Questo sarà un articolo complicato, perché la storia della leggendaria battaglia tra Ugin, lo Spirito Drago, e Nicol Bolas si divide tra due linee temporali. In una, quella originale, Bolas uccise il rivale e permise ai clan Abzan, Jeskai, Sultai, Mardu e Temur di vincere la loro eterna lotta con i draghi, mantenendo le loro tradizioni e i loro nomi; in un’altra, Bolas sconfisse Ugin, ma lo Spirito Drago venne salvato da un planeswalker che aveva viaggiato indietro nel tempo di milleduecento anni dalla prima linea temporale, e i draghi di Tarkir poterono assumere il controllo dei cinque clan e trasformarli nei clan draconici che portavano il loro nome.
Tutto ebbe inizio un giorno del 3327 A.R. (esatto, lo stesso anno in cui Jhoira dei Ghitu uscì dal suo coma in Dominaria nella linea temporale in cui non venne uccisa da K’rrik), quando l’allora khan del clan Temur, Yasova Artiglio di Drago, ricevette la visita di un drago dalle scaglie dorate, una creatura immensa, molto più grande di qualunque altro drago di Tarkir: Nicol Bolas. Il planeswalker le inviò la visione di un Tarkir senza tempeste draconiche, gli strani fenomeni collegati ad Ugin che davano vita ai draghi, e ricoperto dalle ossa dei draghi morti, un Tarkir in cui il clan Temur dominava pacificamente sugli altri, dividendo equamente le abbondanti risorse della terra fra tutti gli abitanti del piano e vivendo sotto la guida di una discendente di Yasova che era diventata sar-khan, la signora dei khan, e quindi dell’intero mondo. Per realizzare quella visione, disse Bolas, Yasova avrebbe dovuto condurlo alla tana di Ugin, tracciando le tempeste draconiche per lasciare una scia e permettergli di raggiungere ed uccidere lo Spirito Drago, liberando così i popoli di Tarkir dalle stirpi draconiche.
Quando la visione si concluse, Yasova cominciò, in gran segreto, ad eseguire gli ordini di Bolas, finché, in una tetra notte, non vide comparire in cielo Ugin in persona che si librava in mezzo alle tempeste. Immediatamente, la khan Temur lanciò la magia che avrebbe attivato la scia, e Nicol Bolas discese dal cielo in tutta la sua maestosità per sfidare il suo rivale.
Dopo aver scambiato qualche parola ed essersi fissati a lungo alla ricerca di un punto debole, i due draghi cominciarono a scambiarsi colpi per distrarsi l’un l’altro, ben consapevoli delle reciproche forze, fino a quando lo Spirito-Drago non richiamò attraverso le tempeste draconiche tutti i draghi del piano. In difficoltà, Bolas utilizzò una magia per attaccare la mente di Ugin, ma neppure questo terribile attacco bastò a fermare gli altri draghi.
Dove la magia mentale aveva fallito però, riuscì la magia elementale di Yasova, la quale venne in soccorso del drago di Dominaria e riuscì a rivoltare gli alleati di Ugin contro lo Spirito-Drago. Distratto dal doversi occupare non solo di Bolas ma anche dei suoi ex alleati caduti preda della sete di sangue, Ugin soccombette e il suo corpo mortalmente ferito (probabilmente per un colpo alla testa inferto da Bolas, visto che il potere di Ugin era ancora quello dei planeswalker antichi) cadde verso la tundra sottostante, creando un cratere che i popoli di Tarkir avrebbero chiamato Tomba dello Spirito-Drago. Lì, in mezzo alla neve, Ugin esalò il suo ultimo respiro mentre Nicol Bolas ripartì per il Multiverso, forte di una nuova scoperta: la mente di Ugin gli aveva rivelato l’esistenza degli Eldrazi e della loro prigione su Zendikar, all’epoca ancora sorvegliata dalla kor Nahiri, la Litomante.
Con la morte di Ugin, le tempeste draconiche di Tarkir cessarono di esistere, e gli esseri umanoidi di Tarkir non impiegarono molto a capire che i draghi avevano perso ogni chance di dominare il piano. Negli anni successivi, i khan Daghatar l’Irremovibile, Shu Yun, la Tempesta Silenziosa, Tasigur, la Zanna d’Oro, Alesha, Che Sorride alla Morte e la già citata Yasova, riuscirono a uccidere i cinque grandi draghi che governavano su tutti i loro simili, portando così alla totale estinzione i loro antichi avversari e permettendo ai loro clan di ereditare il controllo di Tarkir. Tuttavia la visione di Yasova non si realizzò mai interamente: più di mille anni dopo la Caduta dei Draghi, le Casate Abzan, la Via Jeskai, la Nidiata Sultai, l’Orda Mardu e la Frontiera Temur continuavano a lottare tra di loro per conquistare le risorse di Tarkir in mezzo alle ossa dei draghi, ormai rimpianti da tutti coloro che non avevano vissuto i tragici anni che avevano preceduto la loro estinzione.
Tra queste persone c’era il planeswalker di cui abbiamo parlato sopra, e fu proprio il suo interesse per i draghi che lo spinse a compiere una serie di scelte (di cui parleremo in futuro) che lo porteranno proprio a vivere quella tragica notte.
Le azioni del nostro protagonista si rivelarono necessarie affinché Ugin potesse sopravvivere al duello. Quando lo Spirito-Drago cadde e Nicol Bolas se ne fu andato, il planeswalker del futuro raggiunse il corpo di Ugin e lo rinchiuse all’interno di un bozzolo di edri, permettendogli così di riprendere le forze e rigenerare le proprie ferite.
La sopravvivenza di Ugin però, comportò non solo la permanenza delle tempeste draconiche, ma addirittura un aumento della loro intensità e della frequenza con cui si manifestavano, come se i draghi fossero furiosi per le ferite riportate dal loro progenitore comune e volessero vendicarsi con i khan per le azioni che Yasova aveva compiuto. Non sappiamo quale sia stata la reale causa dell’intensificarsi delle tempeste draconiche, ma ciò che sappiamo per certo che i cinque Signori dei Draghi Dromoka, l’Eterna, Ojutai, Anima dell’Inverno, Silumgar, la Morte Vagante, Kolaghan, la Furia della Tempesta ed Atarka, Dissolutrice del Mondo (o perlomeno alcuni di loro), videro la possibilità di vincere una volta per tutte la guerra contro gli umanoidi per il dominio del piano. Nel corso di alcuni anni, forse un decennio o poco più, le battaglie tra draghi ed esseri umanoidi divennero più frequenti e violente, ma ogni volta che un drago veniva ucciso, le tempeste ne facevano nascere altre decine, tutti esemplari adulti in grado di sputare fiamme, saliva corrosiva, fulmini, fasci di luce o soffi d’aria gelata; come se non bastasse, il rinnovato vigore delle tempeste e la presenza di così tanti draghi cominciò a modificare l’ecosistema di Tarkir, rendendo sempre più difficile per gli umanoidi recuperare le risorse di cui avevano bisogno. Ogni giorno, in tutto Tarkir, venivano combattute nuove battaglie, i draghi diventavano più forti, il clima sempre più difficile e le risorse sempre più difficili da raggiungere per gli esseri umanoidi. I khan continuarono a lungo a combattere per la loro sopravvivenza, per le loro tradizioni e i loro clan, fino al giorno in cui ad uno di loro non venne offerta una scelta: rinunciare alle tradizioni del suo clan legate ad uno dei tre colori di mana su cui era basata la filosofia del clan.
Il khan in questione fu Daghatar, e la tradizione che Dromoka lo costrinse ad abbandonare in cambio della resa e della salvezza del suo popolo fu la necromanzia Abzan, ovvero l’utilizzo degli spiriti degli alberi atavici nelle battaglie. Di fronte a Dromoka, il khan Abzan infranse la sua mazza, il Ricordo che conteneva le anime dei progenitori delle Casate e poco tempo dopo diede l’ordine di sradicare ogni singolo albero atavico.
Subito dopo, fu la volta dei Sultai di arrendersi a Silumgar. Nonostante la guerra logorasse anche i membri della Nidiata, tutto sommato i loro palazzi erano tenuti al sicuro dalla magia dei Rakshasa, dai potenti veleni degli assassini umani o dai sibsig dei necromanti naga, e il khan Tasigur aveva una fornitura costante di frutta fresca, almeno fino a quando la naga Shidiqi (la partner di Atraxa di Commander 2016) e il Rakshasa Khudal non decisero di tradirlo. Nonostante le fonti riferiscano che Abzan e Jeskai approfittarono della debolezza dei Sultai per conquistare le loro terre, la consapevolezza delle difficoltà in cui versavano i due clan e la passione per gli inganni dei Sultai “ribelli”, rende plausibile l’idea che dietro quelle incursioni che decimarono gli eserciti di Tasigur ci fossero proprio i Rakshasa e i naga, i quali si erano addirittura alleati con Silumgar, preferendo sottomettersi a lui che ad un khan come la Zanna d’Oro. Qualunque sia la verità, i mesi successivi al tradimento di Shidiqi e Khudal furono terribili per Tasigur: senza soldati, cibo e maghi, la Zanna d’Oro decise di mettere da parte il suo orgoglio e di recarsi sulle rive del fiume Marang, dove implorò Silumgar di salvargli la vita. Il drago promise a Tasigur di riservargli un ruolo di prestigio all’interno del nuovo clan, ma in cambio egli avrebbe dovuto consegnargli i khan che non si erano sottomessi agli altri signori dei draghi.
Accecato dalle promesse di potere del Signore dei Draghi, Tasigur accettò e solamente pochi giorni più tardi si presentò alla riunione dei khan indetta da Shu Yun, il khan dei Jeskai. Assieme a loro, alla riunione parteciparono Alesha, khan dei Mardu, Reyhan, la consigliera più fidata di Daghatar che si era ribellata alla scelta del khan di sottomettersi a Dromoka, e Yasova, la khan dei Temur che aveva aiutato Bolas.
Fu proprio quest’ultima a rivelare la verità agli altri khan: Yasova raccontò infatti che le tempeste draconiche si erano intensificate quando Ugin era stato salvato dallo spirito del futuro, e spiegò ciò che sapeva riguardo alla correlazione tra lo Spirito-Drago e le tempeste.
Mentre i khan discutevano su come aprire il bozzolo di edri per far cessare (o diminuire di intensità) le tempeste draconiche, le stirpi di Silumgar ed Ojutai attaccarono congiuntamente (per la prima volta nella storia di Tarkir) il monastero Jeskai dove si stava tenendo la riunione. Non appena aveva ricevuto l’invito per partecipare all’incontro, infatti, Tasigur aveva rivelato al suo nuovo padrone la posizione da attaccare, e quello l’aveva riferita all’avversario dei Jeskai, il drago Ojutai, appunto.
Shu Yun si sottomise a Ojutai, offrendo la sua vita in cambio della salvezza di tutto il clan Jeskai, mentre Reyhan perse la vita nel tentativo di difendere Yasova ed Alesha. Non passò molto tempo prima che anche le altre due khan si sottomettessero a Kolaghan e ad Atarka. I Mardu furono fortunati, dato che Kolaghan desiderava solamente poter vivere come preferiva tra le steppe senza venire attaccata (e quindi infastidita) ad ogni angolo, ma Yasova e i suoi Temur dovettero abbandonare le loro tradizioni sciamaniche per trasformarsi nei camerieri (e compagni di caccia) di Atarka e della sua stirpe. Ma il destino peggiore lo subì senza dubbio Tasigur. La Zanna d’Oro venne infatti ricompensata con un ruolo di prestigio e divenne il simbolo della vittoria di Silumgar. A tutt’oggi il Signore dei Draghi continua a tenere al collo il corpo mummificato di Tasigur come fosse una medaglia o una collana.
Ma facciamo un passo in avanti nel tempo e nello spazio e spostiamoci su Zendikar, una manciata di secoli dopo la Caduta dei Khan, quando un evento imprevisto portò al risveglio degli Eldrazi e di Nahiri.
La Litomante kor aveva scelto di rimanere a vegliare sul sonno degli Eldrazi per l’eternità, e così aveva fatto per diversi decenni, difendendo il suo piano da qualunque invasore esterno (tra i quali il planeswalker Ob Nixilis del Giuramento Nero, giunto fino a Zendikar per liberarsi della Maledizione del Velo Catena e fermato da Nahiri prima che potesse far danni) e vivendo ben più di una vita assieme al suo popolo. Ma nonostante i kor fossero al sicuro grazie ai suoi poteri, Nahiri non poteva difenderli dal trascorrere del tempo, e dato che ogni volta che si affezionava ad una persona si trovava costretta a dirle addio dopo solo alcuni anni, la Litomante decise di rinchiudersi in un bozzolo di pietra all’interno dell’Occhio di Ugin e di passare l’eternità dormendo al suo interno, pronta a svegliarsi qualora gli Eldrazi fossero riusciti a liberarsi dalla loro prigione. E così fu, almeno in parte.
In un anno imprecisato del IV millennio A.R. (molto probabilmente nei primi anni del decennio 3600-3610), una serie di rituali organizzati da un nutrito gruppo di abitanti di Akoum portarono al risveglio dei tre Titani, i quali, seppur ancora “imprigionati” nell’Occhio, diedero vita ad una nuova generazione di Eldrazi minori per consumare Zendikar al posto loro. Non solo: una volta risvegliatisi, i Titani riuscirono a colpire numerosi abitanti di Zendikar con un’infezione magica, trasformandoli in creature umanoidi sottomesse alla volontà di Ulamog, con lunghe zanne, ganci sulle spalle (grazie ai quali il Cerchio Infinito poteva controllarli) e una irrefrenabile sete di sangue. Nacquero così i primi capi sanguinari dei vampiri, i progenitori della razza che, prima della Seconda Ascesa, dominava il continente di Guul Draz. Ma perché proprio dei vampiri? La risposta è semplice: attraverso il sangue che i vampiri bevevano per nutrirsi, essi assorbivano la vita e l’essenza magica dalle altre razze senzienti, concentrandola nel loro sangue fino al giorno in cui Ulamog, di nuovo libero, avrebbe potuto raccoglierla. Non appena comprese il pericolo, Nahiri attivò il segnale che avrebbe fatto accorrere i suoi antichi alleati Ugin e Sorin Markov, ed attese il loro arrivo per giorni, lasciando che le progenie si espandessero. Infine, quando ormai fu chiaro che i due planeswalker non sarebbero mai arrivati, Nahiri decise di indagare sull’origine del problema e di risolverlo al meglio delle sue capacità.
Nel suo breve viaggio in Ondu per fermare un gruppo di Eldrazi che aveva invaso una delle antiche città in cui lei stessa aveva vissuto, Nahiri fece una scoperta inquietante: il suo tentativo di spiegare cosa fossero gli Eldrazi ai kor paragonandoli a delle divinità aveva prodotto una visione distorta nei suoi simili, i quali avevano costruito statue e templi in loro onore e, dopo la sua scomparsa, l’avevano trasformata nella portavoce degli dei. Ma anche della religione zendikari parleremo in futuro, quando gli Eldrazi si libereranno definitivamente.
Lasciatasi alle spalle la statua di Kozilek/Talib, Nahiri tornò all’Occhio e riuscì a risalire alla fonte che aveva prodotto l’indebolimento della Rete di Edri, ovvero i sacrifici che erano stati compiuti su un altare costruito ai piedi di una statua rappresentante una versione distorta e divinizzata di Ulamog. La magia dei rituali, avvenuti proprio di fronte alla statua scolpita a partire da un edro, aveva indebolito quella degli edri costruiti da lei e Ugin, e questo aveva permesso agli Eldrazi di risvegliarsi e alle loro covate di invadere una seconda volta il mondo di Zendikar.
Una volta distrutto l’altare e riparata la breccia nella Rete con la costruzione di un nuovo edro, Nahiri, preoccupata e confusa dall’assenza di Sorin, non ancora intervenuto nonostante fossero passate numerose ore dal risveglio degli Eldrazi, decise di partire per il Multiverso alla sua ricerca, consapevole di lasciare uno Zendikar ferito dalle progenie e i Titani ancora chiusi nella loro prigione.
Il motivo per cui Ugin non si presentò all’appuntamento è già stato spiegato sopra (in una linea temporale è morto, nell’altra è chiuso in un bozzolo di edri), ma per capire come mai Sorin non sia tornato su Zendikar, dobbiamo fare un passo indietro.
L’ultima volta che abbiamo visto Sorin, aveva appena lasciato i suoi alleati per viaggiare nel Multiverso, ma di recente il vampiro era tornato a casa, su Innistrad, scoprendo che durante la sua assenza i vampiri delle quattro Grandi Famiglie (Markov, Voldaren, Stromkirk e Falkenrath) avevano cacciato e dissanguato gli esseri umani portandoli sull’orlo dell’estinzione. Nessuna delle quattro sorelle angeliche era riuscita a fermare i vampiri, e così l’edonismo sfrenato della razza di Sorin minacciava di farli morire tutti di fame, una volta che gli umani si fossero estinti.
Per evitare ai suoi simili di andare incontro a questo tragico destino, Sorin prese una decisione che lo avrebbe per sempre bollato come un traditore della sua razza: creare un angelo più potente di tutti gli altri, capace di rivaleggiare con i demoni più pericolosi e di pareggiare le sorti dell’umanità e al contempo in grado di proteggere Innistrad dai planeswalker.
Fu così che, mentre su Zendikar la prigione degli Eldrazi veniva indebolita, il vampiro planeswalker cominciò i suoi sforzi per dare vita alle sue creazioni: l’Arcangelo Avacyn, un potente costrutto di mana bianco, e l’Helvault, la Tomba Infernale, un pezzo d’argento staccato direttamente dalla Luna di Innistrad.
Proprio mentre Sorin completava il lavoro, Nahiri comparve su Innistrad, carica di domande e confusa dalla strana energia che emanava l’Helvault e che l’aveva attirata lì.
Dapprima la Litomante si mostrò molto sollevata di vedere il vecchio amico ancora in vita, ma il rapporto tra i due cominciò ad incrinarsi quando Sorin spiegò a Nahiri la propria teoria sul perché non avesse percepito il segnale dell’Occhio. Il vampiro le raccontò di aver creato un sistema di sicurezza per Innistrad, una magia che avrebbe protetto il piano da pericoli esterni troppo pericolosi da affrontare (come gli Eldrazi) e che probabilmente era stato proprio a causa di questa magia (e quindi a causa dell’Helvault e di Avacyn) che lui non era stato in grado di ricevere il segnale dell’Occhio, affrettandosi ad aggiungere di non aver pensato a quella possibilità nel momento in cui aveva lanciato la magia. La spiegazione e il tono di Sorin non piacquero affatto a Nahiri, la quale, sentendosi tradita ed abbandonata da colui che le aveva fatto da mentore e aveva giurato di aiutarla in caso di necessità ma che invece aveva preferito dedicarsi alla protezione del proprio mondo tagliando fuori lei e Zendikar dalla sua vita, montò su tutte le furie e si preparò ad obbligare il vampiro a seguirla su Zendikar con le cattive, visto che le buone maniere non avevano funzionato. D’altra parte, Sorin non migliorò la propria situazione. Pur essendo esausto dopo il rituale compiuto per creare Avacyn e l’Helvault, il vampiro non mise da parte l’orgoglio e anzi continuò a trattare Nahiri come una ragazzina capricciosa, provocando ancora di più la sua furia.
Il primo colpo di un duello che si concluderà solamente mille anni dopo, fu scagliato da Nahiri, ma a tutt’oggi molti storici sono concordi nel dire che, se si arrivò a quella situazione, la colpa fu di ambedue i planeswalker. Il duello tra i due planeswalker venne però interrotto dalla neonata Avacyn, la quale discese dal cielo impugnando la sua Lancia di Selenargento e attaccando Nahiri per compiere il proprio dovere: proteggere il suo creatore e il suo mondo da quella minaccia. Nonostante le abilità combattive di Avacyn, la Litomante si dimostrò più potente, complice anche la rabbia nei confronti di Sorin, e solo l’intervento di quest’ultimo permise all’arcangelo di uscire illeso dalla lotta. Confusa dal fatto che Avacyn difendesse Sorin e accecata dalla rabbia, Nahiri non riuscì ad impedire a Sorin di disarmarla, né poté contrastare l’ondata di magia oscura fuoriuscita dalla spada del vampiro che la spinse di schiena contro l’Helvault. La Tomba reagì immediatamente, comportandosi esattamente come Sorin aveva sperato e nonostante tutti gli sforzi di Nahiri, ingoiò dentro di sé la Litomante, condannandola ad un’eterna prigionia.
O così credeva Sorin.
Nel 4604 A.R., infatti, le difese di Avacyn vennero meno, e per ristabilirle fu necessario distruggere l’Helvault. In questo modo, nel 4605 A.R., quando la Tomba venne distrutta, Nahiri si ritrovò libera e, carica di risentimento verso Sorin ed Avacyn, ideò una terribile vendetta nei loro confronti. Ma questa è un’altra storia, e ne riparleremo tra molto tempo.
La prossima settimana torneremo su Dominaria e continueremo a seguire le avventure di Urza e dei suoi compagni.
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Per riassumere:
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– 2400 A.R.: l’umano Sorin Markov nasce sul piano di Innistrad
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– 2382 A.R.: Edgar Markov, grazie ai suggerimenti del demone Shilgengar, scopre un modo per trasformare sé stesso, suo nipote Sorin e altre persone tra cui Olivia Voldaren e Runo Stromkirk, in creature capaci di sopravvivere nutrendosi esclusivamente di sangue utilizzando come scusa il desiderio di voler porre fine alla Grande Carestia che infestava le terre di Stensia. In seguito al rituale avvenuto al Maniero Markov in cui Edgar e i suoi alleati bevvero il sangue di un angelo, la scintilla di Sorin si accese, e il vampiro viaggiò per la prima volta nel Multiverso.
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– 1435 A.R. c.a.: Sorin, Nahiri e Ugin si incontrano per ideare il piano che porterà all’imprigionamento dei Titani Eldrazi. La data precisa non si conosce, ma è sicuro che i tre si sono incontrati quarant’anni prima dell’imprigionamento degli Eldrazi, avvenuto seimila anni prima della Seconda Ascesa raccontata nel primo blocco Zendikar (4605 A.R.). È quindi presumibile che la Prima Ascesa e l’imprigionamento degli Eldrazi siano eventi avvenuti durante il secondo millennio -A.R. L’unica cosa certa è che, lo ripeto ancora, i tre planeswalker si sono incontrati per studiare un piano per fermare gli Eldrazi quarant’anni prima della Prima Ascesa.
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– 1435 A.R.–> -1395 A.R. Mentre Sorin viaggia per il Multiverso spiando gli Eldrazi, Nahiri e Ugin costruiscono la trappola per gli Eldrazi.
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– 1395 A.R. Gli Eldrazi arrivano su Zendikar. Gli zendikari assistono alla loro Prima Ascesa, e combattono le covate dei tre Titani. La battaglia si conclude quando Sorin, Nahiri e Ugin attivano l’Occhio di Ugin e imprigionano gli Eldrazi. Sorin e Ugin lasciano il piano nelle mani di Nahiri e promettono di tornare qualora gli Eldrazi dovessero liberarsi.
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– 1395 A.R.—>???? Nahiri vive tra i kor. In un anno imprecisato di questo periodo, Nahiri si scontra con Ob Nixilis, sconfiggendo il demone e costringendolo a passare il resto della sua esistenza intrappolato su Zendikar, senza più né una scintilla né i suoi pieni poteri di demone. Qualche tempo dopo, Nahiri decide di entrare in letargo dentro un bozzolo di pietra, pronta a risvegliarsi al minimo accenno di pericolo.
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– 3327 A.R. (1): Bolas, con l’aiuto di Yasova, la khan dei Temur, uccide Ugin, estrapola dalla sua mente le informazioni sull’Occhio e ferma le tempeste draconiche. Senza più la capacità di riprodursi, i draghi di Tarkir vengono uccisi uno dopo l’altro e il Tarkir del futuro sarà dominato dai cinque clan umanoidi (Abzan, Jeskai, Sultai, Mardu e Temur) in costante lotta tra di loro.
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– 3327 A.R. (2): Bolas, con l’aiuto di Yasova, la khan dei Temur, sconfigge Ugin ed estrapola dalla sua mente le informazioni sull’Occhio. Mentre Bolas se ne va, un planeswalker proveniente dalla Tarkir dei khan interviene per salvarlo, rinchiudendolo in un bozzolo di edri. Ugin è salvo, e le tempeste draconiche si fanno più forti.
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– ????: in un anno imprecisato, molti anni dopo la “morte” di Ugin, Daghatar, il khan degli Abzan, abdica in favore di Dromoka. È l’inizio della Caduta dei Khan (Khanfall). Nel giro di poco tempo, anche gli altri clan si sottometteranno ai draghi per avere salva la vita.
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– ????: in un anno imprecisato, intorno al decennio 3600-3610, i vampiri di Innistrad hanno ucciso quasi tutta la popolazione umana del piano. Sorin, per evitare l’estinzione del suo popolo, decide di dare agli esseri umani il potere di contrastare i suoi simili e crea Avacyn e l’Helvault. L’arcangelo e la Tomba dovranno mantenere l’equilibrio tra forze del male ed esseri umani e in più proteggere il piano da pericoli esterni. Purtroppo la Creazione impedisce a Sorin di udire il segnale dell’Occhio di Ugin lanciato da Nahiri, che nel frattempo si è svegliata dal suo sonno plurimillenario perché gli Eldrazi sembrano essere in procinto di liberarsi. Nahiri salva Zendikar e rigenera la magia della Rete di Edri che tiene prigionieri i Titani, poi viene attirata su Innistrad dall’Helvault. Lì, Nahiri e Sorin discutono e, come spesso accade tra planeswalker, il battibecco degenera in un duello all’ultimo sangue, dal quale Sorin uscirà vincitore imprigionando l’avversaria nell’Helvault.
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Fonti:
Fortunatamente per queste storie tutte le fonti sono articoli della wizards recuperabili online in lingua italiana
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LA GUIDA PER I PLANESWALKERS A RIFORGIARE IL DESTINO (del Magic Creative Team): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/la-guida-i-planeswalkers-riforgiare-il-destino-2015-01-07
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CIÒ CHE NON È SCRITTO (di Kelly Digges): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/uncharted-realms/cio-che-non-e-scritto-2015-01-14
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LA CATENA RIFORGIATA (di Doug Beyer): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/uncharted-realms/la-catena-riforgiata-2015-01-21
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NESSUN INIZIO, NESSUNA FINE (di Nik Davidson): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/nessun-inizio-nessuna-fine-2015-02-11
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IL DESTINO DELLA ZANNA D’ORO (di James Wyatt): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/il-destino-della-zanna-doro-2015-02-04
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LA CADUTA DEI KHAN (di Kelly Diggers): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/la-caduta-dei-khan-2015-02-18
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IL RISVEGLIO DAL TORPORE (di James Wyatt): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/il-risveglio-dal-torpore-2015-05-13
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VECCHIE E NUOVE PROMESSE (di Ari Levitch): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/vecchie-e-nuove-promesse-2016-04-13
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PIETRA E SANGUE (di Kelly Diggers): http://magic.wizards.com/it/articles/archive/magic-story/pietra-e-sangue-2016-06-15
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Nelle puntate precedenti:
- Magic Historica: L’Inizio … Tanto tempo fa
- Magic Historica: i Draghi Primitivi e l’Ascesa di Yawgmoth
- Magic Historica: il declino dell’Impero Thran e Phyrexia
- Magic Historica: Dominaria prima dei Fratelli
- Magic Historica: Sorin Markov tra vampiri ed Eldrazi
- Magic Historica: la Guerra dei Fratelli
- Magic Historica: la Guerra degli Spiriti e la Rifrazione
- Magic Historica: la Caduta degli Imperi di Sarpadia
- Magic Historica: l’Età Oscura in Terisiare
- Magic Historica: i viaggi di Urza durante l’Era Glaciale
- Magic Historica: la fine dell’Era Glaciale
- Magic Historica: Il Disgelo e l’Ondata Glaciale
- Magic Historica: speciale Hanweir
- Magic Historica: le guerre di inizio millennio
Ma tu pensa, ora capisco molto di più gli avvenimenti degli ultimi blocchi. Povera Nahiri, la figlia deglla sfiga (e mortacci a Sarkhan, per una cosa buona che Bolas aveva fatto nella vita…).
Tanta roba anche quest’articolo! Lunga lode ai Vorthos!!!!
Comunque personalmente la colpa maggiore per ciò accaduto a Nahiri la do a Sorin, dato che l’ha lasciata rinchiusa dentro l’Hellvault senza pensare alle conseguenze che questo atto avrebbe avuto
p.s: forse ricordo male io, ma sbaglio o è ancora in sospeso la storia dell’incontro tra Urza e Jodah? 😮
Come sempre complimenti per la rubrica, sempre molto interessante.
Chiedo solamente un piccolo chiarimento sui vampiri, mi sembrava di ricordare una frase di Nahiri che dopo essersi risvegliata dal bozzolo ed aver visto i Vampiri su Zen dice un commento (non ricordo le esatte parole) sul fatto che i vampiri non esistessero prima dell’arrivo di Sorin.
Da qui il dubbio, sono una mutazione causata dagli eldrazi o una progenie di Sorin?
[quote name=”Sting”]Come sempre complimenti per la rubrica, sempre molto interessante.
Chiedo solamente un piccolo chiarimento sui vampiri, mi sembrava di ricordare una frase di Nahiri che dopo essersi risvegliata dal bozzolo ed aver visto i Vampiri su Zen dice un commento (non ricordo le esatte parole) sul fatto che i vampiri non esistessero prima dell’arrivo di Sorin.
Da qui il dubbio, sono una mutazione causata dagli eldrazi o una progenie di Sorin?[/quote]
Grazie per i complimenti! E’ vero, Nahiri non aveva mai visto dei vampiri prima di risvegliarsi, ma non è stato Sorin ad originarli. Da quanto ho capito (purtroppo la situazione è spiegata chiaramente nell’artbook di Zendikar che, ahimé, non possiedo) i vampiri di Zendikar erano normali esseri viventi (perlopiù umani) che vennero mutati da una sorta di virus magico portato da Ulamog e dai membri della sua covata ai tempi della Prima Ascesa. Ho già chiesto a degli amici che possiedono l’artbook di darmi qualche spiegazione più precisa, appena avrò qualcosa di ufficiale ti farò sapere!
In ogni caso, è sicuro che non discendano da Sorin, o avrebbero le stesse particolarità dei vampiri di Innistrad, mentre invece le due razze non potrebbero essere più differenti (la differenza maggiore è che tutti i vampiri di Innistrad possono creare nuovi vampiri, mentre su Zendikar solo i capi sanguinari hanno questo potere)
[quote name=”Fillo94″]Tanta roba anche quest’articolo! Lunga lode ai Vorthos!!!!
Comunque personalmente la colpa maggiore per ciò accaduto a Nahiri la do a Sorin, dato che l’ha lasciata rinchiusa dentro l’Hellvault senza pensare alle conseguenze che questo atto avrebbe avuto
p.s: forse ricordo male io, ma sbaglio o è ancora in sospeso la storia dell’incontro tra Urza e Jodah? :o[/quote]
La storia dell’incontro tra Jodah e Urza ho deciso di “tagliarla”. Dato che si trattava di un incontro sì importante ma dal sapore di un “riassunto delle puntate precedenti”, ho pensato di lasciare solamente la piccola citazione all’interno del “per riassumere” dell’articolo sul Disgelo. Anche se a posteriori forse avrei dovuto aggiungerlo anche nel “per riassumere” dell’articolo sulla battaglia di Koilos
Ma come mai nicol bolas è interessato alla sconfitta di ugin?
[quote name=”Della”]Ma come mai nicol bolas è interessato alla sconfitta di ugin?[/quote]
Non è chiaro il motivo per cui abbia attaccato Ugin proprio in quell’occasione. Sicuramente Ugin rappresenta la nemesi di Bolas (dove lo Spirito-drago combatte per l’equilibrio multiversale, Bolas cerca di favorire il caos per realizzare i suoi piani di dominio), ma conoscendo il drago di Dominaria è probabile che avesse qualche motivazione nascosta. Magari con Amonketh verrà fuori qualcosa, chissà!
[quote name=”Sting”]Come sempre complimenti per la rubrica, sempre molto interessante.
Chiedo solamente un piccolo chiarimento sui vampiri, mi sembrava di ricordare una frase di Nahiri che dopo essersi risvegliata dal bozzolo ed aver visto i Vampiri su Zen dice un commento (non ricordo le esatte parole) sul fatto che i vampiri non esistessero prima dell’arrivo di Sorin.
Da qui il dubbio, sono una mutazione causata dagli eldrazi o una progenie di Sorin?[/quote]
Ecco il verdetto: i vampiri sono nati da un’infezione magica causata da Ulamog ai tempi della Prima Ascesa (ovvero quella di cui parlo in questo articolo). Entro domani cerco di aggiungere altre delucidazioni all’articolo.
Grazie della risposta repentina!
Complimenti per gli articoli (ho anche l’impressione che siano sempre meglio).
[quote name=”Ale1981″]Davvero complimenti per tutta la serie di articoli scritti fin’ora, sono l’appuntamento che attendo con maggiore impazienza su questo sito.
Volevo chiedere: la parte di Ravidel e della Guerra dei Planeswalker verrà ripresa in mano più avanti? Ci eravamo lasciati con un “ne parleremo in futuro”…[/quote]
Assoultamente sì! Ci sono ancora alcuni avvenimenti accaduti in precedenza da trattare (la Guerra è datata 3980 A.R., ma noi siamo ancora tra il 3300 e il 3600), ma ne riparleremo!
Approfitto di questo commento per avvisare che il prossimo articolo di magic historica uscirà la settimana prossima, perché diversi impegni mi tengono lontano dal “lavoro”, e come promesso parlerà ancora di Urza.
[quote name=”Gyed”]Ecco il verdetto: i vampiri sono nati da un’infezione magica causata da Ulamog ai tempi della Prima Ascesa (ovvero quella di cui parlo in questo articolo). Entro domani cerco di aggiungere altre delucidazioni all’articolo.[/quote]
Grazie per la precisazione e grazie per tutto il lavoro che c’è “dietro le quinte”
A un anno di distanza mi rendo conto che le date dopo il 3327 contengono un – di troppo. L’errore verrà corretto nel riassuntone della seconda stagione, promesso!