità i Titani, per non parlare delle possibili conseguenze che questa azione avrebbe potuto avere sul Multiverso intero, perciò l’unica soluzione era intrappolarli in un piano utilizzando le leyline di quel mondo.
Il prescelto sarebbe dovuto essere un mondo di grandi dimensioni, ricco di mana, scarsamente popolato, privo della protezione di un planeswalker diverso da loro tre e dove uno di loro avrebbe potuto rimanere a vegliare sul sonno dei Titani. Né Innistrad né Tarkir, il mondo natale di Ugin, corrispondevano alla descrizione, essendo entrambi di piccole dimensioni, non particolarmente ricchi di mana e densamente popolati. La scelta più veloce fu Zendikar.
Fin dai tempi più remoti, Zendikar è stato un piano piuttosto grande (la terra emersa è composta da sette grandi continenti, oltre ai due poli) ricchissimo di mana, selvaggio ma tutto sommato tranquillo e abitato da una grande varietà di creature disperse in piccoli accampamenti. Kor, umani, goblin, tritoni, surrakar, angeli, demoni, elfi e altre creature vivevano le loro vite in pace e serenità. Questo fino al giorno in cui i tre planeswalker non cambiarono le sorti del loro mondo. Per non perdere tempo a cercare un mondo adatto ad imprigionare gli Eldrazi, Nahiri accettò di sacrificare Zendikar per fermarli.
Mentre Sorin viaggiava per il Multiverso per tenere d’occhio i Titani, Ugin e Nahiri lavorarono per quarant’anni alla costruzione della prigione degli Eldrazi. Nahiri usò la litomanzia per creare gli edri, enormi strutture romboidali che avrebbero dovuto incanalare il potere delle Leyilne di Zendikar per dare forma fisica agli Eldrazi e imprigionarli sul piano grazie alle rune con cui Ugin li aveva incantati. Incanalando il mana di Zendikar, gli edri avrebbero anche formato un vero e proprio faro di mana che avrebbe attirato gli Eldrazi sul piano, e una volta che i Titani fossero giunti, la trappola sarebbe scattata.
Dopo quarant’anni di attesa, finalmente la Rete di Edri, il cui centro era un grande edro in una camera sotterranea chiamata Occhio di Ugin situata in Akoum, fu pronta e poco tempo dopo, gli Eldrazi apparvero sul piano. Per quarant’anni Nahiri aveva preparato gli abitanti all’arrivo degli Eldrazi, ma nessuno era veramente preparato all’arrivo di quelli che la Litomante aveva chiamato “dei”.
Questo evento è conosciuto come Prima Ascesa degli Eldrazi. Emrakul, lo Strazio Eterno, Kozilek, Macellaio della Verità e Ulamog, il Cerchio Infinito portarono con sé i membri delle loro Covate, estensioni fisiche della loro vera forma, e immediatamente i popoli di Zendikar si scagliarono contro queste nuove, mostruose creature provenienti dalla Cieca Eternità. Nahiri, Ugin e Sorin combatterono le covate al fianco degli Zendikari, fino a che i Titani non furono in posizione. Non appena Emrakul, Ulamog e Kozilek raggiunsero il centro della Rete. A quel punto, tutti e tre i planeswalker caricarono di mana l’edro principale della prigione, e un istante dopo l’Occhio di Ugin entrò in funzione. Impossibilitati a fuggire, gli Eldrazi vennero letteralmente pietrificati. Quando anche il “chiavistello” della prigione venne chiuso, le covate scomparvero con i Titani. Dopo essersi assicurati che solo tre planeswalker, di cui uno capace di usare il Fuoco Spettrale di Ugin, potessero aprire il chiavistello e accedere all’Edro principale, e dopo aver promesso a Nahiri di tornare su Zendikar qualora i sistemi di sicurezza dell’Occhio di Ugin li avessero avvertiti di un’eventuale liberazione degli Eldrazi, Sorin e Ugin la abbandonarono al suo destino di guardiana, condannando Zendikar ad una evoluzione estremamente selvaggia ma salvando in questo modo numerosi piani del Multiverso.
Da allora nel cielo, nel mare, sulla terra e nel sottosuolo di Zendikar, si poterono trovare le tracce del lavoro dei tre planeswalker, gli edri, appunto.
Ci sentiamo la prossima settimana!
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Per riassumere
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-2400 A.R.: l’umano Sorin Markov nasce sul piano di Innistrad
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-2382 A.R.: Edgar Markov, grazie ai suggerimenti del demone Shilgengar, scopre un modo per trasformare sé stesso, suo nipote Sorin e altre persone tra cui Olivia Voldaren e Runo Stromkirk, in creature capaci di sopravvivere nutrendosi esclusivamente di sangue utilizzando come scusa il desiderio di voler porre fine alla Grande Carestia che infestava le terre di Stensia. In seguito al rituale avvenuto al Maniero Markov in cui Edgar e i suoi alleati bevvero il sangue di un angelo, la scintilla di Sorin si accese, e il vampiro viaggiò per la prima volta nel Multiverso.
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-1435 A.R. c.a.: Sorin, Nahiri e Ugin si incontrano per ideare il piano che porterà all’imprigionamento dei Titani Eldrazi. La data precisa non si conosce, ma è sicuro che i tre si sono incontrati quarant’anni prima dell’imprigionamento degli Eldrazi, avvenuto seimila anni prima della Seconda Ascesa raccontata nel primo blocco Zendikar (4605 A.R.). E’ quindi presumibile che la Prima Ascesa e l’imprigionamento degli Eldrazi siano eventi avvenuti durante il secondo millennio -A,R. L’unica cosa certa è che, lo ripeto ancora, i tre planeswalker si sono incontrati per studiare un piano per fermare gli Eldrazi quarant’anni prima della Prima Ascesa.
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-1435 A.R.–> -1395 A.R. Mentre Sorin viaggia per il multiverso spiando gli Eldrazi, Nahiri e Ugin costruiscono la trappola per gli Eldrazi.
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-1395 A.R.–> Gli Eldrazi arrivano su Zendikar. Gli zendikari assistono alla loro Prima Ascesa, e combattono le covate dei tre Titani. La battaglia si conclude quando Sorin, Nahiri e Ugin attivano l’Occhio di Ugin e imprigionano gli Eldrazi.
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Articoli Precedenti
Bello bello bello!
Un altro capitolo molto interessante, soprattutto per quelli come il sottoscritto che non hanno mai dato conto alla lor di magic.
Aspetto con trepidazione il prossimo capitolo.
Complimenti!
E’ possibile sapere qualcosa anche sulla storia dei mannari su innistrad?
[quote name=”TheAfterburner”]E’ possibile sapere qualcosa anche sulla storia dei mannari su innistrad?[/quote]
In realtà i mannari non hanno una vera e propria storia. Sono i vampiri l’unica razza del piano ad avere un’origine precisa, almeno fino ad oggi. Chissà, magari in Eldritch Moon si scoprirà come è nata la licantropia su Innistrad…
Comunque sia, quando arriveremo a toccare la storia più recente di Innistrad ci saranno uno o più articoli anche sulle particolarità delle altre razze del piano, mannari compresi!